Ha lasciato scritto Leonardo
Sciascia nel Suo “Il giorno della
civetta” (1961): “Tutta l’Italia va diventando Sicilia.
Dicono che la linea della palma, il clima propizio, viene su, verso nord,
di cinquecento metri ogni anno. Io invece dico: questa linea della palma, del
caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già
oltre Roma…”. Lo scriveva in tempi ben diversi dai nostri che ci son
dati da vivere. Ma solamente chi non aveva voglia di vedere e di sentire ha
potuto ignorare l’intuizione letteraria dell’uomo di Racalmuto. La miopia
voluta ha portato allo stato attuale di disfacimento etico e morale. Hanno ben
poco da indignarsi coloro che, investiti da responsabilità istituzionali hanno
fatto, come suol dirsi, “orecchio da mercante”. È che con la “linea
della palma” si è diffusa dal sud al nord quella cultura del “tengo
famiglia” che tanto ha nuociuto e nuoce tuttora alla civile convivenza
nel bel paese. Ne scriveva l’8 di dicembre dell’anno 2012 il professor Umberto
Galimberti in una riflessione che ha per titolo “Mi manda la cosca”, riflessione pubblicata sul settimanale “D”:
"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".
lunedì 9 giugno 2014
venerdì 6 giugno 2014
Storiedallitalia. 54 “La Grande ipocrisia”.
Ha scritto ieri, 5 di giugno,
Massimo Giannini sul quotidiano la Repubblica un pezzo che ha per titolo “La Grande Ipocrisia”. È quella
categoria dell’essere, “la grande ipocrisia”, che ben si
attaglia e contraddistingue gli abitatori del bel paese nella loro stragrande
maggioranza. Li catalogherebbe il sommo Poeta tra gli “ignavi”. Indifferenti a
tutto ciò che non rientri nel proprio “particulare”. E sì che gli allarmi
non sono mancati. Anzi. Appena raggiunta la soglia minima della comunicazione,
anticamera della conoscenza, che mal si accompagna quest’ultima alla civica
consapevolezza responsabile, quegli impavidi, catalogati quali allarmisti, venivano
tacitati ed indicati quali mestieranti mestatori. La tranquillità del vivere e
del fare ha sacrificato sul suo rubro altare quanto di meglio la responsabile
civile convivenza avrebbe meritato e richiesto. Ha scritto Massimo Giannini: Il 17
maggio è entrata in vigore la legge numero 67, che introduce la possibilità di
chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali nei procedimenti per delitti
economico-finanziari con pene fino a 4 anni di detenzione. In questi casi, su
richiesta del soggetto incriminato, si sospende il processo e si avvia un
percorso di servizio e risarcimento, di durata massima 2 anni, al termine del
quale il reato si estingue. Nella lista dei delitti per i quali si può ottenere
il beneficio ci sono l'omessa dichiarazione dei redditi, la truffa, il falso in
bilancio e persino il furto. Questo sì, a tutti gli effetti, ha le fattezze di
un "colpo di spugna", studiato proprio per i reati dei "colletti
bianchi". Il Parlamento approva unanime la legge, il 2 aprile scorso,
nell'indifferenza dei più. (…). Delinquere non è poi così compromettente. Alla
fine si può scendere a patti.
giovedì 5 giugno 2014
Storiedallitalia. 53 “Uli Hoeness, chi?”.
Uli Hoeness, chi? E già. Nel
profluvio di comunicazioni che si rovesciano a catinelle ma che non sono
informazioni ve ne sarete di già dimenticati. Nell’era della comunicazione a
tutto campo ed a tutto spiano è importante comunicare, per l’appunto, e non già
informare. Sapevate, pertanto, che Uli Hoeness è dallo scorso lunedì ritenuto in
un carcere della supponente Germania per scontare la sua pena di frodatore del
fisco? Per ben tre anni da scontare! Sono certo che non lo sapevate. La notizia
l’ho scovata in un articoletto breve breve su “il Fatto Quotidiano”. Che Uli
Hoeness fosse entrato in carcere per rendere alla collettività della Germania il
maltolto non avrebbe interessato nessuno nel bel paese. O avete avuto traccia
della notizia? Smentitemi. È che notizie di questo genere nel bel apese non
interessano a nessuno. È qui la differenza tra il bel paese ed il resto dell’Europa.
E su queste basi non riusciremo mai e poi mai ad avere quella credibilità che
pretendiamo dagli altri. E tanto per rinfrescare la memoria vi rendo una
brevissima cronaca del misfatto di Uli Hoeness che al tempo ci è stata fornita da
Caterina Soffici su “il Fatto Quotidiano” del 15 di marzo ultimo col titolo “Evasione, Mr Bayern piange: all’estero si
va in galera”:
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