Meriterebbe questo “Appelli & coltelli: il risiko furbetto della «sinistra unita»”
di Marta Fana e Francesca Fornario, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” il
sabato del 17 di giugno dell’anno 2017, di far parte di quella rubrichetta “quodlibet”
che vado tenendo e nella quale mi premuro di inserire ciò che ho letto nel
tempo passato e che mi è piaciuto tanto e che potrebbe piacere ad altri. Ma in
questo caso sono portato ad una scelta diversa essendo la “materia prima” di
quell’articolo quanto di più scadente e deplorevole si possa immaginare. E per
materia prima intendo i figuranti della politica del nostro sgangherato paese. Che
non merita quella pessima “materia prima” entrare a far parte di quell’empireo che
raccoglie – o cerca di raccogliere - il meglio delle cose pensate e scritte. Ce
ne fornisce l’ennesima prova di quell’inadeguatezza della “materia prima” Fabio
Bogo sul settimanale “A&F” dell’11 di giugno ultimo, nel Suo pezzo di spalla
nella prima pagina che ha per titolo “Lo
spoils system e il fuoco ai fienili”: (…). All'assemblea di Confcommercio, il
vicepremier e ministro dello Sviluppo e del Lavoro Luigi Di Maio ha infiammato
la platea annunciando l'addio a redditometro, studi di settore e spesometro.
Peccato che i primi due già non ci siano più, e che l'ultimo sia in via di
progressiva sostituzione con la fatturazione elettronica. Ovazione anche
all'annuncio che i commercianti sono tutti onesti e che l'onere della prova
sull'evasione fiscale verrà invertito. Cosa questo significhi non è chiaro, dal
momento che lo Stato che si muove contro un evasore lo fa proprio sulla base di
prove, costituite da violazioni che ritiene di aver accertato. Poi c'è il caso
dei controlli, che verrebbero garantiti grazie all'unificazione di tutte le
banche dati. L'idea in realtà non ha mai avuto grande popolarità in casa
5Stelle. All'avvio del data-base dell'anagrafe tributaria, il cosiddetto
Serpico, Beppe Grillo aveva così commentato: "Ogni transazione dei nostri
conti correnti verrà esaminata, è un passo verso la repubblica dei
Soviet". E infine la pace fiscale. Che si lancia, in modo perlomeno
imprudente, mentre è ancora aperta la rottamazione delle cartelle, i cui
potenziali incassi sono già stati messi a bilancio. Ma di argomenti per
raccogliere ancora consenso ce ne sono molti altri, nella logica della campagna
elettorale permanente che ha preso piede. (…). Si è a questo punto d’ignoranza
grossolana se non assoluta, d’improvvisazione spavalda, di un incessante e
riprovevole saltibeccare come nefaste cavallette su per “li rami” fronzuti - per
loro -, ovvero per quelli della casta della politica. E di saltibeccanti nefaste
cavallette di quella che era abitualmente chiamata la “sinistra” ne hanno
scritto - per l’appunto - le due autorevolissime corsiviste all’inizio citate. Leggiamole:
(…). Dopo il voto inglese (Brexit n.d.r.) Renzi ha cambiato idea: niente più voto anticipato e nuovo appello a Pisapia (se Corbyn vinceva, metteva la foto profilo di Marx). Dopo le amministrative ha cambiato idea di nuovo, fomentato dalla débâcle dei 5Stelle che perdono ovunque si presentano senza Bersani come avversario: “Elezioni il prima possibile e si torna al bipolarismo: ai ballottaggi centrodestra contro centrosinistra”. Dopo anni che andavano d’accordo. Segue appello di Pisapia a Prodi a sfidare Renzi alle primarie e sfanculamento di Prodi a Pisapia mentre la Cgil lancia alla sinistra l’appello contro i voucher e il governo sfancula la Cgil e vota la fiducia sui voucher alla vigilia della manifestazione Cgil contro i voucher, per consentire alla minoranza Pd e a sei senatori di Pisapia di partecipare a tutte e due. Pure Mdp sfancula la Cgil: “Non possiamo far cadere il governo prima che venga approvata la legge sulla tortura”. Bisogna spiegare loro che la tortura non è punibile se ci si sottopone spontaneamente. Tutti, da Prodi ai comunisti passando per Cuperlo e Pisapia, hanno però risposto positivamente all’appello di Falcone e Montanari per