Tratto da “Caro
Babbo Natale, chi ti scrive è una mamma” di Vittorio Zucconi, pubblicato
sul settimanale “D” del 17 di dicembre dell’anno 2016: (…). «Caro Babbo Natale, voglio
dirti che sono stata una buona mamma tutto l'anno. Ho nutrito, pulito e
coccolato i miei tre bambini. Ho fatto più visite per loro in un mese nello
studio del pediatra di quante abbia fatte per me dal mio medico tutto l'anno.
Ho cucito e incollato più distintivi e patacche sulle loro varie uniformi di
una compagnia dell'Esercito. Ho abbracciato e baciato ciascuno di loro in un
giorno più di mio marito in un mese. Scusami per la calligrafia, ma ho pochi
minuti per scriverti e sto usando un pastello rosso perché tutte le biro e le
matite sono scomparse come sempre, tra cuscini dei sofà e sotto i mobili. Questi
sono i miei desideri, che puoi esaudire anche nel futuro poco alla volta, non
ho fretta.
Vorrei un paio di gambe che non mi facessero male, di qualsiasi colore purché non viola, perché quelle già ce l'ho. Una schiena che si piegasse circa cinquecento volte prima di mozzarmi il fiato dal dolore e vorrei quel girovita che ho perso due anni fa dopo il terzo figlio e da allora non ritrovo più. Mi piacerebbe una bambola che dicesse ogni tanto: "Sì, mamma", giusto per sentire come suona, un bambino che arrivasse già pronto a farla nel vaso e una lampo dei jeans che si chiudesse senza contorsioni. Mi piacerebbe una collezione di cori di monaci tibetani che ripetessero in continuazione "Non mangiate in soggiorno", "Tieni giù le mani da tuo fratello" e "Non usate chilometri di carta igienica che poi devo sgorgare io il water", perché la mia voce non ha più il raggio sufficiente per raggiungere le loro orecchie, ma solo quelle del cane. Per i due più grandi, ti chiedo smartphone e tablet che si spengano da soli dopo un'ora e richiedano per ripartire l'intervento di crittografi della Cia per la password; programmi tv senza animali parlanti e per tutti un centro polisportivo che comprenda ogni sport e danza mai inventati dove le attività comiciassero e finissero alla stessa ora. Sarebbe bello se tu potessi poi dichiarare ufficialmente che le merendine sono verdura, il ketchup è frutta e il gelato fa bene, perché alleggerirebbe molto la mia coscienza e se potessi convincere i miei figli a dare una mano a sparecchiare la tavola, portare a spasso il cane o fuori la spazzatura senza pretendere in cambio pagamenti o favori come piccoli boss mafiosi. Avrei altri regali da chiederti, ma mia figlia sta piantando in piedi una scena perché le ho consumato il pastello del suo colore preferito e devo smettere. Buon Natale anche a te, tua sempre, Mamma.
Vorrei un paio di gambe che non mi facessero male, di qualsiasi colore purché non viola, perché quelle già ce l'ho. Una schiena che si piegasse circa cinquecento volte prima di mozzarmi il fiato dal dolore e vorrei quel girovita che ho perso due anni fa dopo il terzo figlio e da allora non ritrovo più. Mi piacerebbe una bambola che dicesse ogni tanto: "Sì, mamma", giusto per sentire come suona, un bambino che arrivasse già pronto a farla nel vaso e una lampo dei jeans che si chiudesse senza contorsioni. Mi piacerebbe una collezione di cori di monaci tibetani che ripetessero in continuazione "Non mangiate in soggiorno", "Tieni giù le mani da tuo fratello" e "Non usate chilometri di carta igienica che poi devo sgorgare io il water", perché la mia voce non ha più il raggio sufficiente per raggiungere le loro orecchie, ma solo quelle del cane. Per i due più grandi, ti chiedo smartphone e tablet che si spengano da soli dopo un'ora e richiedano per ripartire l'intervento di crittografi della Cia per la password; programmi tv senza animali parlanti e per tutti un centro polisportivo che comprenda ogni sport e danza mai inventati dove le attività comiciassero e finissero alla stessa ora. Sarebbe bello se tu potessi poi dichiarare ufficialmente che le merendine sono verdura, il ketchup è frutta e il gelato fa bene, perché alleggerirebbe molto la mia coscienza e se potessi convincere i miei figli a dare una mano a sparecchiare la tavola, portare a spasso il cane o fuori la spazzatura senza pretendere in cambio pagamenti o favori come piccoli boss mafiosi. Avrei altri regali da chiederti, ma mia figlia sta piantando in piedi una scena perché le ho consumato il pastello del suo colore preferito e devo smettere. Buon Natale anche a te, tua sempre, Mamma.
P.S.: Se dopo Natale ti avanza qualche ora
di sonno in fondo alla gerla, la prendo volentieri io. Ho perso quasi tutte
quelle che avevo». (Non risulta che Babbo Natale abbia risposto).
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