Scrive Marina Mastroluca – l’Unità
di oggi, “Troppi nomi per un regista. I
misteri del video-trash” -: Il generale Dempsey ha provato a convincere
il reverendo Terry Jones che non è il caso di insistere. E che continuare a far
circolare il film in cui Maometto è un donnaiolo, truffatore e anche pedofilo
non rientra nell’interesse nazionale. Il pastore anti-islamico della Florida,
divenuto celebre per i suoi ripetuti roghi del Corano, si è preso del tempo per
pensarci, in nome della libertà di parola. Jones in queste ore era stato
indicato come co-produttore del film che sta infiammando l’islam. Lui si
ritaglia una parte minore in commedia, sarebbe stato contattato solo qualche
giorno fa e martedì scorso, l’11 settembre, avrebbe postato il trailer di
«Innocence of muslims». Regista, produttore e sceneggiatore sarebbe un Sam
Bacile, che si è lasciato intervistare dal Wall Street Journal al telefono, ma
che richiamato al numero è risultato inesistente: ha risposto un giovane, da
poco insediato nell’appartamento, dove precedentemente viveva un tal Nakoula
Basseley. Sam Basseley e Nakoula sono anche i nomi usati per il casting del
film (60 attori, tre mesi di riprese, costo 5 milioni di dollari). (…). Di
questo Mr. Jones mi sono interessato anch’io. Non molto tempo addietro. Con il
mouse ho fatto scorrere l’e-book ed alle pagine 2102-2104 ed alla data del 12
di settembre dell’anno 2010 ho ritrovato, nella sezione del blog “Se il divino diviene il problema”, il
post numero 62 che ha per titolo “Mr.
Jones” e l’oppio dei popoli. Di seguito lo ripropongo. Non trovo
giustificazioni per le violenze perpetrate in nome di una religione, in nome di
una credulità per la quale la propria verità è la verità in assoluto da imporre
al resto del genere umano. Per la qual cosa aborro e rifiuto tutte le idee
possibili di religiosità. Ma Belzebù si annida ovunque e non riconosce la
diversità delle confessioni.
Mr. Terry Jones chi? Chi sarebbe costui? Impossibile che non ne abbiate
sentito parlare. L’intero pianeta terracqueo ne ha sentito qualcosa, ma non
tutto in verità, ne ha sentito i blasfemi suoi propositi ed ha trattenuto di
conseguenza il fiato. Poiché le conseguenze del suo misfatto sarebbero state
sanguinose per l’intero genere umano. Potenza dei media! Potenza della stupida, infinita credulità
degli esseri umani! Anche i potenti della Terra han dovuto fare i conti con Mr.
Terry Jones. Ricordo che fu il grande Edward Lorenz che ebbe a dire, in un Suo
celebre scritto degli anni sessanta del secolo ventesimo, scritto richiesto e
preparato nientepopodimenoche per la celeberrima New York Academy of Sciences,
che "se le teorie erano corrette,
un battito delle ali di un gabbiano sarebbe stato sufficiente ad alterare il
corso del clima per sempre." Ma è certo che, per la storia che qui ci
interessa, un gabbiano è già un che di corposo, di dimensioni considerevoli,
sproporzionate per la nostra miserevole storia. Ci soccorrono pertanto, nella
bisogna e nel prosieguo della narrazione, i discorsi e gli scritti successivi
del grande Lorenz, discorsi e scritti nei quali l’Illustre usò l’immagine più
poetica delle farfalle, per cui si accontentò di scrivere ed affermare,
interrogandosi sempre da uomo dubbioso delle scienze, "può il batter d'ali di una farfalla in Brasile provocare un
tornado in Texas?" In Texas, mica nella Florida di Mr. Terry Jones! Oggigiorno,
ma come sempre in verità da che mondo è mondo, ma in tutt’altro senso parlando,
sembra proprio di sì, per la qualcosa ed a giusta ragione i proponimenti di Mr.
Terry Jones hanno fatto trattenere il fiato agli umani tutti. L’immagine della
farfalla del Lorenz ci soccorre perciò nella rappresentazione, almeno nelle
dimensioni, della cosiddetta chiesa del baffuto Mr. Terry Jones, la “Chiesa mondiale della colomba” che, a
detta dei sempre ben informati, conta soltanto una cinquantina di adepti, compreso
il fondatore piromane. Roba da far tremare i polsi! Da qui, sino alla prossima messinscena
planetaria, potrà accadere che un altro Mr. XY, fondatore ed unico adepto della
sua chiesa, abbia a ricattare l’umano mondo con una nuova stravagante
blasfemia. È che, quando ci si mettono le religioni, le conseguenze sono sempre
le stesse. Tragiche per gli umani. È come se si facesse agitare dinnanzi agli
occhi dei loro adepti meno riflessivi – ma esisteranno adepti delle religioni
riflessivi? - uno straccetto rosso qualsiasi che ne confonda le idee e quel pur
minimo raziocinio che ne dovrebbe condurre i passi nel faticoso percorso della
vita. Ed invece un Mr. Terry Jones qualsiasi può tranquillamente mettere in
ansia un intero pianeta, minacciando semplicemente di bruciacchiare un testo
sacro che sia, valendo a tutti gli effetti e per tutti i testi sacri di tutte
le cosiddette religioni rivelate, il principio della loro perfetta intercambiabilità.
