"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 6 maggio 2020

Virusememorie. 15 «Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato».


Sostiene Francesco che è vescovo di Roma – il venerdì 27 di marzo ultimo – che “la tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità.
Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di imballare e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente salvatrici, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità. Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ego sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. (…). …non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato”. La nostra “malattia” è la malattia che avvolge ed affligge il mondo intero. Non c’è da stupirsene. Ho “ripescato” una “memoria” – della quale mi mancano i riferimenti editoriali - che risale al lunedì 13 di novembre dell’anno 2006 che ha per titolo “Una zuppa. Senza nitrato, please” di R.E. Mellone: Ogni giorno convitati invisibili siedono a tavola con noi. Veicolati dai cibi, a nostra insaputa, penetrano nell'organismo. Presto o tardi, potrebbero manifestarsi con disturbi o disfunzioni: sono i composti chimici industriali che passano nella catena alimentare da ogni genere di prodotto in uso. (…). Nel frattempo gli alimenti possono essere conditi con tutte le salse, secondo "ricette" da alambicco. Nel piatto, attraverso datteri e frutta esotica, è ricomparso il Ddt, messo al bando in Italia da 30 anni, come riferisce Rolando Manfredini, responsabile Qualità e Sicurezza Alimentare della Coldiretti: - Questo organoclorurato ha continuato a essere fabbricato in Italia per 25 anni, destinato ad altri Paesi, e ora ci torna indietro, sfuggendo agli accertamenti anche perché spesso non viene indagata la "patria" delle derrate. Nei Paesi in via di sviluppo le leggi sono molto permissive, a differenza delle nostre. In Brasile, le piantagioni vengono irrorate massicciamente con qualunque principio attivo per mezzo di aeroplani. Ai "veleni" del campo si aggiungono quelli della post-raccolta, come l'etilene usato per far maturare le banane nelle stive delle navi -. I cibi dei Paesi che non hanno ancora adottato i requisiti di sicurezza europei possono beffare i nostri più rigorosi controlli doganali, marittimi e aeroportuali. - Per il loro ingresso, fa fede il certificato dello Stato d'origine, non certo esaustivo, e il primo porto d'accesso nell'Unione europea -, dichiara Patrizia Hrelia docente di Tossicologia alla facoltà di Farmacia dell'Università di Bologna. - Grazie al principio della libera circolazione delle merci in Europa, i prodotti extracomunitari, anche se rifiutati ai nostri confini, entrano ugualmente in Italia sbarcando prima in uno Stato della Ue con sistema di verifiche a maglie larghe. Attualmente dall'Oriente sono segnalate alghe, ad alto tenore di iodio, nocive per gli ipertiroidei, pappa reale e gamberetti al cloramfenicolo, antibiotico ritenuto cancerogeno, ed erbe per gli integratori, che sono un concentrato di metalli pesanti -. (…). Da Sudamerica, Sudafrica e Cina importiamo molte materie prime che trasformiamo. I maggiori rischi connessi all'ortofrutta estera sono i residui fuorilegge di concimi, fonte di nitrati, e di fitofarmaci, sospetti cancerogeni e tossici. Recentemente i Nas hanno sequestrato 200 quintali di agrumi extracomunitari "arricchiti" di tiabendazolo, da tempo vietato in Italia. - La legislazione italiana sui pesticidi può non essere allineata ad altre per motivi commerciali e non di tutela della salute -, dice Manfredini. - Nel Nord Europa, i residui ammessi di ditiocarbonati, fungicidi per le pere, ammontano a 1 ppm (parti per milione) e in Italia a 2 ppm; la differenza è esigua ma serve come barriera per proteggere la nostra produzione. Al contrario, gli Usa agevolano i vini californiani, ostacolando i nostri, perché la loro soglia per il procimidone, impiegato per l'uva, è di 1 ppm contro il nostro di 2 ppm -. Tra i partner comunitari vige la Sovranità Nazionale, per cui ognuno ha la possibilità di definire le sostanze da utilizzare e i livelli massimi di residui.  (…). Nel Continente, l'Italia è prima per numero di allarmi lanciati sui cibi con eventuali contaminanti ma è anche tra i maggiori produttori degli alimenti denunciati, come rileva Carrefour Europeo Emilia dal rapporto 2005 del "Sistema europeo di allarme rapido per i cibi e i mangimi", o Rasff. Su 3.158 segnalazioni ricevute, 687 sono del Belpaese che ha contribuito con 115 prodotti a rischio, superato da Spagna (con 126) e Germania (con 115). Nel complesso, lo scambio di informazioni ha riguardato soprattutto pesci e crostacei con 559 avvisi che mettevano in guardia da residui farmacologici e additivi, come il monossido di carbonio nel tonno. La carne ha ricevuto 318 accuse e la verdura 332; il miele, rispetto agli anni precedenti, è risultato più ricco di cloramfenicolo e le spezie del temibile colorante Sudan 1. Il 46% degli esposti è stato a carico di prodotti extracomunitari, respinti alle frontiere europee, con più di 200 cibi "velenosi" originari da Iran, Cina, Turchia e India. Da questi Paesi sono pervenuti pistacchi e noccioline infestati da micotossine, emissioni dannose o cancerogene delle muffe. Il