Tratto da “Gioventù
perduta? No, cancellata per errore” di Umberto Galimberti, pubblicato sul
settimanale “D” del 25 di giugno dell’anno 2016: Come diceva Heidegger, «siamo nel
tempo della povertà estrema». La ragione è che, - lo scriveva già Hölderlin -
«più non son gli dèi fuggiti, e ancor non sono i venienti». Sembra che la
nostra cultura non abbia più bisogno dei giovani, perché le leggi dell'economia
che hanno ridotto la politica a pura esecutrice dei suoi ordini, con
conseguente morte definitiva della democrazia, hanno soppresso tutti gli dèi
per far posto a un unico dio: il denaro, generatore simbolico di tutti i
valori. Per denaro si adottano tecnologie sempre più idonee a sostituire il
lavoro umano, per denaro si sposta quel po' di lavoro che resta nei Paesi dove
costa meno, per denaro si trasferisce la formazione della ricchezza dalla
produzione agli scambi finanziari, potenziati dagli sviluppi dell'informatica
al punto che basta un click per fare e disfare in un attimo enormi fortune. Oltre
al lavoro, a voi giovani hanno tolto anche la possibilità di ribellarvi, ultima
speranza. E questo non perché siete diventati "animali notturni" con
la testa un po' intontita dall'alcol o dalla droga, ma perché, come insegna
Hegel, la rivoluzione è possibile quando c'è il conflitto tra due volontà:
quella del servo e quella del signore. E oggi sia il servo che il signore, sia
il datore di lavoro che il dipendente, sono dalla stessa parte, avendo come
controparte il mercato. E come fai a prendertela con il mercato? Il mercato è
nessuno, anche se tutti sappiamo che dietro a quel nessuno c'è l'1% che detiene
o governa i soldi di tutti. Il mercato ci allucina poi con la menzogna della
crescita, quando tutti sappiamo che l'Occidente non può più crescere perché, se
è vero come dice il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, che noi
occidentali, che siamo poco meno di un miliardo, per mantenere l'attuale tenore
di vita abbiamo bisogno dell'80% delle risorse della Terra, cosa pensiamo che
facciano gli altri sei miliardi che popolano il pianeta? Che stiano a guardare
inermi una nostra ulteriore crescita? Il declino e forse la fine
dell'Occidente sono già ben visibili nella condizione di voi giovani che
sopravvivete erodendo la ricchezza dei padri, senza essere in grado, e non per
colpa vostra, di assicurare una ricchezza ai vostri figli, cui del resto forse
avete già rinunciato, come dicono le statistiche sulle nascite. Come fa a
prevedere - non dico per voi che ne siete già consapevoli, ma per se stessa - un
futuro, una società come la nostra che, non per trascuratezza né per l'infausta
contingenza ipocritamente denominata "crisi", ma strutturalmente, fa
a meno della popolazione da 15 ai 30 anni, quella che rappresenta, come natura
vuole, il massimo della potenza biologica, il massimo della potenza sessuale
(benché non più, per le ragioni sopra elencate, procreativa) e il massimo della
potenza ideativa? A differenza di Priamo, che poteva incolpare gli dèi, noi non
abbiamo più neppure un dio, né da invocare né da maledire.
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