Tratto da “Paraponziponzipò”
di Marco Travaglio, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 27 di giugno 2019: (…).
…zufola garrulo il Merlo (Francesco Merlo sul quotidiano la Repubblica
del 26 di giugno n.d.r.) – “il Comune di Sala non ha subìto processi,
non ha la cattiva fama della Regione, non ci sono scandali giudiziari”. C’è
solo un processo al sindaco Sala per falso in atto pubblico sull’appalto più
grande di Expo, ma che sarà mai. Infatti “Sala ha già ricordato che l’Expo
ancora prima di cominciare fu sconvolto dagli scandali e dalle tangenti e che
lui si trovò circondato da inquisiti, arrestati, condannati, gente con il quid
di troppo del mascalzone, una imponderabile nuvola di corruzione”. Ecco: Sala
era circondato di mascalzoni, e fra l’altro li aveva scelti tutti lui, ma come
fargliene una colpa? Per il Vate del Bitume, quelle sono “nuvole
imponderabili”, come quella di Fantozzi, che ti si posa sul capo quando meno te
l’aspetti, per pura sfiga. Un po’ come quando ti capita di retrodatare le gare
d’appalto a tua insaputa. Infatti ora Sala non sente ragioni e, pur ridendo
sempre a labbra chiuse, apre un pertugio per annunciare: “Per le Olimpiadi
niente procedure d’urgenza”.
"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".
domenica 30 giugno 2019
sabato 29 giugno 2019
Letturedeigiornipassati. 10 «All’opera il meccanismo del capitalismo globale».
Tratto da “Accoglienza
no-limits e frontiere chiuse” di Slavoj Zizek, pubblicato sul quotidiano la
Repubblica del 29 di giugno dell’anno 2015: Che fare con le centinaia di
migliaia di disperati che, in fuga da guerre e carestie, aspettano in Africa
settentrionale di poter attraversare il mare e trovare rifugio in Europa? Le
risposte sono essenzialmente due. I liberal di sinistra esprimono il loro
sdegno nei confronti dell’Europa che lascia annegare nel Mediterraneo migliaia
di persone: il loro appello è rivolto a far sì che l’Europa si mostri solidale
e spalanchi le sue porte. I populisti contrari all’immigrazione dichiarano che
dovremmo difendere il nostro stile di vita e lasciare che gli africani
risolvano da soli i loro problemi.
venerdì 28 giugno 2019
Letturedeigiornipassati. 09 «Le mappe affettive si creano nelle prime settimane di vita».
Tratto da “Ad
amare si impara da piccoli” di Umberto Galimberti, pubblicato sul
settimanale “D” del 28 di giugno dell’anno 2014: Si è soliti dire che nella vita
"non si finisce mai di apprendere". Ma le mappe affettive che sono
alla base delle emozioni si creano nelle prime settimane di vita. Aristotele
diceva che l'uomo è un «animale sociale», cioè può raggiungere la felicità solo
in una relazione con gli altri. Questa intuizione, peraltro di tutta evidenza,
è stata studiata e confermata nel secolo scorso da John Bowlby (1907-1990),
psicoterapeuta infantile di fama internazionale che ha lavorato alla Tavistock
Clinic di Londra. Scostandosi dalla teoria di Freud, secondo il quale il
lattante è sollecitato unicamente dalla soddisfazione delle pulsioni e dalle
gratificazioni libidiche connesse all'allattamento, Bowlby ritiene che fin
dalle prime due o tre settimane si verificano nel bambino «fasi di vivace
interazione sociale, con uno scambio animato che comprende espressioni facciali
e vocalizzi, durante la quale il neonato si orienta verso la madre con
movimenti agitati delle braccia e delle gambe, a cui seguono fasi di disimpegno
che preparano la successiva fase di interazione». Se la madre è attenta e
risponde alle sollecitazioni del suo bambino, il neonato impara ad amare.
Questa «forza motivazionale relazionale», come la chiama Bowlby, orienta il
ciclo vitale, regolando gli stati fisiologici ed emotivi. Il modello di Bowlby,
secondo il quale lo sviluppo dell'individuo non è deciso tanto dai processi
maturativi interni, quanto dai processi interpersonali, è stato condiviso anche
da Michael Balint che parla di «amore primario», da Erik Erikson che ha
introdotto il concetto di «fiducia di base», da Joseph Sandler che parla di
«sfondo di sicurezza», e da Arnold Modell che giunge a ipotizzare un «istinto
relazionale». Se la capacità di amare non si apprende in quella prima fase
dell'esistenza, difficilmente la si può in seguito acquisire. Lo stesso si può
dire per la formazione delle "mappe cognitive" che decidono il modo
di conoscere il mondo e delle "mappe affettive" che sono alla base
del modo di sentirlo, ossia della risonanza emotiva che le cose del mondo
producono in noi. Secondo Freud queste mappe si costituiscono in maniera
definitiva (e difficilmente modificabile) entro i primi 6 anni di vita. Oggi le
neuroscienze ci dicono che si strutturano definitivamente entro i primi tre
anni. Questo significa che nei primi anni di vita ai bambini - che non crescono
come le piante - va prestata grande attenzione. Che quando mostrano i loro
primi sgangherati disegni non bisogna rispondere: «Li guarderò dopo» (che vuol
dire mai), perché il bambino conclude di non aver fatto nulla di interessante e
quindi di non essere interessante per la madre. E allo stesso modo quando
chiedono il perché di tutte le cose (facendo domande che, pur nella loro
ingenuità, possiamo senz'altro definire filosofiche) non si deve rispondere:
«Quando sarai grande capirai», perché in quella fase i bambini stanno cercando
il principio di causalità che riduce l'angoscia dell'imprevedibile. Una volta
per strada ho sentito dire da un bambino: «Dio non esiste perché non ha una
mamma». La risposta della mamma fu una bella risata con la sua amica, con
conseguente mortificazione del bambino. La capacità di amare si decide in
quell'età, insieme alla formazione della propria identità che nasce dal
riconoscimento. (…).
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