Tanto per asseverare ancor di più e meglio quanto sosteneva quel grande di
Treviri e cioè che tutte le religioni, proprio tutte, nessuna esclusa, sono l’”oppio dei popoli”. Nell’affanno planetario
dei giorni che hanno preceduto il paventato atto blasfemo di Mr. Terry Jones,
che avrebbe di certo scosso e di brutto l’intero globo terracqueo, il grande Vittorio
Zucconi sul quotidiano “la Repubblica” ha scritto una arguta ed interessante,
per la completezza della nostra storia, corrispondenza che ha per titolo “L´America in ostaggio di un predicatore”,
che di seguito trascrivo in parte. Tanto per avere una più approfondita
conoscenza della farfalla divenuta molesta assai. A quando il prossimo “Koran Burning Day” nelle sempre verdi,
ridenti e sterminate praterie dell’America? E dei bisonti?
“(…) La sua storia, che comincia
dai desolati parcheggi di auto usate, una professione che nell´opinione dei
cittadini è sullo stesso livello di disistima dei dentisti, avvocati, politicanti
e giornalisti, sboccia quando la vocazione lo trafigge e lo porta in una chiesa
genericamente cristiana in Germania, accanto a Colonia. Terry, divenuto
reverendo della propria immaginaria confessione come negli Stati Uniti è
possibile a tutti fare versando una tassa comunale, fregiandosi del titolo
purché fuori dalle grandi denominazioni organizzate e poi sperando che le
pecorelle accorrano, è l´incarnazione di un antica verità americana, secondo la
quale nessuno è mai andato in bancarotta vendendo Dio. Quando aprì il proprio
tempio in Germania, dove era volato inseguito da clienti insoddisfatti del suo
«usato molto insicuro» il fresco pastore raccolse un centinaio di fedeli. Non
una cattedrale, ma abbastanza per vivere alle spalle degli altri. Ma fu in
Germania che la sua vocazione di nuovo Carlo Martello a Poitiers, di Riccardo
Cuor di Leone alla riconquista del Santo Sepolcro dalle grinfie del Califfo,
sbocciò. Avvenne in coincidenza con l´immigrazione turca che occupò il
quartiere dove sorgeva la chiesa. «I miei sermoni contro l´Islam e Maometto non
piacevano ai turchi e ricevetti minacce di morte». Dai turchi fanatici, forse,
ma dai fedeli certamente, inviperiti quando scoprirono che, tra un sermone e
l´altro, il loro pastore si imbertava le elemosine per uso personale. La moglie
e la figlia lo lasciarono. Terry dovette portare l´armatura e lo spadone in
Florida, ma non nella Florida dei ricchi pensionati, degli «uccellini della
neve» scesi a vivere e a morire spendendo i loro investimenti, ma nella terra
più rustica dello Stato, attorno a Gainesville dove fondò una nuova chiesa. Il
Gainesville Times fece una rapida inchiesta sul nuovo pastore di anime tornato
dopo l´avventura in Germania. Scoprì che le accuse della ex moglie e della
figlia, Sylvia, erano gravi. Che denunce lo avevano bersagliato a Colonia, dove
i fedeli più ingenui erano stati convinti a cedere tutti i loro beni e donati
alla TS Enterprise, la sua azienda, con la quale alimentava un discreto
traffico via e-bay, le aste via Internet. Di fatto, la sua nuova chiesa era un
capannone nel mezzo del nulla, acquistato per pochi dollari in una landa
depressa dopo un fallimento. Dal suo pulpito, nella scarsità di devoti e
soprattutto di elemosine, Terry tentò di suonare tutti i tasti che piacciono
alla destra cristianista e fanatica e hanno fatto la fortuna di molti. Lanciò
una campagna anti gay, contro un candidato alle elezioni. «No all´homosindaco»
proclamò. Flop. Il sindaco fu eletto. Si unì a campagne contro l´aborto. Troppa
concorrenza e altro flop. Si fece crescere baffoni a manubrio, da Re Umberto
Primo e predicò contro l´immigrazione, un altro classico. Ma in Florida, dove
ormai per le strade si parla più spagnolo che inglese, essere contro
l´immigrazione è un rischio. Il capannone restò vuoto. Poi, in questa estate
del 2010 l´idea dello stunt, come lo ha definito Barack Obama, del numero, del
grande gimmick pubblicitario. Il rogo del Corano, «il libro dell´odio», «la
minaccia islamica», «la risposta - sono sempre parole sue - dell´America che
vuole reagire ed è stanca di prendere pugni in faccia». All´armi piromani. (…)”
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