Ci risiamo. La tornata elettorale
è imminente. Ventun giorni appena. Quel che sembrava certo non lo è più. Tutto
sembra tornato indietro, come se non fossero passati tutti questi anni. Lo
sconforto assale. È che gli anni in effetti sono passati, ma si respira l’aria
insalubre di qualche anno addietro. Il 4 di aprile dell’anno 2006 postavo su
questo blog – “alloggiato” su di un’altra piattaforma – il post che ha per
titolo “La politica e l’economia del
moderno Houdini “. Sono trascorsi quasi sette anni. Tutto è oggigiorno come
prima. Ritrovo il post alla pagina 1242 dell’e-book. Di seguito lo ripropongo.
Cosa è cambiato nel bel paese? Scrive Filippo Ceccarelli nel Suo editoriale che
ha per titolo “L’eterno show del
candidato Silvio” - sul quotidiano la Repubblica del 4 di febbraio (oggi) -:
(…).
È (…) che il Cavaliere dà il meglio di
sé lasciando credere ai prediletti vecchietti che con la sua vittoria non
pagheranno il cinema, la partita, l’ingresso al museo, il viaggio in treno. A
tali vani benefici nel 2006 si sommarono anche delle dentiere (“Operazione
Sorriso”) e la possibilità, non meglio precisata, di acquisire un animale di
compagnia. E se pure la campagna elettorale a volte assume i toni della
commedia nera, è anche vero che l’ideologia berlusconiana, mutuata dalla
cultura pubblicitaria, dispone di codici emotivi che con la scusa del sogno
pescano nell’inconscio; ma a volte non ce n’è nemmeno bisogno, per cui prima
del voto del 2008 il futuro presidente arrivò a promettere ai pensionati,
dotati o meno che fossero di cani gatti e pappagallini, nientemeno che la
sconfitta del cancro e l’allungamento della vita attraverso la medicina
predittiva.(…). È possibile che, sostenuto dalla diffusissima credulità
degli abitatori del bel paese, il signor B. ripeta il miracolo?
“(…). Le cose vanno bene, le
famiglie vivono meglio. Io ieri sera sono andato al ristorante con alcuni amici
e non c’era un posto libero. Alla fine hanno dovuto dire che c’ero io e allora
hanno fatto alzare alcune persone. (…)”. Detto senza alcun rossore dall’egoarca di Arcore il 31 di marzo durante
la trasmissione “Omnibus” su La7. Confesso: sono molto compiaciuto con me
stesso di non essermi ritrovato tra quei 12 milioni di telespettatori intenti a
strafogarsi del tanto atteso dibattito-scontro elettorale. Ed a pensarci bene
sono stati in tanti ad evitare a sé stessi il rinnovarsi di un rito stantio e
divenuto quasi inutile ai fini del risultato elettorale del 9 e 10 di aprile;
gli illusionismi non servono più di tanto se ci si lascia guidare dalla
constatazione del reale. A conti ben fatti sono stati ben 4 milioni i
telespettatori che hanno deciso di non sorbirsi l’immancabile gioco di
prestigio dell’Houdini di Arcore. Il
quale non ha mancato di escogitare un trucco ulteriore da quel bravo
illusionista che si è rivelato nel quinquennio del suo (mal)governo; ora, come
per la benevolenza di un signorotto di altri tempi, saremo sgravati della tassa
sulla prima casa, la cosiddetta ICI. Bella
trovata, non c’è che dire! Anche perché il signorotto di Arcore si sgraverà
dell’imposta sulla sua disadorna e “mutuata” – poiché acquisita con un mutuo
ipotecario - bicocca adibita a prima
abitazione; con una fava due piccioni, abbindolare ancora una volta di più i
gonzi di turno, e ricavarsi il vantaggio di sicura consistenza patrimoniale. Che dire? È un prestigiatore
impareggiabile, al cui confronto quell’Houdini Harry di passata memoria non
regge il confronto. Ora che il miserello piatto di lenticchie è stato offerto
al popolo bue in cambio di un insperato – o disperato - nuovo plebiscito elettorale, ci si deve pur
chiedere: ma basta il piatto di lenticchie offerto inopinatamente dall’egoarca
di Arcore? Non ci sarebbe invece da
non smuoversi di un solo millimetro dalla condanna delle “malefatte”
dell’egoarca di Arcore per quanto attiene allo svilimento delle istituzioni, all’imbarbarimento
della vita politica del bel paese - imbarbarimento consacrato nella più
incivile campagna elettorale che possa affiorare alla mia memoria -, dallo
svuotamento delle certezze e dei ruoli che uno stato democratico e di diritto
dovrebbe garantire a tutti i suoi cittadini? Sapevamo che le macerie materiali che l’egoarca di Arcore avrebbe
lasciato sul terreno sarebbero state gigantesche; ma non di minore gravità e
dimensione sono le macerie immateriali che egli ha creato volutamente e che
volutamente consegna, senza resipiscenza alcuna, ad un popolo stremato,
immusonito e disorientato al contempo! Mancano
oramai pochissimi giorni all’appuntamento elettorale ed un dovere di
cittadinanza impone che si vada alle urne con una consapevolezza nuova,
necessaria quanto non mai, considerata l’assurdità e l’eccezionalità della
situazione politico-economica del bel paese; non servono infatti illusionismi
di sorta, promesse mirabolanti, laddove la semplice ricerca di fonti più o meno
accreditate sulla stampa possono renderci edotti dei problemi del bel paese
anche in un contesto di più largo respiro.
Trovo pertanto molto interessanti due pubblicazioni apparse sull’ultimo
numero del settimanale “Affari&
Finanza”, che non riporto, ma delle quali pubblicazioni offro gli indirizzi
sulla rete per una loro diretta consultazione. Il primo testo è a firma
dell’economista Marcello De Cecco ed ha per titolo “Le pagelle Ocse bocciano l’Italia”; il secondo testo è
dell’immancabile Giuseppe Turani, editorialista di spicco del settimanale, che
ha per titolo “Tutti i soldi della Borsa”.. Letture interessanti e che danno corpo
e sostanza ad una partecipazione più consapevole alla vicenda elettorale che
avrà il suo epilogo tra i primi refoli primaverili dell’aprile; è un buon
auspicio, poiché ricordo che con i primi refoli di un altro aprile dell’anno
1996 si celebrarono i trionfi dell’Ulivo di allora; ma i tempi erano ben altri
e senza “certe” dure emergenze dell’oggi!
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