Da “La settimana enigmistica” di Giacomo Papi, sul settimanale “D” del
20 di agosto dell’anno 2011: Quando sono stanco di macellai norvegesi e
imbecilli padani, quando Scilopoti non mi fa più sorridere, quando non capisco
come la mia vita possa dipendere dal default Usa o dai bund tedeschi, quando la
cronaca mi appare dolorosamente ridicola e la storia un fiume insensato di
tragedie e idiozie, vado a comprare La Settimana Enigmistica, me la rigiro tra
le mani e mi tranquillizzo come se mi facessi di ansiolitici. E finalmente
comprendo le ragioni politiche della maggioranza silenziosa. (…). Controllo il
numero in alto a sinistra sul primo cruciverba. Indica l'esorbitante quantità
totale di giochi pubblicati nei 4143 numeri usciti dal 1932 a oggi (circa 497.760,
se i miei calcoli sono giusti). Alzo gli occhi e mi domando: chi avrà inventato
i meravigliosi caratteri fasciosumerici della testata che dal 1995 si alterna
senza sgarrare in blu, rosso e verde? Corro all'ultima pagina. In corpo 10, a metà della quarta
colonna, è scritto in corsivo: Periodico fondato e diretto per 41 anni dal
Cavaliere del Lavoro Gr. Uff. Dott. Ing. Giorgio Sisini Conte di Sant'Andrea.
Era un sardo figlio del fondatore del Rotary Club dell'isola, che si trasferì a
Milano, sposò un'austriaca ed ebbe l'idea di importare in Italia i giochi di enigmistica
di derivazione Usa che a Vienna spopolavano. Il primo numero uscì il 23 gennaio
1932. Costava 50 centesimi. Da allora non si è mai fermata. Soltanto il n. 694
del 14 luglio '45 è uscito in ritardo a causa della guerra. Da allora quasi
tutto è rimasto immutato. Perché questa è la regola segreta della La Settimana
Enigmistica, il suo enigma nascosto: nulla deve mai cambiare. Quando morì Piero
Bartezzaghi, il più grande inventore di parole crociate della storia italiana,
non ho visto necrologi e non listarono a lutto il suo cruciverba. I suoi schemi
continuarono a uscire per mesi e mesi, fino a quando furono sostituiti da
quelli del figlio Alessandro. Una A. al posto della P. Nulla di più. Ma basta
elencare i titoli delle rubriche per tornare respirare il secolo scorso e le
sue polveri: L'edipéo enciclopedico, La pagina della Sfinge, Forse non tutti
sanno che..., Strano, ma vero!, Il piacere di saperlo!, Spigolature, Risate a
denti stretti (non le pagano più), l'Antologia del buon umore, Per rinfrancar
lo spirito... tra un enigma e l'altro. Espressioni di un gusto che sopravvive
solo in questo habitat. (…). La Settimana Enigmistica è un fossile che il tempo
non può più cambiare e la sua impermeabilità alla storia è la ragione del suo
successo. Per questo, agisce come ansiolitico. È un antidoto ai tempi che
corrono, un rifugio dalle intemperie della cronaca, una sospensione della
storia. Per questo è il vero giornale dei conservatori italiani. Esprime il
cuore del conservatorismo: la storia umana è insensata e pericolosa, il
progresso non esiste, è meglio trovare un nascondiglio per sé e per ciò che si
possiede. Un'illusione che ha potenza, consola e ripara. La nostalgia mi assale
alla gola. (…).
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