"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 31 gennaio 2021

Lamemoriadeigiornipassati. 17 Quella che era la «“NUOVA” America di Donald Trump».

 

Ora che il “passaggio” è avvenuto, indolore e con gran spirito di sollievo dei tantissimi, sarebbe il caso di andare a ri-leggere una “memoria” – “Donald il nuovo vecchio” - di Nadia Urbinati – “Professor of Political Theory, Department of Political Science, Columbia University” - pubblicata sul quotidiano “la Repubblica” del 28 di gennaio dell’anno 2017.

sabato 30 gennaio 2021

Cronachebarbare. 81 «Lo sberluccichio dei soldi lo acceca, gli erode la eventuale moralità residua».

 

Ha scritto Antonio Padellaro in “Segui i soldi: il leader di IV e il piano UE”, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di ieri venerdì 20 di gennaio 2021: Dunque c’è del metodo nell’insensata crisi di governo provocata da Matteo Renzi, detto demolition man. Mettere le mani su Palazzo Chigi e sulla poltrona di Roberto Gualtieri, da lì sulla governance del Recovery Plan, e quindi sulla gestione degli appetitosi 209 miliardi di fondi europei. Lo avevamo capito tutti da un pezzo, ma ieri lo abbiamo letto nero su bianco che “gli ambienti di Italia Viva fanno circolare l’ipotesi di uno scambio di ruoli ad altissimo livello: Paolo Gentiloni premier, Giuseppe Conte commissario europeo, con Mario Draghi ministro dell’Economia” (Linkiesta). A rileggere le cronache dei giorni in cui lo statista di Rignano armeggiava per mandare tutto a puttane c’è da farsi grasse risate. Ha un cattivo carattere, non si controlla, si fa del male da solo sosteneva il partito del disagio psichico. Mentre la teoria statistico-delirante attribuiva ai 30 mesi di permanenza a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte – in procinto di superare il “record” di un Renzi perciò fortemente indispettito – l’origine della rottura che ha lasciato l’Italia in braghe di tela. Tutte panzane costruite per negare l’evidenza dei fatti. Che, cioè, la crisi è stata innescata all’inizio di dicembre quando il premier ha portato in Consiglio dei ministri la sua proposta di destinazione dei fondi e di assetto della governance. Davanti alle proteste di Iv, Conte e Gualtieri si sono illusi che la soluzione del problema fosse la riscrittura del Piano. È stata infatti cambiata la destinazione delle varie poste, ma alla fine con un esito che non pochi considerano peggiorativo rispetto alla prima stesura. Non si teneva e non si tiene conto che a Renzi, uomo quanto mai concreto e coi piedi per terra, interessa soprattutto esercitare un diretto controllo sulla struttura tecnica che avrà il compito (e il potere) di individuare i progetti a cui destinare quella gigantesca cascata di soldi.

venerdì 29 gennaio 2021

Cronachebarbare. 80 Renzi Matt(e)o: «“C’è un mercato (?!) politico che guarda con interesse a noi"».

Ha scritto Michele Serra in “Matteo Renzi, il corpo estraneo” pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 9 di ottobre dell’anno 2020: (…), è vero, gli italiani sono in prevalenza conservatori. Difficilmente al lamento ininterrotto segue uno scossone politico rilevante. Tanto è vero che la burrascosa fine della Prima Repubblica avvenne per mano della magistratura, non della politica. (…).