riscontro del pericolo può essere casuale, come a Bologna dove sono state requisite arachidi israeliane cariche di aflatossine, in seguito alla morte di un pappagallo goloso. - Gli alimenti "insani" possono essere frutto di inquinamenti accidentali -, sostiene il medico Giorgio Diaferia dell'Associazione Verdi, Ambiente e Società. - A Torino sono stati macellati cavalli polacchi resi radioattivi dai pascoli e a Trieste rintracciati funghi slavi nello stesso stato. In Serbia, l'ortofrutta è contaminata dall'uranio impoverito, sparato nel conflitto. All'Est non esistono organi di sorveglianza e si usa di tutto pur di aumentare la produzione, anche se affermano di rispettare le nostre regole. Del resto a noi manca ancora l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare... - . (…). L'Efsa-European Food Security Agency, con sede a Parma, si occupa dell'esposizione alle sostanze chimiche nei cibi, come la diossina nel pesce grasso, ma a solo livello comunitario. Non agisce da osservatorio né legifera. Le decisioni ultime riguardo ai rischi spettano agli Stati della Ue. - In Italia, dove nel 2005 sono state effettuate 70 mila ispezioni, gli alimenti sono esaminati a campione e quelli non in regola distrutti -, avverte il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, da cui dipendono i Nas. - A volte, i prodotti contaminati arrivano per vie illecite a opera della criminalità organizzata. Come nel caso dei mangimi e degli animali trattati con medicinali stranieri proibiti (tra cui l'ormone della crescita boldenone, cancerogeno), che, per eludere i controlli, sono poi "mascherati" con altri farmaci. O della carne con coloranti ed estrogeni, perfettamente legali negli Stati Uniti -. (…). - Le investigazioni sulla qualità degli alimenti, con risvolti sanitari, spettano all'Ispettorato Repressione Frodi, allo scopo di salvaguardare soprattutto l'ambiente e le aziende agricole, con circa 35 mila interventi programmati ogni anno - , spiega Emilio Gatto, direttore generale del Coordinamento Ispettivo dell'organismo del Mipaf. - Ultimamente abbiamo scoperto agrumi del Sudafrica rivestiti con cere non consentite e incrementato le ricerche sui metalli pesanti nei fertilizzanti e sulle sostanze collegate allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani -. In nome della salute Studi in corso dell'Istituto Superiore della Sanità prospettano la presenza di distruttori endocrini nel sangue e nelle urine della popolazione e consigliano una maggior cautela verso la diffusione di inquinanti con ripercussioni croniche sull'organismo. Nel gruppo dei "colpevoli" compaiono anche ftalati, alchifenoli e altri composti fuori commercio ma che sono persistenti nell'ambiente oppure dovuti a scorte ancora disponibili o a prodotti importati. I nemici della fertilità aumentano fino a 12 volte il rischio di aborto, inibiscono lo sviluppo sessuale dei bambini e danneggiano il funzionamento della tiroide. Una ricerca dell'Università La Sapienza di Roma ha evidenziato piombo, cadmio e pesticidi clorurati nel sangue di soggetti con patologie endocrino-metaboliche. A Brindisi sono stati rintracciati ftalati nel sangue delle puerpere; a Siena metaboliti dei pesticidi nell'urina dei bambini e a Brescia alti tassi di Pcb negli abitanti di un quartiere in cui lo smaltimento di tali rifiuti è stato scorretto. - Sono più di 80 mila le sostanze chimiche commercializzate, prodotte per 500 mila tonnellate annue -, dichiara Morando Soffritti, direttore del Centro di ricerche oncologiche e scienze ambientali della Fondazione Ramazzini di Bologna. - Secondo l'Accademia Americana delle Scienze, siamo in grado di valutare i rischi di non più dell'8% di questi composti. Di alcuni sappiamo gli effetti singoli ma ignoriamo quelli dei mix di elementi e delle dosi soglia, decisive in malattie come autismo, Parkinson e Alzheimer. Il Centro si è interessato del fungicida mancuzeb, impiegato al Nord da più di 30 anni, di cui non si hanno dati di tossicità ma che un esperimento sugli animali dell'Accademia delle Scienze di New York indica come cancerogeno. Negli Usa, le sostanze che provocano i tumori nei roditori sono vietate per l'alimentazione umana. In questa parte del mondo, invece, si butta discredito sugli scienziati e si è sottoposti agli attacchi delle lobby industriali -.

P.s. Le “cronache” riportate non sono state sottoposte ad aggiornamento dei dati.

1 commento:

  1. Carissimo Aldo, riflettendo su questo eccezionale post,e in particolare sulla prima parte ("...l'appartenenza come fratelli..."), mi piace ripensare a quanto afferma il grande filosofo Kant:"Congratulazione e compassione sono sentimenti sensibili di piacere e dispiacere per lo stato di benessere o dolore degli altri, per i quali già la natura ha posto negli uomini la recettività"(Kant). Queste osservazioni di Kant si situano palesemente su un piano differente da quello puramente razionale e formale della fondazione dell'etica. Quindi, dove entrano in gioco le concrete determinazioni dell'agire umano, non si può prescindere dai dati sentimentali. Nel ringraziarti per la ricchezza che rappresentano quotidianamente per me i tuoi post, ti auguro buona continuazione. Agnese A.

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