La “sfogliatura” che si propone oggi
risale al martedì 17 di agosto dell’anno 2010. Scrivevo in quel tempo andato: “Il
Santo marrano”. È, nella storia
della chiesa di Roma, anzi era, un ebreo convertitosi alla fede cristiana. Per
folgorazione? Per illuminazione dall’alto?
Per convenienza, considerati i tempi, tempestosi, di fuoco? Per
opportunità di salvezza della pelle propria? O di quant’altro? Non ho risposte.
Angelo da Gerusalemme, che come tale è rintracciabile nella storiografia di
quella chiesa, divenuto cristiano e pur cattolico ma sempre “marrano”, divenne un carmelitano e
poi, addirittura sebbene “marrano”,
patrono della città della Sicilia che è nomata Licata. Ma anche il protagonista
dell’eccellente lavoro letterario del professor Giuseppe Sicari da Capo
d’Orlando, “Il Santo marrano” edito
da Pungitopo – ISBN 978-88-89244-62-3 pagg. 123 € 14,00 - e presentato di
recente nella canicolare atmosfera che ha gravato e che grava tuttora
sull’ameno paesotto dei monti Nebrodi, in faccia alle splendide Eolie, anche il
protagonista di quell’eccellente lavoro ha nome Angelo. Angelo Maniscalco, “alguacil” di mestiere, che oggigiorno
lo si definirebbe un investigatore, figura che buca magistralmente gli schermi
della comunicazione di massa. Un antesignano quell’Angelo, datato assai. Poiché
la storia, narrata magistralmente dal professor Sicari, ha il suo dipanarsi dal
24 di aprile dell’anno del signore 1492 al 28 di dicembre dello stesso anno.
Angelo Maniscalco è un uomo che si è riscattato, e si è riscattato nell’unico
modo che gli era possibile al tempo, convertendosi alla religione cristiana,
anzi divenendo cattolico. Poiché l’Angelo del professor Sicari era un ebreo. Un
“marrano” quindi.
"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".
martedì 3 aprile 2018
lunedì 2 aprile 2018
Eventi. 24 “Leggere «La barca del sale»”.
Il “leggere”, ovvero la lettura come pratica prima ed insostituibile della
mente, ha in se un che di magico. Poiché essa, anche nelle sue forme più
elementari ed ingenue, crea quella magia
che nessuna arte umana riesce, con la medesima facilità, ad eguagliare.
domenica 1 aprile 2018
Quodlibet. 69 “Giustizialista o garantista?”.
Da “La vera
domanda: giustizialista o garantista?” di Furio Colombo, pubblicato su “il
Fatto Quotidiano” del 1° di aprile dell’anno 2015: Avendo vissuto per oltre
vent’anni (stiamo entrando nel terzo decennio) questa astuta divisione con cui
si copre qualunque politico che sia o sembri colpevole di un reato, e si
gettano dubbi e sospetti su chiunque, pur avendo le prerogative costituzionali
e professionali per farlo, apra un’inchiesta su un politico, proverò a ripetere
alcuni punti, ovvi ma tuttora in grado di ispirare notevoli quantità di
articoli, premettendo una avvertenza per i colleghi della stampa estera: i due
termini “giustizialismo” e “garantismo” non sono traducibili nelle principali
lingue straniere, se non con giri di parole che ne svelano subito un senso
convenzionale.
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