“La nostra libertà finisce dove
inizia quella degli altri, è vero. Ma, cosa ancora più importante, la nostra
libertà si costruisce sempre insieme e grazie a quelle altrui. Senza quella
degli altri, la nostra non esiste. Quindi, aiutare gli altri a costruire la
loro libertà è il primo dovere dell'altruismo". Così afferma lo
scienziato Philippe Kourilski – membro dell’Accademia delle Scienze di Francia
- nella interessante intervista concessa a Fabio Gambaro ed apparsa sul
settimanale “D” del 10 di marzo dell’anno 2012 col titolo “Il virus altruista: siamo tutti contagiati”. Ove si parla di
grandi ideali ed aspettative degli umani. Ma dell’altruismo, o sull’altruismo,
ho pronta una bella storia che mi va di spiattellarvi subito. Una storia
semplice, semplice, ché la si potrebbe dire di tutti i giorni e delle persone
semplici e comuni. È la storia raccontatami dal signor L. Il signor L. ha un
patronimico che induce alla speranza ed alla gioia in questa vita, senza attenderne
un’altra, alquanto incerta. Il signor L. è stato, nell’arco della sua vita, un
pescatore. Le sue storie sono storie di tempeste, di reti rigonfie o quasi vuote,
della “varcuzza mia”, di una vita perigliosa ma dignitosa ed onesta. Oggi,
avanti negli anni, non gli rimane che raccontare di quella vita anche
avventurosa. E delle sue storie mi ha fatto cortesemente partecipe ogni
qualvolta ci si è incontrati sul lungomare di ******. Il signor L. a quel
lungomare è rimasto affezionato assai. Immancabilmente lo ritrovo a scrutare
lontano all’orizzonte ed a predire il tempo meteorologico che sarà. Sbaglia
raramente. Ed ecco la sua storia, che non è storia di pesca questa volta. Mi
racconta di come, nel corso della passata stagione estiva, andando per il lungomare,
abbia maldestramente perso i suoi occhiali da vista. Come abbia fatto il signor
L. a perdere i suoi occhiali da vista rimane un mistero assoluto. Il signor L.,
del resto, non riesce a darne risposta. Avanti negli anni e speranzoso nella sua
oramai abituale disattenzione rovista per lungo tempo per la casa senza
risultato alcuno. Alla fine decide di rifare gli occhiali. Dove entra
l’altruismo in questa storia? Ci entra, ci entra. Giorni addietro, deciso a rifare
gli occhiali da vista indispensabili, con la più grande delle sorprese che
questa vita possa concedere, il signor L. ritrova, presso l’abituale ottico, gli
occhiali andati smarriti nella decorsa stagione estiva. Ecco una “storia minima”
d’altruismo. Ovvero, l’altruismo di un “ signor qualcuno” che aveva operato
bene per il signor L. È che l’ottico del signor L. ha la buona abitudine di
marcare con il suo cognome l’astina sinistra degli occhiali. È stato così molto
facile, per l’incorreggibile altruista di turno, riportare in quel luogo gli
occhiali smarriti dal signor L. Un altruista che, nella canicola di quei luoghi,
ha ritenuto necessario esercitare “il dovere dell'altruismo” per salvare gli occhiali del signor L. Direbbe
il professor Kourilski, un gesto di razionale “altruità”. Si legga, di
seguito, l’intervista al professor Philippe Kourilski.
La nozione dell'altruismo viene
da lontano... - "È stato Amartya Sen, che ho conosciuto e frequentato, a
spingermi a questa nozione di altruismo. Nel suo lavoro l'economista indiano
riflette sull'idea di libertà, domandandosi se ci si possa considerare liberi
quando non si ha da mangiare. Per me, la libertà è un diritto che deve essere
sempre accompagnato da alcuni doveri, a partire da quello di pensare agli altri
e alla loro libertà. È il dovere dell'altruismo. D'altronde, tutte le libertà
sono interdipendenti: a che cosa serve essere liberi di comprare il pane, se
non c'è un panettiere che lo fa? Oggi la globalizzazione sottolinea più che mai
l'interdipendenza degli uni dagli altri" -.
L'appello all'altruismo non è
nuovo, è presente nel messaggio cristiano. - "Quando parlo di altruismo
non mi colloco sul piano dell'empatia e dell'amore, nozioni molto rispettabili,
che però qui non interessano. La mia definizione di altruismo è razionale,
circoscritta. Così ho iniziato a usare l'espressione ‘altruità’ per indicare un
dovere con una giustificazione logica, indipendente dal sentimento. (…) -.
