"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

lunedì 5 settembre 2016

Scriptamanent. 40 “#ci dica, Renzi, ci dica”.



Da “Balle spaziali” di Marco Travaglio, su “il Fatto Quotidiano” del 5 di settembre dell’anno 2015: Ormai vale tutto. Anche riabilitare, come fa il presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi,“il Berlusconi prima maniera” perché “parlava di cose che interessavano gli italiani”, mentre “ora non fa altro che parlare di Italicum”. Ora, a parte il fatto che non risultano dichiarazioni di B. sull’Italicum (ultimamente s’è occupato di Milan, e anche di Rai in tandem con Renzi), se B. ne parlasse sarebbe perché l’ha scritto metà lui tramite Verdini e metà Renzi tramite la Boschi. Ma soprattutto:quale sarebbe il B.“prima maniera” da rivalutare? Quello che parlava con Dell’Utri di stallieri,con Mangano di cavalli, con Previti di giudici e sentenze in saldo, con Gelli di grembiulini e compassi, con Craxi e Squillante di conti offshore comunicanti in Svizzera?O quello che nel gennaio’94, prima di scendere in campo, trasformò le sue tv e i suoi giornali in un gigantesco comitato elettorale e cacciò Montanelli dal Giornale perché non voleva trasformarlo in house organ di Forza Italia?O quello che,vinte le elezioni e salito al governo per la prima volta, tentò di nominare Previti ministro della Giustizia e si comprò la maggioranza al Senato (che non aveva) nominando ministro Tremonti e sottosegretario, eletti contro di lui nel Patto Segni e nel Ppi? E appena insediato a Palazzo Chigi occupò la Rai licenziando anzitempo il Cda dei Professori,poi impose il  decreto Biondi che vietava le manette ai tangentari per evitare l’arresto di suo fratello e dei suoi manager per le mazzette Fininvest alla Guardia di Finanza, poi varò il condono edilizio e quello fiscale, poi fu inquisito per le Fiamme Sporche e scatenò la guerra termonucleare contro il pool Mani Pulite e quella dei dossier contro Di Pietro?Quello che, rovesciato da Bossi, fece lapidare anche lui dalle sue tv e, dopo aver scelto come premier del nuovo governo tecnico il suo ex ministro Dini, gridò al “ribaltone” e diede del “golpista” al presidente Scalfaro? Ci dica, Renzi, ci dica. Ormai vale tutto. Anche proclamare, come fa il presunto ministro dell’Interno Angelino Alfano contro l’amnistia del Papa:“I detenuti devono scontare interamente la pena”. Sagge parole, se non venissero da chi nel 2006 votò insieme al centrosinistra (tranne Di Pietro e il P-cdi) il più ampio e indiscriminato indulto della storia della Repubblica,e poi tutti e quattro i decreti svuota carceri dell’ultimo quinquennio: grazie ai quali un condannato, per finire in galera, deve totalizzare una pena superiore a 5 anni, cioè deve scannare qualcuno. Se invece si limita a rubare, rapinare, spacciare, molestare o lucrare sui clandestini come scafista, non finisce dentro neppure se insiste.

sabato 3 settembre 2016

Scriptamanent. 39 “Lasciamo entrare i barbari alle porte”.



Da “Lasciamo entrare i barbari alle porte” di Philippe Legrain - economista e scrittore – pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 3 di settembre dell’anno 2015: “I barbari hanno aperto una breccia nel muro. L’Europa è invasa. Sono a rischio la nostra civiltà e la nostra prosperità. È questa l’essenza dell’ondata di panico morale scatenata dai richiedenti asilo indesiderati che questa estate hanno stretto in una morsa l’Europa. Ma invece di considerare questi coraggiosi e avventurosi nuovi arrivati come una minaccia, gli europei dovrebbero considerare con favore il contributo che potrebbero dare. Finora nel 2015 circa 340.000 persone hanno tentato di entrare senza permesso nell’Unione europea. In tutto il 2014 sono stati 280.000. L’Unione europea ha 28 Paesi con una popolazione di 508 milioni, gli immigrati indesiderati di quest’anno sono quindi pari allo 0,07% della popolazione. Statisticamente, in una folla di 1500 persone solo una sarebbe un immigrato clandestino. La maggior parte di coloro che cercano rifugio in Europa provengono dalla Siria, dall’Afghanistan e dall’Eritrea. I siriani fuggono da una sanguinosa guerra civile e dal barbaro eccidio a opera dei miliziani dello Stato Islamico. L’Afghanistan è sconvolto dalla violenza dei talebani con i loro alleati di al Qaeda e gli esponenti locali dell’Isis. L’Eritrea vive sotto una brutale dittatura. L’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, Unhcr, riconosce che è in corso la più grande crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale. Ma riguarda soprattutto Paesi al di fuori della prospera e sicura Europa. Sei rifugiati su sette approdano nei Paesi poveri. La Turchia ospita 1.600.000 rifugiati rispetto al milione e mezzo di tutta l’Europa. Il minuscolo Libano ha accolto 1.200.000 rifugiati, oltre un rifugiato ogni quattro abitanti. Nel frattempo la Gran Bretagna sembra percorsa da un attacco isterico per i 3.000 rifugiati accampati a Calais. Il numero di persone che cercano rifugio in Europa è modesto anche in rapporto ai molti milioni di europei sfollati e rifugiati all’estero dopo la seconda guerra mondiale e ai milioni costretti a lasciare la propria casa dopo il crollo del comunismo e le guerre nell’ex Jugoslavia negli anni 90. Come dimenticano in fretta gli europei!

