"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 6 maggio 2014

Storiedallitalia. 48 “In quale paese… E poi dicono la Germania”.



“La libertà di Berlusconi è un'indecenza. Un delinquente patentato può evitare di scontare la pena – attraverso l’affidamento ai servizi sociali – solo “nei casi in cui si può ritenere che il provvedimento contribuisca alla rieducazione del reo” (art. 47 della Legge sull’ordinamento penitenziario). Era chiaro perciò che le condizioni stabilite dalla legge per tale misura rieducativa non sono mai esistite. Non revocarla immediatamente diventa ora un affronto alla legge eguale per tutti, visto che il reo Berlusconi Silvio sta utilizzando quotidianamente il privilegio che gli è stato concesso per infangare le istituzioni, insultando come golpisti i magistrati che lo hanno condannato, e come torturatori quanti stanno cercando di assicurare alla giustizia il suo degno compare Dell’Utri, o addirittura per insultare un intero popolo con la speranza di un lurido tornaconto elettorale. Basta! La legge eguale per tutti viene calpestata ogni minuto di più che Berlusconi continua a passare in libertà, anziché in galera o in stringenti “domiciliari” che gli inibiscano radicalmente la scena pubblica, che invece continua impunemente a lordare. Primi firmatari: don Aldo Antonelli, Roberta De Monticelli, Angelo d'Orsi, Paolo Flores d’Arcais, Giorgio Parisi, Adriano Prosperi, Luciano Gallino, Ascanio Celestini, Salvatore Borsellino, Carlo Bernardini, Carlo Flamigni”. È questo il testo dell’appello apparso sul sito della rivista “MicroMega” il 2 di maggio. La mia firma di sottoscrizione è stata la tremilaseicentoottantasettesima. Alle ore 15.00 di oggi le firme sono trentaduemilaseicentosei. Sottoscrivendo l’appello ho lasciato il seguente messaggio: L'indecenza denunciata dal Vostro appello la si potrebbe cancellare rimuovendo da tutte le aule dei tribunali la scritta "la legge è uguale per tutti". È avvenuto che anche il giudice di Milano abbia dato man forte affinché fosse chiaro che nel paese chiamato Italia la giustizia è una giustizia legata al censo ed alla appartenenza alla cosiddetta "casta" dei politicanti. È rimuovendo quella scritta dalle aule dei tribunali che si porrà rimedio all'indecenza in atto. E forse avverrà anche una riconciliazione con le degradate istituzioni repubblicane. La realtà è questa, tutto il resto è menzogna e vergogna.

venerdì 2 maggio 2014

Capitalismoedemocrazia. 47 “Bread & Roses”.



Ieri è stato il primo di maggio. Una data che, nello spirito del tempo che mira all’omologazione al ribasso ed alla scomparsa di qualsivoglia idealità e memoria, sarà passata per i più nell’indifferenza più assoluta. Avranno fatto rumore, ma solamente un po’, gli annunciati concerti; per il resto il nulla più assoluto. E così anche di questa data andrà perduta la forte carica simbolica e la memoria che essa ha sempre rappresentato per generazioni e generazioni di “quellichelasinistra”. È l’apoteosi dello spirito del tempo che trova nell’obnubilamento delle coscienze e della memoria la più grande delle vittorie. È su questa impietosa direttiva dello spirito del tempo che i numerosi e grandi mass-media si sono sintonizzati nella ricorrenza. Nelle loro programmazioni non un pur che timido accenno alla giornata del 1° di maggio. Tranne la piccola “Laeffe” della casa editrice Feltrinelli che in prima serata ha mandato in onda quel film straordinario di Ken Loach che ha per titolo “Bread & Roses”. La stupenda opera cinematografica è dell’anno 2000, ben prima che scoppiassero tutte le bolle finanziarie di questo mondo globalizzato. Ma essa, quell’opera intendo dire, mette a nudo l’eterna contrapposizione tra sfruttati e sfruttatori.

giovedì 1 maggio 2014

Uominiedio. 13 Il demonio ed il dio danaro.



Gracchia il citofono. Chiedo: - Chi è? -. Lei: - Buon giorno, non mi conosce ma posso farle una domanda? -. Sono le 9 del mattino. Comincia bene la giornata! La voce è giovanile. Mi concedo per la domanda. – Secondo lei qual è il male del mondo? -. Da stendere chiunque. Rispondo: – Il danaro -. Lo smarrimento dell’intervistatrice deve essere enorme. Di certo non si aspettava una rispostaccia del genere. Scorre del tempo che sembra una eternità. L’intervistatrice ha però il tempo per riprendersi. Propone la sua versione. – Sì, il denaro va bene, ma del demonio cosa ne pensa? -. Oh dio, ora cosa c’entra il buon diavolo che nella economia del creato avrà pure il suo provvidenziale ruolo? Ribatto: - Penso che il vero demonio del mondo sia il danaro -. Mi verrebbe a questo punto di considerare finita l’intervista. Ma mi sento cortese alle 9 del mattino. La replica arriva, questa volta velocissima: – Sì, ma per sconfiggere quel demonio che lei dice cosa bisognerà fare? -. Rispondo: - Che gli uomini crescano un tantino di più, che se ne facciano una ragione, che maturino una maggiore consapevolezza del valore della propria vita -. Lei insiste: - Ma c’è Dio che sconfiggerà il demonio e renderà il mondo migliore e più giusto -. Mi sento sconfitto. Il demonio è l’unica identità reale che la mia intervistatrice riesca a pensare ed in cui credere. Per mia fortuna il suo benaugurante “buongiorno” chiude l’anomala intervista al mio citofono. Credo di poter dire essersi trattato di un incontro al citofono con una di quelle meravigliose persone che dedicano il loro tempo libero per la salvezza dei loro miscredenti fratelli in umanità. Di quelle meravigliose persone che per strada consegnano con un sorriso, quasi sempre, un foglietto che riporta passi del libro dell’antico testamento. Con quelle meravigliose persone si potrebbe interloquire all’infinito ma sarà impossibile rimuoverle dalle loro convinzioni.