"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

martedì 22 agosto 2017

Quodlibet. 14 “Alla ricerca dell'autorità perduta”.



Da “Alla ricerca dell'autorità perduta” di Ilvo Diamanti, pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 22 di agosto dell’anno 2011: Viviamo un passaggio d'epoca. Questa crisi, infatti, non scuote solo le Borse, l'economia, la condizione di vita della gente. Ha aggredito, con violenza, anche il principio di autorità. Il Potere stesso, che a differenza dell'Autorità, non ha bisogno di legittimità e di consenso. Dovunque, si assiste alla rapida e diffusa caduta di ogni autorità. E di gran parte dei "poteri" che regola(va)no il nostro mondo. Anzi, il mondo, in generale. (…). La crisi finanziaria che scuote l'economia globale, (…), riflette un'evidente incertezza di "poteri" e di regole condivise. Nessuno che sia in grado, davvero, di prevedere e di orientare il corso dei mercati  -  e delle Borse. La relazione tra finanza ed economia è debole (per usare un eufemismo). La politica ancor di più. Si dice, anzi, che la debolezza della politica e degli Stati sia causa della crisi delle Borse. Prive, a loro volta, di metri e, soprattutto, "autorità" in grado di regolarle. Le agenzie di Rating, con i loro "voti", possono produrre (e hanno prodotto) effetti pesanti. Ma sono, a loro volta, poco credibili, dopo la pessima prova offerta nel 2008, al tempo della crisi dei subprimes. Il Nobel dell'Economia, Paul Krugman, sul New York Times le ha definite, impietosamente, "clown". E ha riproposto, come prima causa della crisi finanziaria, la debolezza della politica e degli Stati (Uniti). Una crisi di autorità, insomma. (…). La crisi del Potere e - soprattutto - dell'Autorità, (…), è particolarmente visibile in Italia. Dove la Politica è debole, più ancora della Finanza e dell'Economia. Dove i leader di governo cercano di non dar nell'occhio. Si affidano alla supplenza di altri poteri (relativamente) più autorevoli, come la Bce. Mentre l'opposizione stenta a trasformare l'impotenza della maggioranza in potere. A guadagnare autorità. Il nuovo moto di insofferenza contro la casta non deriva solo dal riprodursi di un sistema di privilegi  -  e di corruzione  -  che, in effetti, non è mai cessato. Ma dall'assoluta perdita di autorità della classe dirigente. Soprattutto dei leader che governano il Paese da 10 anni, in modo quasi ininterrotto. Quelli che, fino a un anno fa, avevano trasformato Villa Certosa nella rutilante capitale estiva del Paese. Affollata di veline e velinari. Quelli che parlano di politica con un linguaggio antipolitico. Usano il turpiloquio come linguaggio pubblico. E alzano il dito non per mostrare la luna ... Come immaginare che possano riscuotere "prestigio" e deferenza tra i cittadini? Se riproducono i vizi e le debolezze del popolo, perché dovrebbero ottenere privilegi e riconoscimento da parte del popolo? Oggi che la crisi minaccia la condizione economica e sociale, la vita quotidiana di tutti? Questa fase mi pare particolarmente insidiosa. Difficile da superare. È frustrata da un grande deficit di autorità  -  e di potere. Da una grande povertà di riferimenti etici e di comportamento. Un problema aggravato, (non solo) in Italia, dalla scarsità di attori e persone credibili. In grado di "dire" le parole necessarie a esprimere il sentimento del tempo. (…). Ma, soprattutto, di tradurle in pratiche coerenti. Di dare il buon esempio. Eddy Berselli, prima di lasciarci, ha rammentato, profeticamente, (L'economia giusta, Einaudi) che "dovremo abituarci ad essere più poveri". Ma, a maggior ragione, diventa importante chi e come ce lo propone. Insomma: è una questione di autorità.

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