L’Europa ha smarrito gli ideali
originali, tradendo la volontà degli stessi Padri costituenti. Prima che muoia
del tutto, è necessaria una “scossa”. Per questo aderisco all’appello per la
costruzione di una lista autonoma e della società civile che sostenga Alexis
Tsipras alla Presidenza della Commissione di Bruxelles. Dietro tale candidatura
non si cela il rifiuto dell’Europa o il dilagante e pericoloso euroscetticismo
invocato da forze nazionaliste e xenofobe, ma il ritorno ai veri valori
dell’Europa, quella dei cittadini, dei diritti, dell’ambiente. Un’idea di
comunità di popoli legati a una cultura e solidarietà, con un ruolo centrale
nella politica mondiale. In contrapposizione all’Europa attuale: della finanza,
della Troika, che impoverisce e strangola i Paesi in nome dell’austerity e del
rigore. Siamo alla smentita più clamorosa dei principi marxisti secondo i quali
da un sistema economico si genererebbe sempre una sovrastruttura politica.
Viviamo invece in un’Europa in cui il sistema finanziario è fuori da qualunque
controllo politico, si autogoverna. Senza alcun freno o limite. Così, la
cittadinanza europea si sta sgretolando diktat dopo diktat e, di questo passo,
l’illusione e il risentimento nei confronti delle istituzioni europee è
destinato ad aumentare. Inoltre, da costituzionalista , aggiungo la seguente
considerazione: l’Italia ha aderito all’Unione europea in base all’articolo 11
della nostra Carta, il quale – nella seconda parte – consente la cessione di
“pezzi” della propria sovranità in favore di istituzioni sovranazionali che si
pongono lo scopo di creare un’integrazione sempre più stretta tra i popoli. Ma
la cessione di sovranità è subordinata a due principi: la pace e la giustizia.
In questa nostra Europa, così costruita, pare palese che tali valori stiano
venendo meno. Quando parlo di “guerra” mi riferisco ovviamente non a operazioni
militari (per fortuna scongiurate nel continente) bensì allo strapotere della
finanza che per propri interessi ed equilibri sta assoggettando intere nazioni.
Nelle istituzioni europee va reintrodotta linfa culturale, l’amore per un’altra
idea di Europa e quell’energia politica del progetto originario d’unità nato a
Ventotene dopo la Seconda guerra mondiale. Dobbiamo ritornare a poter dire con
orgoglio di essere “cittadini europei”. Per questo sostengo la lista Tsipras.
Prima che sia troppo tardi. È questo l’appello a firma di Gustavo
Zagrebelsky - “Tsipras per l’Europa dei
popoli contro lo strapotere della finanza” – apparso su “il Fatto
Quotidiano” del 30 di gennaio 2014. Come non aderire ad esso che sembra aprire
spiragli nuovi nel maleodorante mondo della “antipolitica” che è al
potere? Ed invece i primi passi che la “lista” ha compiuto sono dei più
incerti. Poiché non è possibile far camminare un “sogno” grande sulle
esili, incerte gambe di quegli stessi uomini che hanno concorso, da tutte le
sponde, a scacciare la politica “buona” a favore della “antipolitica”
che è al potere. È una lotta impari, titanica, scacciare i manutengoli – che
viene dal latino “manutenere” che sta per “condurre tenendo per mano”, ovvero
“proteggendo o aiutando attività illecite” - della “antipolitica” affinché
torni la politica ad essere limpida, trasparente ed al servizio esclusivo del cosiddetto
“bene
comune”. Aver aderito o solamente aver pensato di appoggiare la “lista”
poiché liberata dalla infestante presenza dei politicanti per mestiere si
scontra, nello scorrere dei giorni, con una realtà durissima a morire: quei
manutengoli non vogliono per nulla abbandonare le posizioni conquistate. È
dalla rete che ci viene data contezza dello scontro durissimo in atto. Non
ultimo il caso di Antonia Battaglia – attivista ecologista in quel di Taranto -
che, sul sito www.inchiostroverde.it ha denunciato la presenza di
impresentabili nella “lista” per la qual cosa ha chiesto l’annullamento
della Sua candidatura. Scrivendo: “Ho ricevuto stamane una bellissima lettera
da parte del Comitato per la Lista “L’Altra Europa con Tsipras”, nella quale mi
si invita a non ritirare la mia candidatura e a non darla vinta a chi mi
vorrebbe fuori da questa lista. La lettera, firmata da Argiris Panagopoulos in
nome di Alexis Tsipras, Barbara Spinelli, Marco Revelli e Guido Viale, é stata
una grande testimonianza di fiducia nei miei confronti. Ma è con grande
rammarico che, mio malgrado, constato ancora che tra i candidati della
circoscrizione Sud rimangono i nomi di due candidati appartenenti a SEL.(…). I
miei principî morali ed etici e la netta consapevolezza di non voler portare
avanti una campagna per Taranto e per il Sud tutto in Europa, accanto ad
esponenti di un partito che ancora ieri ha continuato a disconoscere le proprie
gravi responsabilità sulla questione ILVA, mi inducono a riaffermare con forza
la mia scelta. Pertanto ho pregato il Comitato di voler provvedere a levare il
mio nome dalla lista dei candidati della circoscrizione Sud. Auguro ad Alexis
Tsipras tutto il successo che merita in Europa”. Trovo opprimente tutto
ciò. Il “sogno” di poter sostenere una lista che fosse espressione
della cosiddetta società civile viene così a dissolversi? È che il “sogno”
di quei grandi che l’hanno pensata non può camminare sulle gambe dei nani della
“antipolitica”.
Il momento è duro. Nel mio piccolo posso testimoniare d’essermi trovato a
constatare di persona quanto le resistenze opposte dalla “antipolitica” si stiano
organizzando e posizionando sul terreno nuovo affinché il “sogno” abbia a svanire
ai primi albori. Mi è capitato di cercare sul sito ufficiale della “lista”
il referente della stessa per la mia zona di residenza. Avutone il nominativo
mi sono premurato a segnalare la mia simpatia per la “lista” e la mia
disponibilità a spendermi per una sua più capillare diffusione. Come riscontro
alla mia disponibilità mi si invitava invece a contattare le sedi di specifici
partiti. È stato come se mi fosse crollato un muro addosso. Non ho potuto fare
a meno che rispondere in questi termini: Egregio
***, la ringrazio per il sollecito e cortese Suo riscontro. Sono un iscritto al
Partito democratico e vengo da una Storia politica lontana. Simpatizzando per
la lista Tsipras ho tanto sperato che essa avesse un po' meno di partitico e
molto più di politico. Questo per dirle che la mia risoluzione ad appoggiare la
lista Tsipras non è legata alla emozionalità del momento ma ad una scelta che
vuole superare la pessima partitocrazia che ha avvelenato ed avvelena la nostra
vita sociale tutta. Se avessi voluto riconoscermi in una qualsivoglia forma
partitica per la tornata elettorale delle europee sappia della mia militanza
nel Partito Democratico. Il fatto è ben altro. (…). Ostinatamente, forse
ciecamente, continuo ad aderire all’appello di Gustavo Zagrebelsky e degli
altri proponenti affinché si costruisca veramente “una lista autonoma e della
società civile che sostenga Alexis Tsipras alla Presidenza della Commissione di
Bruxelles”. È un’altra “ultima spiaggia”.
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