È il 9 di aprile dell’anno 2009. Sono
passati tre giorni dal sisma. Si corre ai ripari. C’è da fare una riunione
urgente. Anzi, urgentissima. La Commissione Grandi Rischi si riunisce a Roma
nella sede dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Bertolaso e
Boschi parlano al telefono – intercettati -:"Mi hanno chiesto: ma ci
saranno nuove scosse? La riunione di oggi è finalizzata a questo, quindi è vero
che la verità non la si dice". Bertolaso aggiunge: "Alla
fine fate il vostro comunicato stampa con le solite cose che si possono dire su
questo argomento delle possibili repliche e non si parla della vera ragione
della riunione. Va bene?". Lo scienziato risponde: "Non
ti preoccupare, sai che il nostro è un atteggiamento estremamente
collaborativo. Facciamo un comunicato stampa che prima sottoponiamo alla tua
attenzione". Ovvero, “La
protezione incivile di capitan Bertolaso”, che è poi il titolo
dell’articolo che Francesco Merlo ha pubblicato sul quotidiano la Repubblica e
che trascrivo in parte. Poi, ai giorni nostri, i signori scienziati della
Commissione Grandi Rischi, risentiti assai, si sono dimessi a seguito della
sentenza del giudice de L’Aquila. Loro, il fior fiore degli scienziati, che non
hanno ascoltato la voce – della coscienza meglio non parlarne – della scienza
per ascoltare invece, con deferenza e molto interessatamente, la voce del
potere. La dignità venduta sempre per l’ossequio al potere sulla pelle della
gente. Chiude Francesco Merlo il Suo pezzo amaramente: A ciascuno di loro, (…),
bisognerebbe gridare come a Schettino: - Torni a bordo,…-. I
professoroni della Commissione Grandi Rischi, su invito del governo, sembra che
abbiano rioccupato le seggiole. Ma cosa ne rimane della loro dignità professorale?
Un bel nulla. Ha dichiarato il professor Boschi che il verbale è stato steso
alcuni giorni dopo lo svolgimento della riunione, aggiungendo di non conoscere
neppure l’estensore dello stesso. Avviene, nelle consuete, deprimenti e
litigiose riunioni condominiali, che la stesura del verbale venga fatta al
termine o nel corso della riunione stessa. Siamo a questo punto: la Commissione
Grandi Rischi si comporta peggio del peggiore dei condomini di questo
disastrato paese. Ora sappiamo perché il nostro è un paese disastrato. Come
potrebbe non esserlo? Scrive Francesco Merlo: (…). Chiunque ha vissuto un
terremoto sa che la prima precauzione è
uscire di casa. Il sisma infatti terremota anche le nostre certezze. E dunque la casa diventa un agguato, è una trappola, può trasformarsi in una tomba fatta di macerie. In piazza invece
sopra la nostra testa c’è il cielo che ci protegge. Ebbene all’Aquila, su più
di trecento morti, ventinove, secondo il
processo, rimasero in casa perché tranquillizzati dagli scienziati di
Bertolaso. E morirono buggerati non dalla scienza ma dalla menzogna politica,
dalla bugia rassicurante. (…). …noi ora sappiamo che questi stessi scienziati avevano previsto
l’arrivo di un’altra scossa mortale, nei limiti ovviamente in cui la scienza
può prevedere le catastrofi. Ebbene, il dovere di Franco Barberi, Bernardo De
Bernardinis, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi,
Claudio Eva era quello di dare l’allarme. Gli scienziati del sisma sono infatti
le sentinelle nelle torri di avvistamento, sono addestrati a decifrare i
movimenti sotterranei, sono come i pellerossa quando si accucciano sui binari.
Nessuno si sogna di rimproverarli se non “sentono” arrivare il terremoto. Ma
sono dei mascalzoni se, credendo di sentirlo, lo nascondono. Il processo
dell’Aquila dunque è stato parodiato. E
quell’idea scema che i giudici dell’Aquila sono dei persecutori che si sono
accaniti sulla scienza è stata usata addirittura dalla corporazione degli
scienziati. Alcuni di loro, per solidarizzare con i colleghi, si sono dimessi,
lasciando la Protezione Civile nel caos, proprio come Schettino ha lasciato la
Concordia. (…). …gli scienziati che
sguarniscono le difese per comparaggio con i colleghi sono come i
chirurghi che scioperano quando devono ricucire la ferita. Ma diciamo la
verità: è triste che gli scienziati italiani si comportino come i tassisti a
Roma, forze d’urto,interessi organizzati, cecità davanti a una colpevolezza
giudiziaria che può essere ovviamente rimessa in discussione, ma che non è però
priva di senso, sicuramente non è robaccia intrusiva da inquisizione medievale.
Insomma la sentenza di primo grado può essere riformata, ma non certo perché il
giudice oscurantista ha condannato i limiti della scienza nel fare previsioni e
persino nel dare spiegazioni. E il giudice dell’Aquila è stato sobrio. (…). Non
è neppure andato a Porta a Porta per difendersi dall’irresponsabile
travisamento che ai commentatori frettolosi può essere forse perdonato, ma che
è invece imperdonabile al ministro dell’ambiente Corrado Clini, il quale
ha tirato in ballo Galileo e ci ha tutti
coperti di ridicolo facendo credere che in Italia condanniamo i sismologi
perché non prevedono i terremoti, che mettiamo in galera la scienza,che
continuiamo a bruciare Giordano Bruno e neghiamo che la Terra gira intorno al
Sole. (…). So purtroppo che è inutile invitare personaggi e comparse di questa
tragica farsa ad un atto di decenza intellettuale, a restituire l’onore alla
ricerca, alla scienza e alla giustizia, e a risalire su quelle torri sguarnite
della Protezione Civile senza mai più umiliarsi con la politica. A ciascuno di
loro, (…), bisognerebbe gridare come a Schettino: - Torni a bordo,…-. La
decenza. La decenza s’impone per il normale cittadino, giammai per gli
indecenti del potere politico, economico o intellettuale che sia. Scrive oggi
Barbara Spinelli sul quotidiano la Repubblica – “L’altro pianeta del Cavaliere” -: Tutti questi potenti tendono a
diffidare della magistratura, e non a caso c'è un ministro, Corrado Clini, che
giunge sino ad equiparare la condanna di Galilei e quella dei sette scienziati che
minimizzarono gli sciami sismici incombenti sull'Abruzzo dal dicembre 2008.
Come se gli scienziati fossero accusati di scarsa preveggenza, non di avere
perentoriamente escluso rischi gravi. Non di aver servito il potere politico
(Bertolaso, Berlusconi) che voleva occultare la verità ai cittadini. Non
dimentichiamo uno dei sette, Bernardo De Bernardinis, che consigliava di
chiudersi in casa (in casa! uno scienziato dovrebbe sapere che la casa uccide,
nei terremoti) e per calmarsi di bere un bicchiere di Montepulciano in più. Bacco,
tabacco e Venere “pe’ tutti”.
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