venerdì 2 settembre 2016

Capitalismoedemocrazia. 56 “La sapete quella del lampione? Una barzelletta spiega la crisi”.



Scriveva Jean-Paul Fitoussi in “La sapete quella del lampione? Una barzelletta spiega la crisi”, pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 2 di settembre dell’anno 2013: Viviamo in tempi irragionevoli, nei quali la più grande miseria vive accanto alla più grande ricchezza e ciascun Paese è un modello in scala del mondo, diviso in diversi livelli di povertà. Una parte della popolazione dei Paesi sviluppati, ancora piccola ma crescente, è in pericolo. Trova difficile accedere alla sanità e dipende dalla carità altrui per nutrirsi, vestirsi o dormire. Il numero di lavoratori poveri continua ad aumentare: vivono in auto, oppure occupano alloggi malsani. Significa che i nostri sistemi non sono più in grado di garantire la sopravvivenza di tutta la popolazione? (…). È dunque tutto irragionevole quel che accade al mondo oggi: il livello di disuguaglianza e quello di disoccupazione, la massa delle carriere interrotte, il numero incredibile di persone che non riescono nemmeno ad avviarne una o di quanti si arenano a qualche anno dalla pensione, l' enormità delle fortune accumulate, l'oscenità di alcune remunerazioni, l'insicurezza generalizzata che regna nei Paesi ricchi. Siamo diventati più egoisti, o ci siamo abituati a questa evoluzione del nostro ambiente avendo perso la speranza di poterlo cambiare? (…). Da tempo, seguendo il pensiero dominante,i poteri pubblici hanno puntato i riflettori sulla stabilità dei prezzi quale obiettivo della politica economica - che dovrebbe anche consentire la massima crescita del Pil - e sulla teoria dei mercati concorrenziali per legittimare la propria azione. Si sa quel che è accaduto. La stabilità dei prezzi si è rivelata compatibile con la massima instabilità economica e finanziaria. La crescita del Pil si è accompagnata a una profonda miseria sociale e la deregolamentazione dei mercati è stata il preludio al loro peggior funzionamento dai tempi della crisi degli anni Trenta. Non erano stati accesi i lampioni giusti e si è cercato di agire a partire da una rappresentazione teorica del mondo che non aveva molto a che fare con il mondo reale, fissando obiettivi relativamente mal misurati (il Pil, per esempio) e non veramente importanti per le società. Come la luce delle stelle morte ci arriva ancora molto tempo dopo la loro fine, quella di teorie invalidate a più riprese dai fatti continua a espandersi. Una società composta di folli razionali sarebbe una società spietata, di diffidenza generalizzata e di continua paura. (…). È giunto il momento di valutare le conseguenze delle politiche che i nostri governi portano avanti riguardo a questi due obiettivi maggiori: il benessere e la sostenibilità. (…). Mi sembra che le politiche di austerità condotte attualmente in Europa influiscano negativamente sia sul benessere sia sulla sostenibilità. L' irragionevolezza e la cecità hanno progressivamente costruito il mondo poco ospitale nel quale viviamo oggi. Tranne qualche eccezione, continuiamo ciò nonostante ad agire come se ci trovassimo nel mondo di prima, come se le crisi che abbiamo attraversato una dopo l'altra non fossero che parentesi destinate a richiudersi al piú presto. Onestamente, possiamo ancora credere a questa chimera?