Da "Le emozioni passano i sentimenti vanno coltivati",
intervista al sociologo Zygmunt Bauman di Raffaella De Santis pubblicata sul
quotidiano la Repubblica del 20 di novembre dell’anno 2012:
(…). - È la prospettiva
dell'invecchiare ad essere ormai fuori moda, identificata con una diminuzione
delle possibilità di scelta e con l'assenza di "novità". Quella
"novità" che in una società di consumatori è stata elevata al più
alto grado della gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità.
Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall'infanzia siamo stati
abituati a rincorrere oggetti "usa e getta", da rimpiazzare velocemente.
Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un
lavoro scrupoloso -.
Abbiamo finito per trasformare i
sentimenti in merci. Come possiamo ridare all'altro la sua unicità? - Il
mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato di amore l'opportunità di
enormi profitti. E ci alletta con la promessa di poter avere tutto senza
fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza
sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento. L'amore richiede tempo
ed energia. Ma oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare
l'altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più
che ai nostri, è diventato superfluo: comprare regali in un negozio è più che
sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e
attenzione. Ma possiamo comprare tutto, non l'amore. Non troveremo l'amore in
un negozio. L'amore è una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore al
giorno e sette giorni alla settimana -.
Forse accumuliamo relazioni per
evitare i rischi dell'amore, come se la "quantità" ci rendesse immuni
dell'esclusività dolorosa dei rapporti. - È così. Quando ciò che ci circonda
diventa incerto, l'illusione di avere tante "seconde scelte", che ci
ricompensino dalla sofferenza della precarietà, è invitante. Muoversi da un
luogo all'altro (più promettente perché non ancora sperimentato) sembra più
facile e allettante che impegnarsi in un lungo sforzo di riparazione delle
imperfezioni della dimora attuale, per trasformarla in una vera e propria casa
e non solo in un posto in cui vivere. "L'amore esclusivo" non è quasi
mai esente da dolori e problemi - ma la gioia è nello sforzo comune per superarli
-.
In un mondo pieno di tentazioni, possiamo resistere? E perché? - È richiesta una volontà molto forte per resistere. Emmanuel Lévinas ha parlato della "tentazione della tentazione". È lo stato dell'"essere tentati" ciò che in realtà desideriamo, non l'oggetto che la tentazione promette di consegnarci. Desideriamo quello stato, perché è un'apertura nella routine. Nel momento in cui siamo tentati ci sembra di essere liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma non abbiamo ancora ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto il punto di non ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà svanisce e viene sostituita da una nuova routine. La tentazione è un'imboscata nella quale tendiamo a cadere gioiosamente e volontariamente -.
(…). Nel '68 si diceva:
"Vogliamo tutto e subito". Il nostro desiderio di appagamento
immediato è anche figlio di quella stagione? - Il 1968 potrebbe essere stato un
punto d'inizio, ma la nostra dedizione alla gratificazione istantanea e senza
legami è il prodotto del mercato, che ha saputo capitalizzare la nostra
attitudine a vivere il presente -.
I "legami umani" in un
mondo che consuma tutto sono un intralcio? - Sono stati sostituiti dalle
"connessioni". Mentre i legami richiedono impegno,
"connettere" e "disconnettere" è un gioco da bambini. Su
Facebook si possono avere centinaia di amici muovendo un dito. Farsi degli
amici offline è più complicato. Ciò che si guadagna in quantità si perde in
qualità. Ciò che si guadagna in facilità (scambiata per libertà) si perde in
sicurezza -. (…).
"L'amore richiede tempo ed energia", ma è la cosa più preziosa che possa esistere perché è simbolo di eternità. I sentimenti veri ci fanno amare la vita, nonostante i suoi affanni.
RispondiEliminaÈ un post di alcuni anni fa,ma sempre attuale e importante,che mi piace rileggere di tanto in tanto, perché particolarmente ricco di profonde verità... È per questo che ho deciso di conservarlo tra i post più preziosi di questo blog. Grazie.
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