"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

venerdì 4 agosto 2017

Uominiedio. 23 “Salvate il crociato Scalfari”



Prima sorprendente asseverazione propria di un attempato neofita: Gli atei. (…). L’ateo è una persona che non crede in nessuna divinità, nessun creatore, nessuna potenza spirituale. Dopo la morte, per l’ateo, non c’è che il nulla. Da questo punto di vista sono assolutisti, in un certo senso si potrebbero definire clericali perché la loro verità la proclamano assoluta. Anche quelli che credono in una divinità (cioè l’esatto contrario degli atei) ritengono la loro fede una verità assoluta, ma sono infinitamente più cauti degli atei. “Più cauti” non direi. Non per nulla quegli uomini di religione “più cauti” si sono macchiati di quelle atrocità che oggi definiremmo “contro l’umanità”. Ammenoché non si voglia impudicamente sostenere che “roghi”, “crociate”, “missioni”, “inquisizioni” siano state compiute per l’umanità intera e con quell’umanità necessaria ispirata – forse - dalla “santità” dello “spirito santo”. E molto timidamente l’attempato neofita arriva a sostenere che – e ci mancava pure che non lo facesse - “quasi sempre dietro il motivo religioso c’erano anche altri e più corposi interessi, politici, economici e sociali, ma la motivazione religiosa era comunque la bandiera di quelle guerre, che furono molte e insanguinarono il mondo”. Ullallà “crociato” Scalfari. Seconda solenne asseverazione: “Gli atei - l’ho già detto - non sanno di essere poco tolleranti, ma il loro atteggiamento nei confronti delle società religiose è rigorosamente combattivo. La vera motivazione, spesso inconsapevole, è nel fatto che il loro Io reclama odio e guerre intellettuali contro religioni di qualunque specie. Il loro ateismo proclamato vuole soddisfazione, perciò non lo predicano con elegante pacatezza ma lo mettono in discussione partendo all’attacco contro chi crede in un qualunque aldilà, lo insultano, lo vilipendono, lo combattono intellettualmente. È il loro Io che li guida e che pretende soddisfazione, vita natural durante, non avendo alcuna speranzosa ipotesi di un aldilà dove la vita proseguirebbe, sia pure in forme diverse”. “O signore dal tetto natio”, mi verrebbe da canticchiare come in quella celeberrima romanza! Come si fa a scrivere simili inettitudini? Che di quell’ammenoché di cui dianzi si è scritto non si sono da sempre impregnate in notevole misura le religioni tutte, tutte, ovvero qualsivoglia spirito che dicasi religioso?
Sennonché l’attempato neofita concede che “con questo non voglio affatto dire che l’ateo sia una persona da disprezzare, da isolare e tanto meno da punire. Spesso i suoi modi sono provocatori, rissosi e calunniosi, ma questo non giustifica reazioni dello stesso genere. Certo non ispirano simpatia, ma questa è una reazione intellettuale di fronte alla prepotenza del loro Io”. Sublime! Inarrivabile nella pusillanimità dell’argomentare. Terza asseverazione del “crociato” Scalfari: “Questi sono, ciascuno a suo modo, i non credenti. Non credono in un aldilà dominato da una divinità trascendente delle religioni e non credono al nulla nichilista e prepotente degli atei, il cui Io è sostanzialmente elementare; anche se dotato di cultura e di voglia d’affermarsi. In realtà è un Io che non pensa. Un Io che non pensa e non si vede operare e non si giudica. Così è un Io di stampo animalesco. Mi spiace che gli atei ricordino lo scimpanzé dal quale la nostra specie proviene”. E sì che il Darwin si rivolterebbe nella tomba sol che gli giungessero nell’aldilà – se ci fosse un aldilà - asseverazioni così fuori di senno.  Ha scritto tutte queste amenità il “crociato” Scalfari in un pezzo del suo “vetro soffiato” pubblicato sul settimanale “L’Espresso” del 22 di luglio 2017, pezzo che per titolo porta “Atei militanti ecco perché sbagliate”.  Sennonché mi sono ritrovato tra le mani uno critto a firma di tale Scalfari Eugenio – un omonimo? - che ha per titolo “Fede e Ragione”, scritto pubblicato impunemente (?) dal quotidiano la Repubblica del 7 di agosto dell’anno 2013. Ri-leggo lo scritto e la mia prima reazione è stata questa: un “colpo di sole” il 22 di luglio 2017 o un “colpo di sole” il 7 di agosto dell’anno 2013? Godetene di quella antica scrittura: (…). …per duemila anni la Chiesa ha parlato, ha deciso, ha agito come istituzione. Non c’è mai stato un papa che abbia inalberato il vessillo della povertà, non c’è mai stato un papa che non abbia gestito il potere, che non abbia difeso, rafforzato, amato il potere, non c’è mai stato un papa che abbia sentito come proprio il pensiero e il comportamento del poverello di Assisi. E non c’è mai stata, se non nei casi di debolezza e di agitazione, una Chiesa orizzontale invece che verticale. In duemila anni di storia la chiesa cattolica ha indetto 21 Concili ecumenici, per lo più addensati tra il III e il V secolo dell’era cristiana e tra il IX e il XIII. Dal Concilio di Trento passarono più di trecent’anni fino al Vaticano I preceduto dal Sillabo e poi ne passarono ottanta fino al Vaticano II. (…). Ho una cultura illuminista e non cerco Dio. Penso che Dio sia un’invenzione consolatoria e affascinate della mente degli uomini. Ebbene, è in questa veste che mi permetto di porre (…) qualche domanda e di aggiungere qualche mia riflessione. Prima domanda: se una persona non ha fede né la cerca, ma commette quello che per la Chiesa è un peccato, sarà perdonato dal Dio cristiano? Seconda domanda: il credente crede nella verità rivelata, il non credente pensa che non esista alcun assoluto e quindi neppure una verità assoluta, ma una serie di verità relative e soggettive. Questo modo di pensare per la Chiesa è un errore o un peccato? Terza domanda: (…). …la nostra specie perirà come tutte le cose che hanno un inizio e una fine. (…) …io penso (…) che con la scomparsa della nostra specie scomparirà anche il pensiero capace di pensare Dio e che quindi, quando la nostra specie scomparirà, allora scomparirà anche Dio perché nessuno sarà più in grado di pensarlo. (…). Ed ora una riflessione. (…). Una Chiesa povera, che bandisca il potere e smantelli gli strumenti di potere, diventerebbe irrilevante. È accaduto con Lutero ed oggi le sette luterane sono migliaia e continuano a moltiplicarsi. Non hanno impedito la laicizzazione anzi ne hanno favorito l’espansione. La Chiesa cattolica, piena di difetti e di peccati, ha resistito ed è anzi forte perché non ha rinunciato al potere. (…). È sempre lui, il “crociato” Scalfari Eugenio? Salvate il “crociato” Scalfari.

Nessun commento:

Posta un commento