Tratto da “Superstipendi,
benefit e sprechi. Il conto della Ue” di Lorenzo Cipolla, pubblicato su “il Fatto
Quotidiano” del 20 di gennaio 2019: Il presidente della Commissione europea Jean
Claude Juncker, fresco di pentimento sulle politiche di austerità, percepisce
27.436,90 euro al mese cioè il 138% dello stipendio del funzionario con più
alto grado tra i commissari. Non sfigura però nemmeno la ministra degli Esteri
dell’Ue, l’alto rappresentante Federica Mogherini che ne prende 25.845,35,
circa 3mila euro di più di tutti gli altri commissari, che si fermano a
22.852,26 euro al mese. Pierre Moscovici, commissario per gli affari economici
e monetari, 22.367 euro. Incarichi importanti, lautamente retribuiti. Che da
qualche giorno sono finiti nel mirino del Movimento 5 Stelle Europa, che ha
lanciato la campagna per il taglio degli stipendi dei commissari Ue, “uno
schiaffo – dicono – agli oltre 100 milioni di poveri dell’Unione”. Anche perché
i benefit non finiscono con la conclusione del mandato: c’è un “sussidio –
denuncia ancora M5S Europa – che i Commissari ricevono alla fine del loro
mandato per una durata di due anni” che consente loro di ricevere fino al 65%
dello stipendio. Una spesa che impegna 682mila euro nel bilancio europeo 2019. Sarà
un anno di spese straordinarie, questo. Con le elezioni di maggio e il turnover
tra chi entra e chi esce si spenderanno diverse centinaia di mila euro in più
tra viaggi, entrata in servizio o cessazione, indennità di prima sistemazione,
traslochi e uscite varie. In totale, la cifra messa in preventivo per gli
stipendi degli eurocommissari è di 2,4 milioni in più rispetto al 2018 (da 10,2
miliardi a 12,6). Il bilancio complessivo della Commissione per il 2018 è stato
di 3,56 miliardi. La maggior parte se n’è andata in stipendi, esclusi i 10
milioni e 200 mila euro dei commissari: funzionari e staff sono costati in
totale 2,2 miliardi di euro. Un altro miliardo è servito per le spese
amministrative; 164 milioni in apparecchiature informatiche, affitti e rimborsi
e spese di sicurezza per le abitazioni, 291 milioni per spese di
rappresentanza, meeting e convegni. Più sobrio, in termini assoluti,
l’Europarlamento che ha speso 1,9 miliardi nel 2018. Ma basti solo pensare che
ha ben tre sedi, Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo. Questa giostra gira dal
1992 e la Corte dei conti ha stimato uno spreco di 114 milioni di euro ogni
anno. Se si accorpassero le sedi il risparmio sarebbe di 127,2 milioni. Spesso
si votano mozioni che vanno in questa direzione, ma la Francia – dove il
Parlamento ha una delle tre sedi – pone sempre il veto. Gli europarlamentari,
che già “costano” 313 euro per ogni giornata passata a Bruxelles o a
Strasburgo, ricevono anche un’indennità di viaggio particolare perché funziona
al contrario. Più vicini restano, più intascano di rimborso, 23 euro e spicci
se non vanno oltre i 50 chilometri, 0,03 centesimi se superano i mille. Se le
trasferte non superano gli 800 chilometri i parlamentari non devono presentare
alcun rendiconti, se devono anche pernottare percepiscono un’indennità doppia
ma devono portare le ricevute. Quanto agli staff, se non altro, in Europa va
meglio che da noi per i 2000 assistenti parlamentari: gli stipendi, tutti in
regola e pagati direttamente dall’istituzione, partono da 1800 euro mensili. Mentre
in Italia siamo riusciti ad abolire, nel 2014, il finanziamento pubblico ai
partiti, all’Europarlamento non si discute nemmeno. Anzi, le spese –
comprensive anche dei costi per le campagne elettorali – aumentano. Anche qui,
il 2019 come ovvio sarà anno di extra: sono stati messi a budget quasi 50 milioni
per i partiti e una ventina per le fondazioni. Tra le spese straordinarie in
vista dell’arrivo del fine mandato c’è anche l’indennità di transizione: per i
parlamentari uscenti c’è un mese di stipendio per ogni anno da eletto, con un
minimo di sei mesi e un massimo di due anni. Ma pure una buona pensione, 1500
euro puliti, che si possono cumulare con altri redditi e addirittura
raddoppiano se il parlamentare ha fatto due mandati. Arriveranno allo scoccare
dei 63 anni, per il resto della vita.
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