"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
mercoledì 30 giugno 2021
Cronachebarbare. 92 Beppe Grillo: «il paradosso di essersi inimicato tutti gli amici e trasformato nell’idolo di tutti i nemici».
martedì 29 giugno 2021
Notiziedalbelpaese. 18 «Di partecipazione e non di resistenza alle difficoltà della vita abbiamo bisogno».
A lato. "Fiori di campo", penna ed acquerello (2021) di Anna Fiore.
Recita il “dizionario” Treccani alla voce “resiliènza”: “s. f. [der. di resiliente]. – 1. Nella tecnologia dei materiali, la resistenza a rottura per sollecitazione dinamica, determinata con apposita prova d’urto: prova di r.; valore di r., il cui inverso è l’indice di fragilità. 2. Nella tecnologia dei filati e dei tessuti, l’attitudine di questi a riprendere, dopo una deformazione, l’aspetto originale. 3. In psicologia, la capacità di reagire di fronte a traumi, difficoltà, ecc.”.
domenica 27 giugno 2021
Paginedaleggere. 27 Andrea Camilleri: «La barca».
sabato 26 giugno 2021
Paginedaleggere. 26 «Qual è il nostro rapporto con l'aldilà? "Nebuloso. In realtà non sappiamo bene cosa sia”».
(…). Professor Garelli, durante la pandemia sono prevalsi più i segni di fede o di indifferenza religiosa? "Direi senz'altro i primi, ma questa crescita della domanda spirituale è rimasta circoscritta entro la cerchia dei cattolici convinti, circa un venti per cento della popolazione, coinvolgendo meno i "cattolici culturali", chi si professa cristiano più per tradizione famigliare che per una fede attivamente vissuta. Nessun cambio di prospettiva è avvenuto tra chi si dichiara non credente".
Ma un evento estremo come la pandemia non dovrebbe interpellare più profondamente la coscienza individuale? "Questo in parte è accaduto, con la crescita del senso di mistero evocato dalla peste. E non è un caso che nella zona del cattolicesimo culturale più tiepido siano tornati alla ribalta i simboli più tradizionali della cultura cristiana: penso all'attenzione riposta sui gesti di papa Francesco o al rinnovo dei voti ai Santi Patroni. Esiste un repertorio del sacro cattolico che torna in scena nei momenti eccezionali, per poi nascondersi dietro le quinte nell'ordinarietà. Ma i cattolici meno impegnati lo vivono più da spettatori che da protagonisti".
Lei insiste molto sulla nozione di "cattolici culturali". "È uno dei dati più rilevanti di questi ultimi anni. È cresciuta molto la fascia di chi interpreta il cattolicesimo più come intenzione che vissuto: è un'opzione culturale più che un'esperienza di vita. Questi cattolici praticano poco o in modo discontinuo, ma non si discostano dalla casa madre. E vi fanno ricorso nei momenti decisivi dell'esistenza. Abbiamo applicato al mondo cattolico strumenti di lettura finora estesi all'ebraismo nella distinzione tra osservanti ed ebrei di famiglia: lo stesso accade nel cattolicesimo".
Lei però parla di un cattolicesimo vissuto in una chiave identitaria ed etnica che rimanda alla croce esibita da Salvini contro i migranti. "Una parte dei cattolici culturali sono sensibili a questo richiamo. In un contesto religioso sempre più plurale, dove soprattutto l'islam viene vissuto come una minaccia, c'è chi reagisce inalberando la sua identità cristiana. Ed è qui che attecchisce la predicazione delle forze sovraniste".
Un altro dato che colpisce è la crescita dei non credenti: in vent'anni sono raddoppiati, oggi il 18 per cento degli italiani si dichiara estraneo a ogni appartenenza confessionale. "Sì, il nostro cattolicesimo sta vivendo la sua fase autunnale, ma pur tra affanni e traversie mantiene il suo peso nella penisola. Sarebbe sbagliato parlare di un'uscita dell'Italia dalla sua cultura cattolica. Basterebbe raffrontare i nostri numeri ai livelli di incredulità raggiunti negli altri paesi europei, vuoi di cultura cattolica che protestante: l'ateismo dichiarato raggiunge quasi la metà della popolazione".
Il problema è che i "senza Dio" sono diffusi soprattutto tra i più giovani. Questo ci induce al pessimismo sulle sorti del cristianesimo in Italia? "I ragazzi appartengono a una generazione post ideologica che non ha chiuso completamente con il discorso religioso. Ma per impegnarsi in modo attivo hanno bisogno di esperienze significative, altrimenti entrano in una situazione di stand by oppure cercano altrove le fonti di significato. Non viviamo più in un mondo segnato dal destino ma dalle scelte. E l'individuo sceglie di vivere a pieni polmoni, sottraendosi a ogni dottrina che possa gettare un'ombra grigia alla sua vita".