fare la sinistra unita. Alla luce di ciò, vorremmo rivolgere alla sinistra l’appello a non rivolgere altri appelli. L’aspirante elettore di sinistra ha perso il conto degli appelli della società civile e dei partiti che aderiscono agli appelli della società civile. Li legge tutti, ma poi si domanda cose semplici. Tipo: ho capito l’appello all’unità, ma come lo difendiamo il lavoro con chi lo ha precarizzato attraverso i voucher e prima ancora con il Pacchetto Treu, la Legge Biagi, la riforma Fornero e il Jobs-Act (votato tra gli altri da da Speranza e Bersani) al punto che il 60% dei nuovi occupati sbandierati da Renzi sono a tempo determinato? Come la difendiamo la Costituzione con chi, come Pisapia, ha votato le riforme costituzionali di Verdini dettate dalla Jp Morgan? Con chi il 25 Aprile sfila con le bandiere gialle e blu per ricordare il contributo alla resistenza dei daltonici? Come lo difendiamo il ripudio della guerra con chi, come D’Alema, ha bombardato il Kosovo e voluto gli F-35? Come combattiamo le “Disuguaglianze crescenti” alle quali fa appello ogni appello se invece di denunciare gli effetti non condanniamo le cause e chi le ha determinate, impoverendo lavoratori e pensionati nel salario e nei diritti e ingrassando i profitti delle imprese e le rendite finanziarie? Come redistribuiamo i redditi con chi ha tolto la tassa sulla prima casa anche a quel 10% di Italiani che possiede il 35% dei redditi nazionali? Come tuteliamo il diritto alla casa con chi vi ha investito lo 0% del Pil, mentre 4 milioni di persone sono senza tetto? Come garantiamo i servizi pubblici con chi li ha esternalizzati e ridotti tagliando le risorse e bloccando le assunzioni? Con chi ha voluto il pareggio di bilancio in costituzione, il fiscal compact, le trivelle, il Ttip e il Ceta? Come tuteliamo le pensioni con chi ha votato l’allungamento dell’età pensionabile e di pensione ha difeso solo la propria, sostenendo che non si possono equiparare le pensioni dei parlamentari a quelle dei cittadini (avranno pensato: dove li trovi centomila euro per ogni cittadino?). Come tuteliamo i lavoratori con chi ha regalato alle imprese l’equivalente di due finanziarie, lasciando che 6 milioni di lavoratori scivolassero sotto la soglia di povertà? Come garantiamo ammortizzatori sociali a tutti con chi, con i soldi pubblici, ha salvato le banche e non i lavoratori? Come assicuriamo l’uguaglianza davanti alla legge se lo stato requisisce la refurtiva ai ladri ma non espropria le aziende che sfruttano i lavoratori? E la giustizia sociale se non togliamo alle imprese il dominio su quanto, cosa e come si produce e si lavora? Come tuteliamo l’istruzione e l’ambiente chi ha votato lo “Sblocca Italia”, la “Buona scuola”, l’alternanza scuola-lavoro che obbliga gli studenti a lavorare gratis? (Alcuni li hanno messi a sostituire la carta igienica nei bagni! E questa era la parte che si svolgeva a scuola). Soprattutto – sarà una domanda scema – come la facciamo la sinistra con chi ha sostenuto quattro governi di larghe intese con la destra? Con chi ancora salva il Governo al vaglio dei voucher e del decreto Minniti, che stabilisce che chi chiede asilo dovrà svolgere “lavori socialmente utili” (se gli immigrati vogliono integrarsi in Italia, che si abituino a lavorare gratis!) Andiamoci piano con questi generici appelli all’unità perché il rischio, se a ridosso delle elezioni fai un appello a tutti, è che tutti lo sottoscrivano. Per convenienza elettorale. Compresi quelli che si sono ravveduti a metà, tipo Speranza che propone di non cancellare il Jobs Act ma di eliminare solo la norma sui licenziamenti collettivi o Bersani che si accontenta di un ritocchino (“Non dico di ripristinare l’articolo 18 ma almeno il 17 e mezzo”, ha detto, per ricordarci come ha fatto Renzi a diventare segretario del Pd). Corbyn, Sanders, Mélenchon, Iglesias hanno dimostrato che i voti non si sommano: si conquistano. L’aspirante elettore di sinistra non vuole una sinistra unita. Vuole una sinistra credibile.
