"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 4 gennaio 2021

Cosedaleggere. 94 «Solo il calore di una lampadina può scaldare il cuore di una falena».

 

Tratto da “Inseguendo una stella”, racconto di Paulo Coelho pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 24 di dicembre dell’anno 2020: Narra la leggenda che una giovane falena – dal corpo fragile e l’animo sensibile – mentre volava seguendo il vento vide una stella molto brillante e se ne innamorò.

domenica 3 gennaio 2021

Virusememorie. 54 «Il 2020 è un morto da ricordare».

 

A Lato. "In the African sun" (2020), acquarello di Anna Fiore.

Ha scritto Michele Serra nella Sua rubrica di oggi domenica 2 di gennaio 2021 – “In difesa dell’anno scorso” – pubblicata sul quotidiano “la Repubblica”: Il 2020, bisesto e funesto, se ne è andato in mezzo a un tale coro mondiale di improperi, maledizioni e gesti dell'ombrello (compresi i miei), che forse vale la pena spendere due righe per salutarlo meglio. È stato un anno duro, ma rispettabile. Implacabile, ma onesto. Ci ha fatto memoria della nostra vulnerabilità, specie noi occidentali meno avvezzi, rispetto ad altri popoli, a sentirci in pericolo. Ci ha scaricato davanti alla porta di casa, in disordine, molte delle nostre omissioni: nei confronti della salute pubblica, dell'ambiente, della scienza, della scuola. Ci ha costretti a valutare seriamente il nesso tra il nostro respiro e l'aria di cui si nutre, specie sotto il cielo stantio del Nord, discarica permanente di un benessere che ci presenta i suoi costi. A capire che l'utilità degli ospedali si misura in letti, non in clientele. Che la medicina di base, quella di territorio, di quartiere, di famiglia, è la fanteria che fa vincere le guerre, e deve essere difesa e valorizzata tanto quanto le famose eccellenze di cui ci riempiamo la bocca: è la norma, che rende forti, non l'eccezione. Ci ha fatto riscoprire che senza lo Stato, e senza quel multiStato che è l'Europa, si è abbandonati al proprio destino, più soli, più deboli: il 2020 è stato l'anno che, sotto emergenza, ha ribaltato il tavolo nella dialettica pubblico/privato, che da troppo tempo pendeva dalla parte del solo privato. Infine ci ha consegnato, nei suoi ultimi giorni, l'antidoto contro la malattia, ovvero la pala per seppellirlo. Ma seppellirlo e dimenticarlo sarebbe davvero uno sperpero, dopo tutto quello che abbiamo passato. Il 2020 è un morto da ricordare. Penso si faccia un torto enorme (tanto non importa a nessuno) all’anno 2020 quando lo si voglia catalogare come “annus horribilis”. Potesse esprimere il suo parere ci porrebbe l’inevitabile sua domanda: “Ma perché, gli anni passati sono stati migliori di me?”. Gli sfracelli che hanno imperversato negli anni passati in altri angoli di questo pianeta chiamato Terra perché non ci han portati a definire quei suoi “confratelli” come “annus horribilis” al pari di quest’ultimo che ci ha appena lasciati? È quella miopia da tenutari arroganti del pianeta Terra che imperversa e che detta quelle regole che ci condurranno a ben altri sfracelli futuri. Dove sono finiti tutti quei proponimenti di non tornare ad essere e a vivere come nel prima della pandemia, d’essere diversi? È bastato lo sbracamento dell’estate per far comprendere che il primate “uomo” padrone si sente e padrone vuole restare dell’aria, dell’acqua e di tutto ciò che concorre a fare “sistema” sul pianeta. Scrive la virologa dell’Ospedale “Luigi Sacco” di Milano Maria Rita Gismondo – “Il tempo non esiste. I vaccini sì” - su “il Fatto Quotidiano” sempre del 2 di gennaio: Eccoci nel 2021. Viviamo l’illusione che il 31 dicembre sia davvero una porta che si chiude verso un passato che, solitamente, non ci ha soddisfatto a pieno. Eppure in realtà, il primo giorno dell’anno non è diverso dal precedente. Felicità o tristezze non ci abbandoneranno, ignari del “passaggio” che ci ostiniamo a festeggiare in una sorta di illusione collettiva.

sabato 2 gennaio 2021

Eventi. 34 Barbero: «Uno storico si innamora sempre dell'argomento che studia. La passione è scoprire».

 

A lato. "Dante incontra Beatrice", dal dipinto di Henry Holiday (1883).

Ravenna: notte tra il 13 ed il 14 di settembre dell’anno 1321. Muore Dante Alighieri.