L’ultima Sua corrispondenza dagli
Stati Uniti d’America è stata l’11 di maggio. Il 18 di maggio ho cercato
inutilmente la Sua rubrica sul settimanale “D”. Oggi Vittorio Zucconi ci ha lasciati.
Per un Suo ricordo, tratto da “Un amore
di sandwich” pubblicato sul settimanale “D” del 21 di gennaio dell’anno
2012: Calda e insinuante come una brezza notturna su una spiaggia estiva, la
voce maschile dagli speakers dell'autoradio ci ricorda quanto sia emozionante
innamorarsi. Soprattutto innamorarsi di nuovo, quando sembra che ormai non
possa più accadere. L'avvertimento sembra ovvio, addirittura banale, fino a
quando si scopre di cosa dovremmo, uomini ma soprattutto donne, vista la scelta
di quella voce così virilmente sexy, innamorarci. Non di un nuovo deodorante
capace di scatenare tempeste ormonali o di un capo di biancheria concepito per
essere esibito e poi tolto. Si tratta di un panino. Dell'ultimo pagnottone
turgido di roastbeef, fetta di pomodoro, foglia di lattuga e maionese, creato e
messo in vendita dall'impero mondiale dell'hamburger e dintorni, inutile
nominarlo. Il nuovo amore arriva, per tutte le età, le tasche (appena un euro e
mezzo) e l'aspetto fisico sotto forma di un sandwich. "Che bello - carezza
la voce - innamorarsi ancora". Non è una novità che l'industria
dell'alimentazione e soprattutto quella del "fast food" associ un
prodotto al sesso (eufemisticamente chiamato "amore") e insinui nel
consumatore di porcheriole commestibili l'idea che mangiare sia un surrogato di
altri piaceri, ma senza i rischi e le complicazioni. È il meccanismo del
comfort food, del cibo che conforta, consola, seduce, accarezza, soddisfa, un
classico della psicologia, anche in tempi lontani dall'industrializzazione
alimentare di oggi. Negli Stati Uniti la torta di mele, proprio la specialità
di Nonna Papera, è la regina incontrastata, seguita dal "brodo di
pollo", raccomandato da mamme e nonne da quando esistono l'acqua, il fuoco
e i polli, per affrontare ogni malanno o inquietudine. Invece il cioccolato,
specialmente se confezionato in forma di gelato, è l'amante prediletto per le
femmine. Ogni nazione, e ogni cultura, ha il proprio cibo di sicurezza, da
allacciarsi allo stomaco in caso di turbolenza. Indicano le analisi, comprese
le psicoanalisi, che i giapponesi sorseggiano la zuppa di miso, meglio se vi
navigano dentro le tagliatelle, la soba. I tedeschi si aggrappano al bratwurst,
il salsiccione, e per gli inglesi il numero uno sono i fagioli, ennesima
testimonianza del perché nel mondo non esistano "ristoranti inglesi"
(i pub, oggi tanto popolari, sono luoghi nei quali il cibo è soltanto un
pretesto per bere). Tanto i maschi quanto le femmine si fiondano sul cibo
quando la vita propone stress e ansie forti, ma con una differenza
fondamentale, dicono le ricerche. Gli uomini si strafogano di mangiare quando
sono contenti, e cercano nella gratificazione alimentare il coronamento
positivo del proprio successo, di un buon momento, sia la vittoria della
propria squadra preferita, una promozione, o anche un nuovo amore. Le donne
tendono invece a ridurre il consumo di comfort food e controllarsi quando sono
più serene, ma eccedono nel mangiare in negativo per consolarsi di delusioni,
ansie, amarezze. In quei momenti diete, buon propositi, regimi salutisti
vengono soffocati nelle scatole di cioccolatini o nel secchiello del gelato, e
il 33% delle donne patologicamente sovrappeso confessa di esserci cadute dopo
un amore finito male. Così rendendo ancora più difficile il
"rimbalzo" dalla delusione o dal tradimento con un nuovo amore. è a
questo umanissimo meccanismo, essendo il cibo una delle due o tre cose più
importanti nella vita umana, che la voce del panino amoroso fa malignamente
appello, esondando dagli altoparlanti in automobile, con uno spot che non posso
tradurre per iscritto non perché sia osceno, ma perché la descrizione accaldata
e sensuale di ogni singolo ingrediente è fatta con toni da audioporno. Se
mancano le grida dell'orgasmo da sandwich è soltanto perché l'agenzia
pubblicitaria non voleva evidentemente rendere troppo esplicito il messaggio, e
quindi privarlo del richiamo subliminale. Ma il riferimento all'amor perduto e
ritrovato è forte, e la tentazione mi raggiunge ogni volta che guido passando
accanto alle due simboliche mammelle dorate della grande "M", che
furono disegnate così proprio per evocare la rassicurante immagine del seno
materno. Ma resisto. Se proprio dovessi distruggere decenni di matrimonio con
un nuovo amore, preferirei farlo con qualcosa di meglio di un panino.
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