(…). Dopo il voto inglese (Brexit n.d.r.) Renzi ha cambiato idea: niente più voto anticipato e nuovo appello a Pisapia (se Corbyn vinceva, metteva la foto profilo di Marx). Dopo le amministrative ha cambiato idea di nuovo, fomentato dalla débâcle dei 5Stelle che perdono ovunque si presentano senza Bersani come avversario: “Elezioni il prima possibile e si torna al bipolarismo: ai ballottaggi centrodestra contro centrosinistra”. Dopo anni che andavano d’accordo. Segue appello di Pisapia a Prodi a sfidare Renzi alle primarie e sfanculamento di Prodi a Pisapia mentre la Cgil lancia alla sinistra l’appello contro i voucher e il governo sfancula la Cgil e vota la fiducia sui voucher alla vigilia della manifestazione Cgil contro i voucher, per consentire alla minoranza Pd e a sei senatori di Pisapia di partecipare a tutte e due. Pure Mdp sfancula la Cgil: “Non possiamo far cadere il governo prima che venga approvata la legge sulla tortura”. Bisogna spiegare loro che la tortura non è punibile se ci si sottopone spontaneamente. Tutti, da Prodi ai comunisti passando per Cuperlo e Pisapia, hanno però risposto positivamente all’appello di Falcone e Montanari per fare la sinistra unita. Alla luce di ciò, vorremmo rivolgere alla sinistra l’appello a non rivolgere altri appelli. L’aspirante elettore di sinistra ha perso il conto degli appelli della società civile e dei partiti che aderiscono agli appelli della società civile. Li legge tutti, ma poi si domanda cose semplici. Tipo: ho capito l’appello all’unità, ma come lo difendiamo il lavoro con chi lo ha precarizzato attraverso i voucher e prima ancora con il Pacchetto Treu, la Legge Biagi, la riforma Fornero e il Jobs-Act (votato tra gli altri da da Speranza e Bersani) al punto che il 60% dei nuovi occupati sbandierati da Renzi sono a tempo determinato? Come la difendiamo la Costituzione con chi, come Pisapia, ha votato le riforme costituzionali di Verdini dettate dalla Jp Morgan? Con chi il 25 Aprile sfila con le bandiere gialle e blu per ricordare il contributo alla resistenza dei daltonici? Come lo difendiamo il ripudio della guerra con chi, come D’Alema, ha bombardato il Kosovo e voluto gli F-35? Come combattiamo le “Disuguaglianze crescenti” alle quali fa appello ogni appello se invece di denunciare gli effetti non condanniamo le cause e chi le ha determinate, impoverendo lavoratori e pensionati nel salario e nei diritti e ingrassando i profitti delle imprese e le rendite finanziarie? Come redistribuiamo i redditi con chi ha tolto la tassa sulla prima casa anche a quel 10% di Italiani che possiede il 35% dei redditi nazionali? Come tuteliamo il diritto alla casa con chi vi ha investito lo 0% del Pil, mentre 4 milioni di persone sono senza tetto? Come garantiamo i servizi pubblici con chi li ha esternalizzati e ridotti tagliando le risorse e bloccando le assunzioni? Con chi ha voluto il pareggio di bilancio in costituzione, il fiscal compact, le trivelle, il Ttip e il Ceta? Come tuteliamo le pensioni con chi ha votato l’allungamento dell’età pensionabile e di pensione ha difeso solo la propria, sostenendo che non si possono equiparare le pensioni dei parlamentari a quelle dei cittadini (avranno pensato: dove li trovi centomila euro per ogni cittadino?). Come tuteliamo i lavoratori con chi ha regalato alle imprese l’equivalente di due finanziarie, lasciando che 6 milioni di lavoratori scivolassero sotto la soglia di povertà? Come garantiamo ammortizzatori sociali a tutti con chi, con i soldi pubblici, ha salvato le banche e non i lavoratori? Come assicuriamo l’uguaglianza davanti alla legge se lo stato requisisce la refurtiva ai ladri ma non espropria le aziende che sfruttano i lavoratori? E la giustizia sociale se non togliamo alle imprese il dominio su quanto, cosa e come si produce e si lavora? Come tuteliamo l’istruzione e l’ambiente chi ha votato lo “Sblocca Italia”, la “Buona scuola”, l’alternanza scuola-lavoro che obbliga gli studenti a lavorare gratis? (Alcuni li hanno messi a sostituire la carta igienica nei bagni! E questa era la parte che si svolgeva a scuola). Soprattutto – sarà una domanda scema – come la facciamo la sinistra con chi ha sostenuto quattro governi di larghe intese con la destra? Con chi ancora salva il Governo al vaglio dei voucher e del decreto Minniti, che stabilisce che chi chiede asilo dovrà svolgere “lavori socialmente utili” (se gli immigrati vogliono integrarsi in Italia, che si abituino a lavorare gratis!) Andiamoci piano con questi generici appelli all’unità perché il rischio, se a ridosso delle elezioni fai un appello a tutti, è che tutti lo sottoscrivano. Per convenienza elettorale. Compresi quelli che si sono ravveduti a metà, tipo Speranza che propone di non cancellare il Jobs Act ma di eliminare solo la norma sui licenziamenti collettivi o Bersani che si accontenta di un ritocchino (“Non dico di ripristinare l’articolo 18 ma almeno il 17 e mezzo”, ha detto, per ricordarci come ha fatto Renzi a diventare segretario del Pd). Corbyn, Sanders, Mélenchon, Iglesias hanno dimostrato che i voti non si sommano: si conquistano. L’aspirante elettore di sinistra non vuole una sinistra unita. Vuole una sinistra credibile.
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