Cosa interessa oggi della vita di
un padre? Non ho una risposta. Né mi pare di possedere parametri accettabili
che mi aiutino a dare sostanza ad una risposta esaustiva. Per esperienza
diretta e per le tante esperienze indirette la vita di un padre è preziosa oggigiorno
nella misura in cui essa offre e garantisce benessere, adeguata posizione
sociale, una tranquillità economica che vada oltre il necessario e che contempli,
come indispensabile, il superfluo. Mi sono chiesto, in tante occasioni, cosa ne
sappiano i figli della storia dei padri. Nel deserto dei sentimenti e delle
relazioni interpersonali, nella massificazione dei costumi ma soprattutto delle
coscienze, nella melassa sociale indistinta nella quale tutto è compatibile ma
non comprensibile, la storia di un uomo, che sia pure padre, assume un senso
solo se essa garantisce le illusorie ricchezze materiali di cui sopra. Nella
mortificazione e nell’obnubilamento delle coscienze non troverebbe, o non
trova, spazio alcuno la considerazione per un padre che avesse speso la sua
vita per ben altri ideali e per altre motivazioni che non fossero compresi nel
recinto angusto, umanamente parlando, delle fuggevoli aspirazioni dell’oggi. Il
capitalismo della globalità è stato capace anche di questo; come i predatori di
un tempo, che fecero la storia della colonizzazione del pianeta chiamato Terra,
il depredamento globale ha comportato non solo la “rapina” delle risorse
del sottosuolo, delle acque e dell’aria, ma soprattutto la “rapina”, inconsapevole
per i più degli umani, di una coscienza, e perché no, di una “coscienza
di classe”, detto e sentito senza vergogna e timore alcuno, per ritornare
nell’uso, caduto da decenni nell’oblio, di un concetto che è stato l’essenza prima
dell’essere di tanti degli umani.
"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".
venerdì 3 gennaio 2020
giovedì 2 gennaio 2020
Lalinguabatte. 90 «Tra l’ateo e il cristiano è possibile un agire comune».
Ove si parla, oggi, dei
mitologici “ircocervi”, etimologicamente dal latino “hircocervus”, lemma
composto da “hircus”, ovvero caprone e “cervus”, ovvero cervo, che designa
per l’appunto un animale che nessuno ha mai visto e del quale può
mitologicamente azzardarsene l’esistenza. “Tragelafo” viene anche denominato e
descritto come “avente corna di cervo, e il mento irto per la lunga barba, spalle
pelose…etc. etc.”.
mercoledì 1 gennaio 2020
Ifattinprima. 29 «Ogni perdita di sovranità intacca la democrazia, allontana il potere dai cittadini».
Tratto da “È
l’era della nuova Guerra fredda: le élite europee non lo capiscono”,
intervista di Silvia Truzzi a Federico Rampini pubblicata su “il Fatto
Quotidiano” del 31 di dicembre dell’anno 2019: (…). “La simbiosi tra la fabbrica
del mondo (cinese) e il suo mercato di sbocco (gli Usa) non c' è più”. La
politica economica di Trump è stata demonizzata dalla maggioranza degli
osservatori: in realtà l'economia Usa non va male. - Trump ha capito che la
globalizzazione come l'abbiamo conosciuta negli ultimi trent'anni non è più
sostenibile: regole asimmetriche negoziate per integrare la Cina quando era
povera e arretrata, la favoriscono in modo inaccettabile ora che è una superpotenza,
in grado di sorpassare l'Occidente nelle tecnologie avanzate. Trump ha fatto
sue le critiche che erano anche della sinistra americana, in difesa della
classe operaia impoverita dal libero scambio. Ormai i Democratici Usa danno
ragione a Trump sulla Cina. Il contenzioso commerciale è solo un piccolo
aspetto della nuova guerra fredda che investe tecnologie, spionaggio,
espansionismo neo-coloniale, corsa al riarmo, più un vero scontro di civiltà
tra modelli politici alternativi -.
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