Anche tra chi crede prevale una fede incerta, lei parla di "un Dio più sperato che creduto". "Questo è un altro cambiamento importante. La nostra non è più una fede congelata nel freezer, ma modulata sulle dinamiche della vita. Forse meno robusta, ma sicuramente più umana. E non è un caso che a vivere questa religiosità più incerta siano soprattutto i giovani e le persone tra i cinquanta e i sessant'anni: è quella l'età più colpita dalle traversie personali, si può perdere il lavoro o subire rotture famigliari. Può succedere allora che ci si prenda un sabbatico dalla fede".
venerdì 25 giugno 2021
Notoziedalbelpaese. 17 «Mario Draghi, serio, ma non serioso, si è sempre dichiarato “un liberal socialista”, un “Civil servant”».
giovedì 24 giugno 2021
Cronachebarbare. 91 «Nulla autorizza più a gerarchizzare o a distinguere tra intelligenza e delirio».
Ha scritto Francesco Merlo in “Grazie Twitter”, pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 18 di luglio dell’anno 2013: Grazie Twitter, perché denudi il re. Grazie perché con la tua forma veloce e breve stai svelando l’Italia degli spiritosoni e dei pavoncelli. Grazie perché costringi i nostri piccoli savonarola ad uscire dal nascondiglio del discorso lungo e sedimentato e a mostrare in 140 battute la loro verità di miserabili e di violenti. Grazie social network perché siete la nostra finestra sul cortile- Italia dove, come le lavandaie di una volta, tutti sbraitano contro il prossimo: colleghi, avversari, nemici, amici e mariti persino. (…). Grazie Twitter, dunque, che sei lo scontrino fiscale del linguaggio italiano. (…).
martedì 22 giugno 2021
Leggereperché. 90 «Voi siete gli archi dai quali i vostri figli vengono proiettati in avanti, come frecce viventi».
A lato. "Fattoria con papaveri", acquerello (2021) di Anna Fiore.
Ha scritto Kahlil Gibran in “Il Profeta”: “E una donna che stringeva un bimbo al seno chiese: parlaci dei figli. Ed egli disse: i vostri figli non sono i vostri figli. Essi sono i figli e le figlie della smania della Vita per se stessa. Vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché stiano con voi, tuttavia non vi appartengono. Voi potete dar loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri, poiché essi hanno i propri pensieri. Potete dare alloggio ai loro corpi, ma non alle loro anime, poiché le loro anime dimorano nella casa del futuro che voi non potete visitare neppure in sogno. Voi potete sforzarvi di essere come loro, ma non cercate di renderli simili a voi. Poiché la vita non va all’indietro e non si trattiene sullo ieri. Voi siete gli archi dai quali i vostri figli vengono proiettati in avanti, come frecce viventi. (…)”. Tratto da “Un figlio vuol dire lasciarsi cambiare la vita” di Umberto Galimberti pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 22 di giugno dell’anno 2013:
lunedì 21 giugno 2021
Paginedaleggere. 25 Virginia Woolf: «Se alla fine ho chiuso il libro era solo perché la mia mente era sazia, non perché avessi esaurito il suo tesoro».
sabato 19 giugno 2021
Leggereperché. 89 «Lo “straordinario cambiamento geopolitico, tecnologico e demografico del mondo” è la globalizzazione ».
venerdì 18 giugno 2021
Notiziedalbelpaese. 16 Calamandrei: «dare a ogni uomo la dignità di uomo».
mercoledì 16 giugno 2021
Leggereperché. 88 «Quando la pozza ti inghiotte del pudore degli altri non te ne fai nulla».
Ha scritto Anna Maria Ortese in “Vita di Dea”: “(…). Chi potrebbe affermare che i morti siano veramente sotterra? Una volta gettata l’ultima palata sulla loro fossa, essi si alzano e si allontanano vacillando pei sentieri oscuri, quali verso i cieli, quali verso i mari, quali verso le verdi profondità del globo, e Dio solo sa dove andranno e quale forma rivestiranno, e se non ci fissano ogni giorno, assorti, sotto forma di un povero animale o di un fiore. Questa Vita è talmente indipendente dal nostro pensiero limitato, che tutto, dico tutto, ogni più nobile cosa può accadere: e lo sa chi, capace di ricordare e osservare, prova continuamente davanti a essa un sentimento di rispetto e terrore”.
martedì 15 giugno 2021
Paginedaleggere. 24 «L'indebolimento del lavoro, da soggetto politico a merce: un indebolimento di civiltà, che ci porta in un'era sconosciuta».
domenica 13 giugno 2021
Virusememorie. 74 Boris Cyrulnik, neuropsichiatra: «C’è un’usura dell’anima».
venerdì 11 giugno 2021
Paginedaleggere. 23 Sandro Pertini: «Enrico era prima di tutto un uomo che amava il suo paese».
giovedì 10 giugno 2021
Leggereperché. 87 «L'uomo è un animale improvvisato che l'evoluzione non è ancora riuscita a perfezionare».
