"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

venerdì 3 aprile 2015

Oltrelenews. 36 “Jobs-Balls”.



Da “Non si gioca così coi dati solo per un tweet”, intervista di Carlo Di Foggia al sociologo Luca Ricolfi (docente di “Analisi dei dati” presso l’Università di Torino, animatore della “Fondazione Hume”, editorialista del quotidiano “Sole24Ore”) pubblicata su “il Fatto Quotidiano” del 2 di aprile 2015: «Sì, mi sono accorto del putiferio». (…). Lei ha parlato addirittura di “segnali di fumo” mandati dal governo. «Perché c’erano numerose anomalie in quei dati comunicati alla stampa da Poletti». Quali? «Mancava quasi tutto. I dati ufficiali sono trimestrali e relativi a tutti i tipi di contratti e di settori, e inoltre includono anche le cessazioni. I dati forniti dal ministro nei giorni scorsi, invece, ignorano le cessazioni, sono al netto del lavoro domestico e della Pubblica amministrazione e sono lacunosi (ci sono certi mesi dell’anno e non altri)». Com’è possibile che un ministro arrivi a comunicare solo dati parziali, peraltro senza metterli per iscritto? «Perché, come quasi tutti i politici, pensa che avere per un giorno i titoli dei giornali faccia bene alla salute dell’anima e porti voti al partito. Tanto poi se i dati sparati senza controllo vengono smentiti, quasi nessuno si premura di dargli altrettanta visibilità».

giovedì 2 aprile 2015

Oltrelenews. 35 “Occupazione”.



Da “Lavoro, altro che miracolo Poletti costretto a smentirsi” di Carlo Di Foggia, su “il Fatto Quotidiano” dell’1 di aprile 2015: (…). Ieri (31 di marzo n.d.r.) l’Istituto di statistica ha diffuso i dati mensili sull’occupazione: nel solo mese di febbraio si registrano 44 mila occupati in meno (quasi tutte donne) e 23 mila disoccupati in più (+0,7 per cento), con il tasso di disoccupazione che sale al 12,7 per cento, tornando ai livelli del dicembre scorso. Rispetto a febbraio 2014 – primo mese dell’era di Matteo Renzi a Palazzo Chigi – l’occupazione è cresciuta dello 0,4 per cento (+93 mila), mentre la disoccupazione ha fatto un forte balzo in avanti del 2,1 per cento: significa 67 mila posti di lavoro persi. Solo poche ore prima, il Sole 24 Ore riportava anche la retromarcia del ministro del Lavoro Giuliano Poletti: dopo aver sbandierato pochi giorni fa i “79 mila contratti stabili in più siglati tra gennaio e febbraio”, Poletti si è deciso a comunicare al quotidiano della Confindustria anche quelli “cessati”, ridimensionando così il loro numero a 45.703, buona parte dei quali, come si temeva, sono stabilizzazioni di contratti precari e non nuovi posti di lavoro. È la certificazione di una corsa ad accaparrarsi l’incentivi stanziati dal governo con la legge di Stabilità: la decontribuzione fino a un massimo di 8.060 euro, che ha provocato una valanga di richieste all’Inps e potrebbe portare nel giro di pochi mesi a esaurire le risorse stanziate (1,9 miliardi di euro nel 2015).

mercoledì 1 aprile 2015

Oltrelenews. 34 “Monetecontro”.



Da “Euro e dollaro, una relazione difficile” di Paul Krugman, sul quotidiano la Repubblica del 23 di marzo 2015: (…). Evviva il dollaro forte! Forse, però, non è il caso di esultare. Di fatto il dollaro forte è un male per l'America. Sull'immediato indebolirà la nostra ripresa economica a lungo rimandata, aumentando il deficit commerciale. In senso lato, il messaggio che l'impennata del dollaro lancia è che siamo meno distaccati di quanto molti pensassero dai problemi oltreoceano. In particolare, dovremmo riflettere sull'accoppiamento dollaro forte ed euro debole come a un modo col quale l'Europa esporta i suoi problemi nel resto del mondo. America inclusa. Negli Stati Uniti di recente la crescita è migliorata e l'occupazione è salita con un ritmo che non vedevamo dai tempi della presidenza Clinton. Nonostante ciò, la situazione in cui versa l'economia lascia ancora molto a desiderare.