Ritorno alla mia “musa” Roberta de
Monticelli che alle pagine 76 e 77 del Suo “La
questione morale” scrive: “(…). Fare come se Dio ci fosse, anche da
parte di chi non ci crede, per garantire un ordine alla società: non è
precisamente la tesi degli atei devoti? È una tesi moralmente nichilista,
perché chiede precisamente di affidarsi a un’autorità che dice di interpretare
la volontà di Dio, anche nel caso che Dio non ci sia. Il nichilismo,
attenzione, non sta affatto nell’ipotesi che Dio non ci sia – ci mancherebbe!
Perché questa ipotesi, di per sé, non implica affatto che non ci siano valori e
doveri. Il nichilismo morale, invece, sta precisamente nell’intero condizionale
– (…) -. Se Dio non c’è tutto è permesso vuol dire che la ragione umana da sola
è incapace di conoscenza morale. Quindi, in una brutale versione più corrente
che ha il vantaggio della sincerità: Se non sei credente (anzi cattolico) sei
moralmente incompetente – al massimo sei un moralista, ma virtualmente anche un
assassino. Perciò io Chiesa, dato che tu non hai legge morale, chiederò allo
Stato di istituire norme giuridiche che sopperiscano alla tua incompetenza
morale. E vuol dire dunque, in secondo luogo: Se Dio non c’è, dio sono io. (…)”.
"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".
domenica 3 novembre 2019
sabato 2 novembre 2019
Memoriae. 15 «La normalità dell’uomo di consorteria».
La “memoria” di oggi risale
al sabato 17 di settembre dell’anno 2011. L’Italia venuta fuori in questi anni
può ben rispecchiarsi nelle parole di denuncia della “memoria”, anche – o soprattutto
- nei suoi ultimi sviluppi. Scrivevo a quel tempo che “da che storia è storia, i demagoghi di qualsivoglia colore, i
populisti più sfrontati, (…) hanno tentato e tentano di continuo d’instaurare
un modello sociale caratterizzato dalla “ferinità”
incontrollata tanto nelle idee quanto nei comportamenti degli umani”. Come non
riconoscere in quelle “cose” scritte otto anni addietro l’aspetto più
preoccupante che ha caratterizzato le vicissitudini del governo del “cambiamento”?
Leggiamo la “memoria”:
venerdì 1 novembre 2019
Ifattinprima. 16 «Lo spettacolo dei fascisti che urlano “fascista” a qualcun altro è delizioso».
Proviamo a (s)ragionare al passo con i tempi. È solamente
un provare. Cosa suscita in Voi la frase “porco negro”? Direte: si manifesta
una opinione. Bene. E la frase “sporco ebreo”? È pur sempre una
opinione, viva iddio. E giù, giù sino alla “sporca zingara”. (S)ragionando al
passo con i tempi si evince che tutte quelle opinioni andrebbero tutelate come
espressione del libero pensiero. Di quale pensiero poi? Si invocherebbe la
tutela, sempre (s)ragionando al passo con i tempi, contro qualsivoglia azione
si intentasse per frenare tutta quella paccottiglia indecente dell’umano libero pensiero,
si invocherebbe cioè la tutela contro il presunto attacco antidemocratico al libero
esercizio – democraticamente tutelato - delle libere opinioni.
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