A proposito di quella “plasticità” che non è altro, almeno secondo il sentire di Umberto Galimberti in “L'uomo è ancora irrisolto. E per certi versi, è meglio così” - pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 10 di giugno dell’anno 2017 –, il risultato ultimo di quella “indeterminatezza” che caratterizza l’uomo nelle fibre sue più intime in quanto “specie”, traggo uno “spunto” dalla prosa visionaria di Kahlil Gibran in “Il Profeta”: Allora un eremita che visitava la città una volta l’anno, si fece avanti e disse: parlaci del piacere. Ed egli rispose: il piacere è un canto di libertà, ma non è la libertà. È la fioritura dei vostri desideri, ma non è il loro frutto. È una profondità che invoca un’altezza, ma non è né il mare, né il cielo. È l’ingabbiato che prende il volo, ma non è spazio racchiuso. In verità il piacere è una canzone di libertà. E io vorrei proprio che voi la cantaste con pienezza di cuore, senza però perdere il cuore nel canto. Alcuni dei vostri giovani cercano il piacere come se fosse tutto, e vengono giudicati e biasimati. Io non li giudicherei, né li biasimerei. Li lascerei cercare. (…).
martedì 8 giugno 2021
Notiziedalbelpaese. 15 «L’analfabetismo è lo specchio di un progressivo abbassamento della qualità del lavoro».
Questa capacità viene indicata con la parola “literacy”. «Sì, è la capacità che è richiesta per tessere relazioni sociali, per raggiungere obiettivi, per sviluppare conoscenza e potenziale umano. Literacy è lo strumento moltiplicatore di effetti che mettono i cittadini nelle condizioni di partecipare, con consapevolezza e responsabilità, alla vita democratica di un paese».
Possiamo fare degli esempi concreti di analfabetismo funzionale? «In una delle prove Piaac (“Programme for the International Assessment of Adult Competencies” n.d.r.) agli intervistati veniva chiesto di identificare un numero di telefono in un breve annuncio. Di solito si tratta diun testo semplice, con poche informazioni contrastanti. Molti italiani adulti non lo sanno fare. Una prova appena più complessa consiste nel chiedere quante fossero le insegnanti donne in Grecia indicando una tabella che mostra graficamente questa informazione per dieci paesi. Come vede si tratta di esercizi elementari».
Quante persone non superano questi test? «Secondo gli ultimi dati Piaac Ocse, i lowskilled in Italia sono il 27,9 per cento della popolazione residente tra i16 e i 65 anni, ossia undici milioni di adulti, in gran parte lavoratori più anziani e immigrati, concentrati nelle imprese più piccole, in settori meno progrediti e nelle regioni meno sviluppate. Un livello assai più elevato rispetto alla media europea che si attesta al 12 per cento».
Accanto a questo dato, colpisce che il settanta per cento degli italiani adulti non sia in grado di raggiungere il livello più alto fissato da Piaac. Faccio un esempio delle prove richieste: identificare in una lista di dieci titoli il libro meno utile nel fornire approfondimenti su un tema specifico, ad esempio gli alimenti geneticamente modificati. «Oltre 26 milioni sono al di sotto del livello che indica la piena padronanza della strumentazione per svolgere i compiti dell’età adulta: mi riferisco alla capacità di comprendere e produrre conoscenze e informazioni. E, soprattutto, alla capacità di innestare nuove esperienze su patrimoni posseduti. Tra i paesi dove si è svolta l’indagine Piaac, siamo al primo posto per numero di analfabeti funzionali. E all’ultimo per high skilled. L’aspetto più preoccupante è che questi dati sono destinati ad aggravarsi con la pandemia».
domenica 6 giugno 2021
Notiziedalbelpaese. 14 «La disintermediazione è una macchina di accentramento dei poteri».
venerdì 4 giugno 2021
Leggereperché. 86 Sartre: «È la stessa cosa aver guidato popoli o essersi ubriacati in solitudine».
mercoledì 2 giugno 2021
Eventi. 45 Bobbio: «Intendiamoci, il fascismo, il fascismo storico, non è un pericolo. Ma è peggio che un pericolo: è una vergogna».