Scrive oggi Nadia Urbinati sul
quotidiano la Repubblica – “Se gli
stipendi dei politici non sono democratici” -: (…). Il livello di retribuzioni
degli incarichi politici è illegittimo da un punto di vista democratico.
Illegittimo non per l’uso improprio di soldi (una questione penale comunque),
ma per i livelli di retribuzione. È illegittimo perché incentiva e di fatto
crea un sistema di diseguaglianza tra cittadini. Dal momento in cui il nostro
bravo giovane è eletto, egli sarà automaticamente catapultato in un altro ceto
sociale. Si distaccherà così tanto dalla vita degli ordinari cittadini che
lavorano da fare di tutto per perpetuare la propria condizione, volendo restare
al suo posto idealmente per sempre. La sua prospettiva mentale sarà quella del
privilegiato. Tutto farà per accrescere la distanza da chi lo ha eletto, con la
fatale conseguenza che riuscirà più facilmente a concepire leggi che rientrano
in questa logica che a prendere decisioni che favoriscono equamente tutti.
Questi livelli di retribuzione degli incarichi politici sono così alti che
contribuiscono a creare un clima sociale, ideologico, materiale, e infine dei
comportamenti politici negli organismi decisionali, che generano
diseguaglianza. E questo è un cruciale argomento di legittimità democratica.
(…). Orbene, “il nostro bravo giovane”, del quale parla la valente
cattedratica, è, in via generale, proveniente da quel ventre molle del
cosiddetto “ceto medio” che, al pari di altri appartenenti alle classi
sociali superiori, hanno avuto a cuore, massimamente, di gonfiare
convenientemente il proprio borsellino. Della democrazia, puah! Per la
democrazia e per le sue regole. Puah! “Sfogliando” – o meglio “scorrendo”
– il mio e-book alle pagine 232 e 233 – del 30 di gennaio dell’anno 2008 –
ritrovo un post – il secondo della sezione “Del senso cinico” – che potrebbe
essere oggi cronaca corrente. L’esatto di oggi. Puah!
Da “La striscia rossa” pubblicata sul quotidiano “l’Unità” del 30 di
gennaio dell’anno 2008: - Ma che te
fotte a te cretino dello stipendio da consigliere... 10mila euro al mese... e
che cazzo sono? Quando io a quello storto di B. gli ho detto vieni a farmi il
direttore generale che gli volevo dire? Che di miliardi ne abbiamo 3mila,
4mila, 7mila... con me Pino, Bruno, Sandro sono diventati tutti miliardari...
il più fesso di loro è miliardario -. Domenico Crea, intercettazione della
telefonata con Antonio Iacopino, suo uomo di fiducia. Penso spetti all’onorevole
in questione la palma d’oro per il più alto senso “cinico” della settimana (e
siamo solo al mercoledì). Se ne potrebbe fare quasi un gioco, a puntate
settimanali, o qualora le esigenze ovvero le emergenze civili lo richiedessero,
anche a puntate giornaliere, ché il cosiddetto teatrino della mala politica non
manca occasione d’offrire spunti ed esempi luminosi e straordinari del più vivo
senso “cinico” italiota. Non supera – e sarebbe bene attrezzarsi con una scala
di valori così come d’uso per i terremoti – non supera dicevo l’alto senso “cinico“
dell’onorevole in questione quell’altro alto senso “cinico“ di un tale
governatore di una terra un tempo molto remoto detta felix il quale,
riconoscendo la sua azione di pubblico amministratore essere divenuta fonte di
lordure cittadine e metropolitane, con alto senso “cinico” riconosce la sua
inadeguatezza amministrativa e di governo della cosa pubblica ma conferma il
proposito suo di continuare nell’immane sua nefasta azione. Restando
aggrappato, per l’appunto, al suo maleodorante ed insozzato cadreghino. E che
dire pure di un altro governatore ancora che, condannato da un tribunale a “soli
anni cinque” - con la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici –
festeggia il lieto avvenimento con squisite leccornie amorevolmente
confezionate da mani premurose nella terra solatia del Lilibeo minacciando pure di non abbandonare lo
scranno, e che solo dopo aver ottenuto la promessa di una possibile candidatura
ai più alti scranni della Repubblica terza o quarta, farfuglia un atto di
dimissioni che le buone creanze gli imporrebbero se solo fosse stato un
governatore in un paese normale, in un paese decente? Per questa volta hanno
mancato entrambi il primato dell’alto senso “cinico” settimanale. Così pure tempo
addietro uno dei tanti onorevoli del
teatrino della politica, capeggiatore di un sedicente movimento per i diritti
civili, in rappresentanza evidentemente del suo unico iscritto (l’onorevole
stesso) e del suo (dis)onorevole
personale sentire e del suo alto senso “cinico”, esternava sui media della
Repubblica proponendo per una candidatura al Senato un chierico reo, a detta
dei tribunali della Repubblica stessa, di nefandezze estreme. Il tale
(dis)onorevole faceva una proposta in verità di altissimo senso “cinico”:
ovvero, rendere il Senato della Repubblica un luogo di accoglienza per tutti
coloro che abbiano a delinquere nei patri confini, una specie di servizio
sociale sostitutivo delle patrie galere. Ben retribuito comunque, e con un
vitalizio garantito maturato ad appena la metà del tempo legislativo. Una
proposta invero straordinaria, disonorevole appunto, di altissimo senso “cinico”,
ché solo l’avesse fatta nel corso della settimana gli avrebbe consentito di
ottenere il riconoscimento della palma d’oro in palio. È accaduto nel frattempo
che le autorità religiose preposte abbiano fatto più in fretta dei tribunali
della Repubblica, espellendo dalla congrega sua il chierico in odore di
efferatezze sessuali. Peccato;bisognerà attendere la prossima occasione per
tentare di strappare all’onorevole vincitore pro tempore la palma d’oro per il
prestigioso primato del più alto senso “cinico” dimostrato e praticato.
Mi si dica cosa è cambiato dal
gennaio dell’anno 2008. Niente! Puah! Quale dei “giovani” che rottamano i
“vecchi”
della politica si è opposto alla antidemocraticità, per dirla con Nadia
Urbinati, dei loro iperbolici guadagni?
E parliamo solamente di guadagni. I furti e le malversazioni sono altre cose
ancora. Da galera. E basta!
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