Segnava l’anno undicesimo del
terzo millennio. Anno quarto dall’inizio della grande “crisi globale”. Al tempo
i visionari ed i negazionisti s’industriavano a diffondere la vulgata della
non-esistenza della grande “crisi globale”. Oggigiorno sappiamo
bene come sia andata a finire. Il primo di ottobre dell’anno 2011, prima ancora
che questo blog trasmigrasse sull’attuale piattaforma digitale, mettevo in Rete
il primo post della serie “Capitalismoedemocrazia”.
Titolo di quel post che ho fortunatamente salvato dagli abissi oscuri della
Rete: “L´occasione della crisi”. A quel
tempo era tutto un vaticinare soluzioni affinché la “crisi globale” fosse di
slancio superata. Affinché la corsa alla “ripresa”, altra parola magica, per
non voler dire alla ripresa del grande consumo o sperpero collettivo, potesse
in breve tempo ripartire. Cinismo puro! Poiché al tempo, quale imputato primo della
grande “crisi globale”, veniva indicato lo Stato sociale. Fortuna e
vanto della vecchia Europa. E tutti ad andar dietro alla bugiarda novella:
ridimensionare se non abbattere lo Stato sociale. La Grecia ha insegnato. Intanto
accadeva che i soliti noti
approfittavano della grande “crisi globale” per ri-sistemare i
giganteschi conti in rosso delle banche e delle varie attività finanziarie.
"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".
sabato 31 maggio 2014
venerdì 30 maggio 2014
Cosecosì. 82 “Il carisma e quelli che… ho ragione io e basta”.
È che il post-elezioni è sempre
difficile da metabolizzare. Finite sono le suggestioni. Di quelli che hanno, a
dir loro, vinto. Di quelli che non ammetteranno mai di aver perso. È che nel
post-elezioni si perde di vista quello che un tempo veniva definito il “bene
comune”. Che nelle democrazie rappresenta il massimo dei traguardi.
Poiché il risultato elettorale non è mai, in verità, il misuratore della buona
salute delle democrazie. La Storia grande sta lì a darcene prove inconfutabili.
Anzi è all’indomani delle elezioni che vengono allo scoperto i malanni che
affliggono le società democratiche. Soprattutto in quelle nella quali la “pialla”
del potere ha ben levigato il pensiero critico. Per la qual ragione montano in
cattedra “Quelli che… ho ragione io e basta”.
Che poi è il titolo del pezzo che Bruno Tinti ha pubblicato su “il Fatto
quotidiano” di oggi.
giovedì 29 maggio 2014
Storiedallitalia. 52 Storie dall’Italia post-elettorale.
Ben strano paese è l’Italia. Quella che sorprende
sempre gli stranieri. Che ci ridono sopra. Dopo. Strano assai questo paese dove
diventa difficile stabilire vincitori e vinti. Ché di vincitori e vinti vien
giusto di parlare, dopo aver trasformato il voto elettorale in una gara a chi
le sparasse più grosse. Donde, come in tutte le gare, ci sarà pure un vincitore
e ci sarà pure un vinto. Altrimenti che gara è stata? Ma nel paese delle
stranezze può accadere che ci sia pure una “vittoria posticipata” ma sempre vittoria
è. Ecco, una vittoria a tavolino.
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