"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".
martedì 25 ottobre 2022
Dell’essere. 59 Platone: «La mente non si apre se prima non si è aperto il cuore».
lunedì 24 ottobre 2022
Dell’essere. 58 Enzo Bianchi: «Nell’educazione dei giovani sarebbe opportuno non offrire “tutto”, ma insegnare a ordinare il desiderio e a scegliere».
domenica 23 ottobre 2022
Dell’essere. 57 Dietrich Bonhoeffer: «Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità».
A lato. "Procida", acquerello (2022) di Anna Fiore.
“Spicilegio”. Ha scritto Paulo Coelho in “Il diavolo e la signorina Prym”: (…). Il bene e il male hanno la stessa faccia. Tutto dipende dal momento in cui attraversano il cammino di ogni essere umano. (…). Di seguito, “Il senso di responsabilità” di Enzo Bianchi – già priore della Comunità Monastica di Bose – pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 3 di ottobre 2022: L'emergenza dovuta alla pandemia che ha ristretto il campo della nostra osservazione, la preoccupazione per la guerra ai confini dell'Europa - una guerra tra Russia e Occidente, come si è subito rivelata -, le difficoltà dovute alla recessione economica che stiamo attraversando ci hanno impedito di leggere ciò che stiamo vivendo nel quotidiano a livello individuale e sociale. Ma se si cerca di farne una lettura formulandone un giudizio ci rendiamo subito conto che l'involgarimento del gusto, l'imbarbarimento dei modi, la mediocrità e la rozzezza (quest'ultima chiamata da Robert Musil "prassi della stupidità") pervadono ogni ambiente della nostra società. Il clima in cui viviamo è ormai per molti di noi un'insostenibile pesantezza, perché deteriora e compromette la qualità della vita personale e collettiva, l'"io" e il "noi". A questo appiattimento acritico su modelli spesso importati, a una cultura segnata da competitività, aggressività, negazione del diverso, sembra non sia possibile reagire efficacemente in campo educativo, per cui l'involgarimento è dilagante. Sappiamo elencare le crisi che stiamo attraversando, ma forse alla radice di molte di queste dovremmo riconoscerne una: la crisi del senso di responsabilità. Essere responsabili significa tenere costantemente presente il volto dell'altro, degli altri, perché il volto sempre si volge a me con una domanda, un'attesa, la richiesta implicita di una risposta che è la prima forma di responsabilità. Ma per arrivare a possedere il senso di responsabilità occorre resistere all'esproprio dell'interiorità, tentata dalla dominante colonizzazione della cultura di massa, sempre più tecnicizzata. Senza una vita interiore in cui possano sorgere le domande chi mai potrà tentare vie di libertà? Anche l'educazione come potrebbe avvenire in modo fecondo senza la formazione dello spirito o della vita interiore? Troppo scarsa è l'attenzione che si dedica alla preparazione alla vita, alla formazione del carattere, all'esercizio del pensare e del discernere, e va anche denunciato come sia mancata una trasmissione da parte di quelli che dovevano essere "trasfusori di memoria". Abbiamo avuto invece dei rottamatori che ci hanno lasciato solo rovine, e ora il panorama si presenta desertificato. È soprattutto nella vita della polis che si mostra il senso di responsabilità che impedisce il regnare della demissione. Sì, la demissione di fatto non può essere chiamata con altro nome che con quello di "stupidità". Scrive Dietrich Bonhoeffer nelle lettere dal carcere: "Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità ci si può opporre con la forza... ma contro la stupidità non abbiamo difese... in determinate circostanze gli uomini vengono resi stupidi, o si lasciano rendere tali. Il potere di alcuni richiede la stupidità degli altri". Parole che dicono l'urgenza di opporre resistenza, di impegnarsi in una vita interiore, per essere dotati del senso di responsabilità.