"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 31 agosto 2020

Leggereperché. 33 Ian McEwan: «Non credo che il mondo sia davvero perfettibile. Dei romanzi ci sarà sempre bisogno».


A lato: "Worcester Cathedral" (2019), "acquarello" di Anna Fiore.

Tratto da “Siamo uomini o digitali?”, intervista di Enrico Franceschini allo scrittore Ian McEwan pubblicata sul settimanale “Robinson” del quotidiano “la Repubblica” del 31 di agosto dell’anno 2019:

domenica 30 agosto 2020

Leggereperché. 32 «Internet è stata finanziata dal “Defense Advanced Research Projects Agen”».


Tratto da “Perché Google non l'abbiamo inventato in Europa” di Mariana Mazzucato - docente di Economia alla Sussex University e di recente nominata consigliera dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’ambito economico/finanziario - pubblicato sul settimanale "D" del quotidiano "la Repubblica" del 30 di agosto dell'anno 2014: Da vent'anni a questa parte, una delle grandi domande è: dove sono i Google europei? Perché tutte le aziende anticonvenziali, creative e dinamiche vengono fuori dagli Stati Uniti e non dal vecchio continente? La risposta che sentirete spesso è: l'Europa ha tanta cultura, ha il cibo buono, la moda, ma non è "abbastanza imprenditoriale", non c'è abbastanza gente che "armeggia nei garage", e questo succede soprattutto perché da noi c'è troppo Stato e non abbastanza mercato. Questo punto di vista, che ci viene quotidianamente propinato da media e politici conservatori, ignora però il fatto che tutte le tecnologie rivoluzionarie che hanno reso l'iPhone così smart sono state in realtà finanziate dallo Stato. Non tramite rigide politiche di regolamentazione del mercato, ma attraverso politiche mirate, che hanno catalizzato la creazione di tecnologie e settori completamente nuovi. Se con il vostro iPhone potete navigare in rete ovunque vi troviate, è perché Internet è stata finanziata dal Defense Advanced Research Projects Agency, un'agenzia che fa parte del ministero della Difesa statunitense. Il GPS del vostro telefonino è in grado di dirvi dove siete in qualsiasi angolo del mondo, e a finanziarlo è stato il Navistar Satellite Program degli Stati Uniti. Anche Siri, l'assistente personale basato sul riconoscimento vocale presente sull'iPhone 5, e il pratico touch screen del telefono Apple sono stati finanziati dallo Stato. Ebbene sì: Internet, e perfino la parola nanotecnologia nascono in ambito statale. È ovvio che occorrono persone come Steve Jobs per trasformare queste visioni e queste idee in veri e propri prodotti, ma sarebbe sbagliato pensare che quel tipo di genio nasca dal nulla. Gli imprenditori come Jobs, nonché i capitali di rischio che li finanziano, hanno spesso "cavalcato" gigantesche ondate originate da denaro pubblico. Non ammettere questo dato di fatto significa mettere a repentaglio le ondate future. Più di recente, l'auto elettrica Model S della Tesla di Elon Musk ha beneficiato di un generoso prestito garantito dallo Stato (nell'ordine dei 500 milioni di dollari). Oggi Musk è il nuovo eroe della Silicon Valley. Ma un finanziamento di dimensioni analoghe all'azienda specializzata in energia eolica Solyndra non è andato a buon fine, e l'azienda è fallita. Della vicenda di quest'ultima hanno tutti sentito parlare e la usano per scagliarsi contro l'incapacità dello Stato di "puntare sui cavalli vincenti", mentre in pochi parlano di una vicenda di successo come quella del prestito Tesla. Eppure, quando si tratta di innovazione, i fallimenti sono inevitabili: per ogni Tesla esistono venti Solyndra. Ma se i finanziatori privati possono utilizzare i proventi delle operazioni di successo per coprire quelle in perdita, lo stesso non vale per lo Stato. Perché ancora non abbiamo riconosciuto il suo vero ruolo: quello di imprenditore che corre più rischi. Così facendo, si è creata una situazione nella quale sono solo i rischi, a far discutere, e non i guadagni. Gli economisti ritengono che questa nuova ondata di investimenti finanziati dallo Stato avrà un ritorno attraverso le tasse. Ma né Google (il cui algoritmo è nato a spese dei contribuenti) né Apple pagano granché di tasse, almeno in confronto alle loro entrate.

sabato 29 agosto 2020

Ifattinprima. 83 «Una semplice domanda: B., Salvini, Bannon, Briatore… ma uno normale mai?».

 
Quadro primo. Tratto da “Don Flavio” di Marco Travaglio, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 26 di agosto: Ricordate don Ferrante, una delle figure più tragicomiche de I promessi sposi? La peste faceva strage, ma il governo spagnolo e la scienza al seguito la negavano o la minimizzavano. La gente la vedeva, se la buscava, ne moriva. Però don Ferrante, scienziato di regime, diceva che non era peste, ma una “fatale congiunzione di Saturno con Giove”. Scrive Manzoni: “Su questi bei fondamenti, don Ferrante non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle”. (…). Il Covid non è la peste e Briatore non è uno scienziato, sebbene gli house organ destronzi lo tràttino come tale, anche perché non s’è mai capito esattamente cosa sia. Certamente è, o almeno era fino a ieri, uno degli spiriti guida della destra berlusconian-salviniana. Poi, dopo mesi passati a raccontare la favola del Covid inventato dal governo comunista per metterci tutti ai domiciliari, imbavagliarci con le mascherine, abolire le elezioni, conservare il potere, distruggere l’economia e regalare soldi ai poveracci con le mogli cesse anziché ai ricchi con le donne fighe, quando bastava qualche pillola di “tachipirigna” (testuale), s’è scoperto che il Billionaire è più contagioso di Codogno, Vo’ e Alzano Lombardo messi insieme, anche se per lui chiudere le discoteche è roba da sfigati che “non fanno un cazzo nella vita”. L’anziano gagà cuneese aveva da giorni i sintomi del Covid ma, visitato al telefono dal professor Zangrillo (“Dica trentatré”), si diagnosticava un raffreddore e, anziché mettersi in quarantena, continuava a girare senza mascherina incontrando centinaia di persone senza mascherina, poi partiva per Montecarlo impestando un altro bel po’ di gente, infine si preoccupava e volava a Milano, perché lui le tasse le paga a Montecarlo ma si cura in Italia, e ora è ricoverato per Covid in un reparto non Covid del San Raffaele, completando la collezione di condotte vietate dalla legge.