Da “Un passo dopo l'altro per ritrovare se stessi” di Arianna
Huffington, pubblicato sul settimanale “D” del 21 di settembre dell’anno 2013: Solvitur
ambulando, camminando si risolve. Questa frase è attribuita a Diogene, il
filosofo greco del IV secolo a.C, in risposta a chi gli chiedeva se il
movimento esistesse davvero. Lui si alzò e cominciò a camminare. «Camminando si
risolve». E i problemi e i paradossi per i quali la soluzione è camminare in
realtà sono tanti. (…). Per Thomas Jefferson, camminare aveva come scopo quello
di sgomberare la mente dai pensieri. «Camminare serve a rilassare la mente»,
scriveva. «Di conseguenza, quando si cammina non ci si deve concedere neppure
di pensare. Conviene piuttosto lasciarsi distrarre dagli oggetti che si hanno
intorno». Per altri, come Nietzsche, camminare era al contrario un'attività
essenziale per il pensiero. «Solo i pensieri che hanno camminato hanno valore»,
scriveva nel Crepuscolo degli idoli. Per Ernest Hemingway, camminare era un
modo per mettere a punto le idee migliori rimuginando su un problema.
«Passeggiavo lungo i quais quando avevo finito di lavorare o quando cercavo di
farmi venire qualche idea», scriveva in Festa mobile. «Mi era più facile
riflettere se camminavo o facevo qualcosa o vedevo gente far qualcosa che
amava». Per Jefferson, camminare era anche «il miglior esercizio possibile»,
mentre per Henry David Thoreau camminare non era soltanto un mezzo finalizzato
a uno scopo, bensì lo scopo stesso: «Ma il camminare di cui parlo non ha nulla
a che vedere con l'esercizio fisico propriamente detto... è, il camminare di cui
parlo, l'impresa stessa, l'avventura della giornata. Se volete fare esercizio,
andate in cerca delle sorgenti della vita. Come è possibile far roteare dei
manubri per tenersi in salute, mentre quelle sorgenti sgorgano, inesplorate, in
pascoli lontani!». (…). Sembra davvero
che non ci sia limite ai problemi che si possono risolvere in questo modo.
Camminare fa bene alla salute, ci mantiene in forma, migliora ogni tipo di
prestazione cognitiva, dalla creatività alla progettazione alla programmazione.
Ma la cosa migliore di tutte è che ci rimette in contatto con noi stessi. E in
questo non c'è nulla di paradossale.
Più che la metà è il viaggio che conta, in quanto occasione di conoscenza, fonte di ricchezze immateriali...
RispondiElimina