Quadro primo. L’altro ieri. Andante moderato.
“Berlusconi disprezza i principi
della nostra democrazia, offende la Costituzione, ha in mente una forma moderna
di autoritarismo: non vuole governare, vuole essere il padrone dell’Italia. Non
è il momento della delusione, dell’astensione: non dobbiamo tradire i nostri
padri”. Debutto da segretario Pd il 21 di febbraio dell’anno 2009.
“È il momento in cui tutti gli
italiani che credono nei valori condivisi della Costituzione, dall’antifascismo
alla Resistenza, comincino una lunga battaglia per difendere la democrazia
italiana”. Il 22 di febbraio dell’anno 2009 nella natìa Ferrara.
Quadro secondo. Ieri. In crescendo.
“Non può esserci un nuovo governo
sostenuto da avversari”. Il 3 di agosto dell’anno 2012.
“Non diciamo a Casini di entrare
nel centrosinistra, ma un percorso comune serve al Paese perché non ci saranno,
dall’altra parte, il Ppe spagnolo o la Cdu tedesca, ma Berlusconi e la Lega”.
Il 31 di agosto.
Quadro terzo. Oggi. L’inesorabile.
“Ingroia dice di chiudere la
porta a noi, ma la apre alla destra, perché col Porcellum ogni voto sottratto
al Pd è un voto regalato a Berlusconi e Lega”. Il 19 di gennaio
dell’anno 2013.
“Ai tanti italiani giustamente
arrabbiati e delusi dalla politica, che magari votano Grillo o Ingroia, diciamo
che non è il momento di sprecare un voto, che potrebbe essere determinante per
tornare a far vincere la destra e Berlusconi. Un rischio troppo alto”. Il
25 di gennaio.
“Le parole di Berlusconi sono una
vergogna e un insulto alla storia e alla memoria. Chieda scusa agli italiani”. A
proposito del “fascismo buono”. Il 27 di gennaio.
”Sono vent’anni che Berlusconi
imbroglia gli italiani”. Il 4 di febbraio.
“A ogni persona di buonsenso
dovrebbero venire i brividi solo a pensare a una sua vittoria: spread alle
stelle, derisione nel mondo, ripercussioni in Europa, abuso totale di ogni
regola… uno scenario fanta-horror, l’Italia una specie di Gotham City”. Il
5 di febbraio.
“Ogni voto tolto a Bersani
rischia di far vincere Berlusconi, Calderoli, La Russa. È un incubo che si
evita solo col voto al Pd”. Il 20 di febbraio.
“Se non avessimo la maggioranza,
ci porremo il tema di un allargamento della maggioranza, ma mai alla Lega e
Berlusconi”. Il 22 di febbraio.
“Con Berlusconi non facciamo
intese”. Il 17 di marzo.
“Non c’è dirigente, parlamentare
o iscritto al Pd che non capisca che non esistono le condizioni politiche per
un governo sostenuto da noi e Pdl”. Il 24 di marzo.
Quadro quarto. Domani. La piroetta.
“Non resta che uscire dall’incomunicabilità e abbandonare questo complesso di superiorità, molto diffuso nel nostro schieramento, per cui pretendiamo di sceglierci l’avversario. Ci piaccia o no, gli italiani hanno stabilito che il capo della destra è ancora Berlusconi. È con lui che bisogna dialogare”.
Dichiarazioni rese alla stampa
dal molto onorevole Dario Franceschini e
riportate in “Francesconi” di Marco
Travaglio, su “il Fatto Quotidiano” del 9 di aprile 2013. Ci risiamo! E gli
elettori non contano nulla?
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