Tratto
da "È come lo shock petrolifero del
'73: al 50% sarà recessione globale", intervista di Eugenio Occorsio a
Kenneth Rogoff – economista ad Harvard – pubblicata sul settimanale “A&F”
del quotidiano “la Repubblica” del 2 di marzo 2020:
"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".
martedì 3 marzo 2020
lunedì 2 marzo 2020
Lalinguabatte. 95 «La cultura usa-e-getta della gratificazione istantanea».
Che si abbandoni, seppur per
poco, la vicenda del “coronavirus”, perfetta “macchina
di distrazione di massa”, per approdare su lidi più ospitali ed agevoli
ove si parla dell’”umana sessualità” e delle sue più recenti manifestazioni. Difficile
in verità addentrarsi in una materia tanto ostica e dai mille risvolti e
significati più o meno palesi. Roba da psicoanalisti. Io non ne posseggo le
competenze. Lascio parlare il sociologo Zygmunt Bauman in una delle Sue fatiche
scritte per un supplemento del quotidiano “la Repubblica” – del 6 di dicembre dell’anno
2008 - che ha per titolo “Veloce non è
sexy”, che in parte di seguito trascrivo.
domenica 1 marzo 2020
Cosedaleggere. 29 «Il bibliofilo è esposto all’insidia dell’imbecille».
Lo riconosco. Devo un immenso “grazie”
che non finirà mai e poi mai al grande, indimenticabile Umberto Eco. Lo devo
per lo spunto iniziale, per la battuta facile, che in tante occasioni, dovendo
parlare del leggere e/o dei libri, ho potuto avere utilizzando il Suo
straordinario neologismo “libridinoso”, ovvero di chi ha un
rapporto particolare con i libri, quasi a volerne essere una loro parte nel
profondo anche della loro struttura fisica più intima, tanto da desiderarne
sempre il fisico contatto e desiderosi alquanto e sempre d’inalare quell’odore
particolare che da essi si espande, come sublime delicato olezzo, allorquando
si proceda alla loro prima sfogliatura. Sarà pure una deviazione della mente, ché
le vie della mente umana sono sempre impreviste ed imprevedibili, ma il
possesso dei libri, la loro custodia, il piacere intimo di saperli riposti in
quel tal luogo, su quel preciso scaffale, ha un profondo effetto di
soddisfazione nel “libridinoso” conclamato e riconosciuto. Devo purtroppo
ammettere di fare parte della schiera, ritengo ben nutrita, dei “libridinosi”.
Si era certamente già capito. E quante volte mi sono visto costretto
all’acquisto di un altro volume dello stesso titolo da dare in prestito a
seguito di una imprudente richiesta di lettura. Tale è la condizione umana del “libridinoso”.
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