Da “Neutrale
sarà lei” di Marco Travaglio, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 9 di
maggio 2018: (…). “Buongiorno, signori e soprattutto signore: sulla mia neutralità
fra mafia e antimafia, essendo prematuramente scomparsi Bontate, Teresi,
Mangano, Riina e Provenzano, può testimoniare l’amico Dell’Utri, ma solo se gli
date la grazia. Interessa l’articolo?”. “Come se avessimo accettato, dottor
Berlusconi. Grazie, si accomodi, ora abbiamo parecchio da fare”.
“Salve, sono l’onorevole Rosato, ma tutti mi
chiamano Rosatellum, espressione latina notoriamente neutra: posso servire?”.
“Guardi, non ci provi neppure: se siamo in questo casino è soprattutto colpa
sua. Sparisca”.
“Signori miei, ve l’avevo detto che prima o
poi da me dovevate tornare. Non credo di dovervi dimostrare la mia neutralità:
io tra Bersani e Verdini, tra Saviano e Berlusconi, tra Rai e Mediaset, tra la
Carta costituzionale e la carta igienica, non ho mai fatto differenze. E ora
tifo per il tanto peggio tanto meglio. Neppure la Svizzera è più neutrale di
me. Che dite, vado bene?”. “Senatore Renzi, ancora lei?”. “In subordine, vi
segnalo Maria Elena Boschi, assolutamente neutrale fra i banchieri di Etruria e
le vittime di Etruria”. “Si accomodi alla porta, e alla svelta: se la vede
Mattarella, fa uno sproposito”.
“Insigni esaminatori, sarò breve: la mia
esperienza di governo si contraddistinse per la più rigorosa neutralità, quindi
credo di aver diritto a una seconda chance, con la mia valida collaboratrice
qui a fianco”. “Senatore Monti, professoressa Fornero, pietà: voi non siete
neutrali, siete dei neutralizzatori. Se si viene a sapere che siete qui, la
gente dà l’assalto al Quirinale. Tornate a casa con i vostri cetrioli che
magari, quando partono, sono pure neutrali, ma quando arrivano a destinazione…
beh lasciamo perdere”.
“Greggi siggniori, amici cari, se cercate
pessoni neutrale, non dimenticato ché io mi candidabbi in Svizzero, la nazzione
asciatica più neutrala della storia”. “Grazie, onorevole Razzi, la terremo
presente, abbiamo giusto un buco all’Istruzione, Università e Ricerca
scientifica”.
“Cari concittadini, penso di fare proprio al
caso vostro: come capo politico, volevo allearmi sia con la Lega sia col Pd,
perché non sono né di destra né di sinistra. Quindi sono neutralissimo”.
“Scusi, onorevole Di Maio, ma lei non è dei 5Stelle?”. “Ah, già, non ci avevo
pensato. Chi l’avesse mai detto”. “Ci stia bene”.
“È qui che si fanno i provini di neutralità?”. “Sì, signora, ci dica”. “Io sono neutrale in quanto esperta di neutrini”. “Neutrini?”. “Sì, quelli che fanno su e giù nel tunnel dal Cern di Ginevra ai laboratori del Gran Sasso”. “Ah, ma lei è la Gelmini”. “E uso sempre il sapone neutro”. “Interessante”. “Vi faccio la faccia neutra? Mi dicono tutti che, quando la faccio, ho la vivacità di un termosifone spento”. “Grazie, non si incomodi, ci basta così al naturale. Torni pure sul Gran Sasso e resti in attesa di una nostra chiamata”.
“Ehilà, ragazzi, serve una mano neutrale? Io
sto con Berlusconi e contemporaneamente voglio allearmi con Di Maio che vuole
allearsi con tutti tranne che con Berlusconi. Franza o Spagna, purché se magna.
Più neutrale di così! Dite al babbione di darmi l’incarico, due minuti e ci
penso io”. “Onorevole Salvini, sono due mesi che chiede due minuti. Quella è la
porta”.
“Ehm, buongiorno. Scusate se parlo…”. “Ma si
figuri, siamo qui apposta per ascoltarla. Lei chi sarebbe?”. “È una parola,
mica è facile a dirsi, diciamo che sarei un reggente, o così almeno mi han
detto al partito”. “Che partito?”. “Mah, una volta si chiamava Democratico, ora
francamente non saprei: quelli cambiano tutto e non mi dicono mai niente”.
“Cosa desidera?”. “Io niente, ma un amico mi ha detto che cercate gente
neutrale e allora chi meglio di me: io non ho idee e, le rare volte che ne ho
una, me la fanno subito cambiare”. “Guardi, siamo talmente disperati che
potrebbe pure andare. Le va di rispondere a qualche domanda?”. “Se
reggo…”.“Gelato alla frutta o alle creme?”. “Non saprei, lascio sempre fare al
gelataio”. “Milan o Inter?”. “Sono felice quando vincono entrambe”. “Con sua
moglie come va?”. “Benino, anche se, da quando sono reggente, mi hanno detto di
non sbilanciarmi e così, la sera, insomma… lei vorrebbe… ma io niente: ‘No,
cara, in questi frangenti preferisco non espormi’…”. “Come ha detto che si
chiama?”. “Non ve l’ho detto, perché non ne sono così sicuro. Però mi è parso
di sentire qualcuno chiamarmi Martina”. “Ma di nome o di cognome?”. “Ah non
chiedete a me. Quelli dicono ‘Martina’ e basta”. “Ok, le faremo sapere
(sottovoce) Maronn’ come sta messo questo…”. (…).
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