
"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".
giovedì 3 settembre 2020
Leggereperché. 35 «Sono arrivato ad avere pensieri che non condivido: la politica non serve a niente».

mercoledì 2 settembre 2020
Leggereperché. 34 «Nietzsche: vince chi, pur riconoscendo l'inganno dell'esistenza, gioiosamente lo accetta».
A lato: "Villaggio portoghese" (2020) "acquarello e penna" di Anna Fiore.
Tratto da “Sì
ad illusioni e maschere, se ci aiutano a vivere” di Umberto Galimberti,
pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 2 di
settembre dell’anno 2017: Lo diceva anche Nietzsche: vince chi, pur
riconoscendo l'inganno dell'esistenza, gioiosamente lo accetta. (…). Noi, al
pari di tutti i viventi, siamo funzionari della specie. E siccome non ci
rassegniamo, abbiamo inventato niente meno che la storia, per sentirci autori e
soggetti delle azioni che compiamo. Gli uomini più delle donne le quali,
vincolate com'erano fino a pochi anni fa a una sessualità sostanzialmente
riproduttiva, non hanno avuto tempo, a differenza degli uomini privi di questo
vincolo, di giocare, come hanno fatto gli uomini, prima alla caccia, poi alla
guerra; appena più evoluti, hanno inventato i miti, poi le religioni, in
seguito le ideologie, da ultimo la scienza e la tecnica al momento al servizio
del mercato, dettando le leggi che decidono come deve andare il mondo. Un mondo
tutto inventato e contrapposto alla natura, ridotta a materia prima da
utilizzare, in vista della costruzione del mondo come da loro concepito. "Il
mondo come rappresentazione", direbbe Schopenhauer, per sfuggire alla vera
realtà costituita dal "mondo come volontà". "Volontà di
vita" che si esprime ovunque trova le condizioni, senza ragione e senza
perché, quindi "volontà irrazionale", a proposito della quale
Schopenhauer scrive: "Il soggetto del gran sogno della vita è in un certo
senso uno soltanto, la volontà di vivere".
martedì 1 settembre 2020
Lalinguabatte. 98 «Resta instillata nella memoria dei telespettatori non tutta la sequenza razionale ma solo frammenti di informazione».
Tratto
da “Discutere è un'arte. Marziale”,
colloquio tra la giornalista Simonetta Fiori e lo scrittore – ed ex magistrato
– Gianrico Carofiglio pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del
28 di agosto 2020: (…). Processo ai talk show da parte d’un ex giudice che non li
disdegna? «In realtà non sono tutti eguali (…). Talvolta l’obiettivo dichiarato
è scatenare la zuffa con disprezzo totale della verità. In altri casi prevale
il tentativo di approfondire anche se l’esito non è sempre felice. Ma quel che
è interessante è il sentimento con cui in molti partecipano, che è poi lo
Zeitgeist contemporaneo, lo spirito del tempo: l’idea che la comunicazione
politica sia soprattutto manipolazione, contraffazione, imbroglio. Di fronte a questa grave stortura sono
possibili due strade. Uno potrebbe anche decidere: non ci vado e non vedo i
programmi. Ma è una soluzione? Io ho scelto di accettare questa ineluttabile
conflittualità e di scommettere sulle infinite possibilità dell’intelligenza».
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