L'altruità è diversa dalla
generosità? - "La generosità è una libertà che possiamo scegliere di
esercitare o meno; l'altruità invece è un dovere. Come la carità cristiana, che
nasce come risposta all'ingiunzione che viene da Dio. L'altruità invece ha una
dimensione laica, è una nozione fredda, slegata dal sentimento, nasce da un'analisi
razionale della realtà. Il riflusso della dimensione religiosa nella società
occidentale ha lasciato in sospeso la questione dei doveri, che nello spazio
laico sono stati spesso trasferiti alla collettività. L'individuo ha perso la
coscienza dei doveri, trasferendo alla collettività la problematica della
responsabilità. Ma oggi, gli stati asfissiati dalla crisi non riescono più a
svolgere i troppi compiti loro attribuiti. Così occorre ricostruire una morale
laica del dovere e della responsabilità, a partire dalla dimensione individuale.
E l'informazione e la cultura possono avere qui un ruolo essenziale"-.
Appellarsi all'altruità implica
rimettere in discussione l'individualismo assoluto che ha trionfato negli
ultimi anni? - "In parte sì, anche se io mi colloco sempre nell'ambito
dell'individualismo. È l'individuo che
deve definire, misurare le proprie libertà e i propri doveri, tra cui quello
fondamentale dell'altruità. Certo, mi riferisco a un individualismo diverso da
quello senza limiti, proiettato al soddisfacimento dei propri piaceri e
bisogni. Un individualismo responsabile, capace di riconoscere i propri limiti
in un processo di autovalutazione. Senza dimenticare la dimensione della
proporzionalità: chi ha più libertà, ha anche più doveri di altruità" -.
(…). Lei dice che l'altruità è un
dovere: quindi pensa che in natura non esista? - "Non so se l'altruismo
sia naturale, ma in generale sono abbastanza sospettoso nei confronti delle
teorie naturaliste del comportamento, che in passato sono state all'origine di
errori gravi come l'eugenismo. È vero che nel mondo animale esistono
comportamenti cooperativi, per esempio tra le formiche o le api, ma bisogna
stare attenti a non trarre conclusioni errate. Per me, l'altruità resta
un'attività razionale limitata all'uomo, per la quale l'educazione è
fondamentale. L'altruità si costruisce, è un atteggiamento più culturale che
naturale" -.
Cosa risponde a chi non crede al
dovere dell'altruità, e continua difendere un mondo dominato dalla lotta di
tutti contro tutti, dove dovrebbe vincere sempre il più forte? - "C'è
molta ipocrisia nel neoliberalismo radicale, quando sostiene che sviluppando le
ricchezze dei più ricchi anche i poveri ne traggono beneficio. Negli ultimi 20
anni mai è stato vero, né per i singoli stati, né sul piano internazionale. Le
disuguaglianze aumentano ovunque. I più ricchi talvolta usano la generosità per
venire in aiuto dei più poveri: è un atteggiamento nobile, ma non risolve i
problemi alla radice" -.
Occorre forse rimettere in
discussione la centralità dell'homo economicus, introducendo nuovi parametri? -
"Certo. L'homo economicus è una semplificazione che ha fatto molti
disastri. In nome delle leggi dell'economia si è imposto a tutti un unico
modello, ossessionato dalla redditività, dalla relazione costi/benefici. Bisogna
uscire da questa logica introducendo una dimensione morale nell'economia, come
hanno chiesto Amartya Sen o Joseph Stiglitz. La crisi attuale nasce da molti
fattori, ma all'origine c'è un sistema economico che ha fatto della
deregulation la sua dottrina centrale. La contestazione dei dogmi dell'economia
liberale aumenta anche nei paesi occidentali, dove questa ha prodotto molti
guai. Cresce ovunque la domanda di regole per inquadrare l'economia e tener
conto degli interessi di tutti: ma non sarà facile cambiare, ci sono troppi
interessi in gioco: e gli uomini hanno sempre paura dei cambiamenti" -.
(…). In conclusione, lei è
ottimista sull'altruismo? - "Si, la coscienza collettiva cresce ovunque.
Solo una decina d'anni fa mai avrei pensato che si sarebbe trovato il denaro
per curare l'Aids in Africa. Dominava l'egoismo e il continente era abbandonato
a se stesso. Oggi curare l'Aids è possibile. Lo stesso vale per la rosolia.
Siamo scesi a 200mila decessi l'anno: sempre molti, ma nei prossimi anni la mortalità
diminuirà ancora. Sono risultati positivi, prove d'altruismo che mi fanno esser
ottimista. (…). Il bisogno d'altruità deve diffondersi come un virus
nell'opinione pubblica mondiale, costringendo i poteri pubblici a cambiare
rotta" -.
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