"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 18 dicembre 2011

Storiedallitalia. 1 E però…


- E però quando c’era lui i treni… -. – E però quando c’era lui si dormiva con le chiavi alla porta… -. – E però quando c’era lui il rispetto… -. Il lui in questione è il precedente cavaliere d’Italia. L’altro, quello in camicia nera. Quello della guerra e prima ancora quello del confino per tutti quelli che, a differenza di quelli che non dicevano nulla e si coltivavano i fatti propri, continuavano a dire che non era affatto vero che tout va très bien madame la marquise, per come si è cantato dagli anni trenta in poi del secolo ventesimo. Affermava il martire Piero Gobetti, martire voluto da quel cavaliere in nero ed uose bianche per le grandi occasioni ed adunate: - La lotta politica in regime mussoliniano non è facile, non è facile resistergli perché egli non resta fermo a nessuna posizione, a nessuna distinzione precisa ma è pronto a tutti i trasformismi -. Poiché il trasformismo è la regola prima che domina e perverte la vita pubblica del bel paese. A quella regola non ci si sottrae mai; è il passepartout per risolvere tutti i problemi e gli affanni della vita associata, per entrare in tutti gli avamposti possibili della politica e del trafficume nazionale. Ne conosceva l’intima sostanza un maestro del giornalismo di questo paese, quell’Indro Montanelli che nel Suo indimenticabile Soltanto un giornalista ebbe a scrivere: - (…). Questo Paese è quello che è – ignorante, superficiale, capace di qualche effimero furore, ma non di veri e propri sentimenti e risentimenti morali - perché così l’ha fatto la scuola ed è la politica che ha fatto la scuola così. (…) -. Ho letto sul quotidiano l’Unità un pezzo singolare ed in pari tempo notevole di Enzo Costa che ha per titolo Il ritornello del «Quando c’era lui... », che di seguito trascrivo nella sua interezza. Questo è il paese ove trionfa sempre il dire ed il non dire, che nella forma più in voga diviene l’intramontabile, ambiguo e però… Pensiamoci sopra.

“E però il governo è lento.
E però quando c’era il nostro governo eravamo velocissimi, a varare leggi, decreti, lodi ed encomi, tutti quanti puntualmente ad berluscam.
E però quando c’era Lui i legittimi impedimenti arrivavano in orario, signora mia!
E però ora che c’è Monti ci sarà meno lavoro, per la Consulta.
E però ora che c’è Monti, crollano i mercati delle barzellette scadenti.
E però ora Monti ha dato un’accelerata sospetta.
E però dicevate che il problema era Berlusconi, eppure, ora che Lui non c’è più, lo spread sale lo stesso.
E però, nel caso ci fosse ancora, a che punto è lo spread ce lo direbbe Margherita Hack, trovandosi più vicino alle stelle che alla terra.
E però il fatto che di Lui ora rammentiamo solo i disastri economici (ridimensionandoli pure), rimuovendo quelli culturali, sociali ed etici, significa che Lui ha vinto (la partita della manipolazione).
E però dateci tempo, e poi rimuoviamo anche i Suoi disastri economici.
E però ad appoggiare Monti la sinistra si snatura e rompe con la Cgil.
E però se non l’avesse appoggiato avremmo detto che non c’è più la sinistra responsabile di una volta.
E però le conveniva insistere per votare, e conveniva anche a noi, così l’avremmo attaccata meglio.
E però ora l’Europa non ci ride più dietro, ma, come spazzacamino e calamaio, la parola cucù cadrà tristemente in disuso.
E però ora Frattini non si vedrà, esattamente come prima.
E però si aprirà una grave crisi diplomatica con dittatori, despoti, raìs e zar di tutte le galassie.
E però Rotondi, per mancanza di cose da fare, bivaccherà in tutti i talkshow, esattamente come prima.
E però La Russa darà in escandescenze in tv, ma senza più la possibilità che faccia seguire una dichiarazione di guerra.
E però la Santanché capeggerà rivolte popolari contro il governo dei poteri forti da un privé del Billionaire.
E però noi de il Giornale siamo contro i poteri forti dell’Italia, e per il poverello di Arcore.
E però molti di noi che additano i poteri forti rimpiangono un potente fortissimo, e fardato.
E però noi della Lega non lo vogliamo, il governo dei banchieri, ci bastava il sottogoverno di Credieuronord.
E però noi della Lega, per gli editorialisti terzisti, come forza di governo dimostravamo affidabilità.
E però noi della Lega eravamo così istituzionalmente affidabili da gestire il ministero dell’Interno, che adesso che siamo all’opposizione è il ministero della Guerra di un Paese occupante la Padania.
E però noi della Lega siamo così istituzionalmente affidabili che appena è caduto Berlusconi ci siamo affidati al Parlamento: del Nord.
E però noi della Lega ora ci siamo dati a parole xenofobe, ma non più su carta intestata del governo.”

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