"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

sabato 31 maggio 2014

Sfogliature. 24 “L´occasione della crisi”.



Segnava l’anno undicesimo del terzo millennio. Anno quarto dall’inizio della grande “crisi globale”. Al tempo i visionari ed i negazionisti s’industriavano a diffondere la vulgata della non-esistenza della grande “crisi globale”. Oggigiorno sappiamo bene come sia andata a finire. Il primo di ottobre dell’anno 2011, prima ancora che questo blog trasmigrasse sull’attuale piattaforma digitale, mettevo in Rete il primo post della serie “Capitalismoedemocrazia”. Titolo di quel post che ho fortunatamente salvato dagli abissi oscuri della Rete: “L´occasione della crisi”. A quel tempo era tutto un vaticinare soluzioni affinché la “crisi globale” fosse di slancio superata. Affinché la corsa alla “ripresa”, altra parola magica, per non voler dire alla ripresa del grande consumo o sperpero collettivo, potesse in breve tempo ripartire. Cinismo puro! Poiché al tempo, quale imputato primo della grande “crisi globale”, veniva indicato lo Stato sociale. Fortuna e vanto della vecchia Europa. E tutti ad andar dietro alla bugiarda novella: ridimensionare se non abbattere lo Stato sociale. La Grecia ha insegnato. Intanto  accadeva che i soliti noti approfittavano della grande “crisi globale” per ri-sistemare i giganteschi conti in rosso delle banche e delle varie attività finanziarie.

venerdì 30 maggio 2014

Cosecosì. 82 “Il carisma e quelli che… ho ragione io e basta”.



È che il post-elezioni è sempre difficile da metabolizzare. Finite sono le suggestioni. Di quelli che hanno, a dir loro, vinto. Di quelli che non ammetteranno mai di aver perso. È che nel post-elezioni si perde di vista quello che un tempo veniva definito il “bene comune”. Che nelle democrazie rappresenta il massimo dei traguardi. Poiché il risultato elettorale non è mai, in verità, il misuratore della buona salute delle democrazie. La Storia grande sta lì a darcene prove inconfutabili. Anzi è all’indomani delle elezioni che vengono allo scoperto i malanni che affliggono le società democratiche. Soprattutto in quelle nella quali la “pialla” del potere ha ben levigato il pensiero critico. Per la qual ragione montano in cattedra “Quelli che… ho ragione io e basta”. Che poi è il titolo del pezzo che Bruno Tinti ha pubblicato su “il Fatto quotidiano” di oggi.

giovedì 29 maggio 2014

Storiedallitalia. 52 Storie dall’Italia post-elettorale.



Ben strano paese è l’Italia. Quella che sorprende sempre gli stranieri. Che ci ridono sopra. Dopo. Strano assai questo paese dove diventa difficile stabilire vincitori e vinti. Ché di vincitori e vinti vien giusto di parlare, dopo aver trasformato il voto elettorale in una gara a chi le sparasse più grosse. Donde, come in tutte le gare, ci sarà pure un vincitore e ci sarà pure un vinto. Altrimenti che gara è stata? Ma nel paese delle stranezze può accadere che ci sia pure una “vittoria posticipata” ma sempre vittoria è. Ecco, una vittoria a tavolino.