Da “Processo alla Germania” di Barbara Spinelli, pubblicato sul
quotidiano la Repubblica del 15 di novembre dell’anno 2013: Alla
crisi del '29, gli ultimi governi di Weimar sfiniti dal trauma inflazionistico e
dalle riparazioni risposero - (…)- con una pesante deflazione che impoverì
ancor più la popolazione. Esattamente come accade oggi, i dottrinari dell'austerità
puntarono tutto sull'esportazione, trascurando i consumi interni. Stremato, il
paese che aveva dato a Hitler il 18,3 per cento nel 1930 gliene diede il 33 nel
'32 e il 43,9 nel '33, cadendo nelle mani del demagogo che prometteva lavoro,
benessere e sangue. Deutschland über alles divenne il motto: la Germania sopra
ogni cosa. (…). In realtà alcune dottrine economiche dei vecchi tempi (…)
persistono. In particolare la dottrina cui vien dato il nome di "casa in
ordine": prima che scatti la cooperazione internazionale o sovranazionale,
occorre che ogni paese metta a posto da solo i propri conti. Il cosiddetto
ordoliberalismo aveva messo le radici fra le due guerre nella scuola di
Friburgo, fu sposato dopo il '45 dal futuro cancelliere Erhard, e negli ultimi
sei anni di crisi ha assunto le fattezze di un dogma. Sappiamo come i dogmi
chiudano la mente alle alternative, nonché alle soluzioni. L'offensiva di gran
parte delle élite tedesche contro la Banca centrale europea è l'effetto di
questa dottrina, ancora sotterraneamente intrisa di nazionalismo. (…). …la
crisi è una sorta di guerra, e bellicoso è oggi il rapporto tra le nazioni
europee, fondato com'è su reciproci sospetti, su risentimenti, sulla dialettica
letale fra delitto e castigo, fra colpevolizzazione e espiazione. In tedesco
Schuld significa colpa, e anche debito. Della colpa del debito gli Stati
europei devono lavarsi - sostiene Berlino - prima che intervenga l'Europa con
solidali piani comuni di salvataggi, e innanzitutto investimenti. (…). …spiega
bene l'economista Ulrich Schäfer, sulla Sueddeutsche Zeitung del 13 novembre:
le critiche di questi giorni all'irresistibile export tedesco - della
Commissione europea, del Fondo monetario, del Sud Europa - «sono giustificate»,
e grave è la sordità tedesca. È un boom che in Germania s'accompagna a bassi
consumi, al precariato che cresce, a gracili importazioni: dunque a un'incuria
verso l'Unione. Gli errori commessi negli anni '30 tendono a riprodursi. (…).
…l'Europa ha bisogno di un piano Marshall (lo propongono i sindacati in
Germania) e di una conferenza sul debito delle periferie Sud, simile a quella
che nel '53 cancellò generosamente i debiti tedeschi. Ha bisogno che finisca
l'età dei dogmi e dei finti sovrani nazionali, a Berlino come a Parigi. Perché
in quei dogmi è il suo male; è l'origine della sua presente prigionia nella
smemoratezza e nel peccato di perfecta nolitio, di completa non-volontà. E ha
bisogno di ripensare la pace e la guerra, sia dentro che fuori casa. Dentro
casa ponendo termine alla semiguerra tra paesi santi e peccatori. Fuori casa
smettendo di affidarsi a una pax americana che sta creando caos più che ordine,
in una mondializzazione dove nessuno da solo si salverà. Ridivenire veramente
Stati sovrani, nel nostro continente, è possibile solo se l'Europa la si fa sul
serio.
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