"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 5 ottobre 2025

MadeinItaly. 63 Dario Vergassola: «Sarebbe bastato da subito sfogliare un atlante o guardare una mappa: alla destra italiana non è riuscito di stare dalla parte giusta della Storia, potrebbe almeno cercare di stare dalla parte giusta della geografia».


Altro che "Flotta dura senza paura". Per Arianna Meloni è solo una strumentalizzazione, perché le imbarcazioni della "Global Sumud" verranno fermate di sicuro, se non di siluro. Non ci sarebbe quindi un vero motivo per andar lì a fare questa specie di flashmob acquatico, a far finta che siamo tutti fratelli... quando lei stessa dimostra che quelle che contano davvero sono le sorelle. Niente. Puoi spiegare le vele quanto vuoi, certa gente non le capisce comunque. Intanto Netanyahu droneggia, cioè spadroneggia grazie ai droni. Anche se gli incendi a bordo, secondo gli encefalogramma-piattisti nostrani, non sono veri attentati ma combustioni autoprodotte, come le fiammelle che divampavano improvvise nelle mani del mago Forest. Intanto il nostro governo comincia ad accorgersi che l'occupazione militare dei territori palestinesi è vagamente illegale. Che poi sarebbe bastato da subito sfogliare un atlante o guardare una mappa: alla destra italiana non è riuscito di stare dalla parte giusta della Storia, potrebbe almeno cercare di stare dalla parte giusta della geografia. (“La destra a ripetizione di geografia” di Dario Vergassola pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 3 di ottobre 2025).

“E se Giorgia Meloni”, testo di Diego Bianchi pubblicato sul settimanale “il Venerdì di Repubblica” del 3 di ottobre ultimo: «Ma davvero lei pensa che tra quelli che sono scesi in piazza a manifestare per la Palestina non ci sia qualcuno che l'ha votata?», chiede retoricamente Elly Schlein all'assente Giorgia Meloni per il tramite del ministro della Difesa Guido Crosetto. Il ministro ha appena fatto un discorso "alto" (ormai ci vuole veramente pochissimo per apparire uomini delle istituzioni consapevoli di esserlo) nel quale ha raccontato al Parlamento della decisione di mandare una fregata militare a scortare e proteggere la Global Sumud Flottilla e gli attivisti a bordo (tra i quali diversi italiani) dopo il pericoloso attacco da questi subito in acque internazionali per opera di droni non meglio identificati. L'invito del ministro alla responsabilità e alla collaborazione di tutte le parti politiche sembrava sincero e apprezzato, ma è bastato il primo intervento della deputata di Fratelli d'Italia (Paola Chiesa) per mandare tutto all'aria, con accuse agli attivisti e già che si trovava anche ai manifestanti scesi in decine di piazze italiane il lunedì precedente. Quando la segretaria del Pd, dopo aver evidenziato come lei e Crosetto sembrassero far parte di governi diversi, ha fatto presente che il coinvolgimento dell'opinione pubblica per le sorti della Palestina, di Gaza e della Flottilla è talmente esteso e trasversale che inevitabilmente anche parte di consenso della destra ne è protagonista, ho pensato per un momento che sarebbe stato meglio, cinicamente, non dirlo. Perché forse la Meloni, almeno fino a qualche giorno fa, a questa cosa non ci aveva ancora pensato, e confermarglielo così, in sede istituzionale, la potrebbe portare all'improvviso, seppure tardivamente, a fare cose sensate accorciando la distanza sempre più marcata sulla vicenda non solo con le opposizioni, ma anche con parte del suo elettorato. Certo, dopo esser rimasti praticamente gli unici insieme a Trump a negare il riconoscimento dello Stato di Palestina, per la Meloni occorreva comunque tentare un distinguo sull'ovvio (via Hamas e ostaggi liberati), ma già sentire la premier prendere in considerazione la cosa ha registrato, se non un cambio di rotta, sicuramente una frenata. Quando poi Crosetto ha superato a sinistra financo la Spagna di Sanchez inviando per primo la fregata a scortare la Flottilla, le difficoltà di chi è apparso moderato sulla questione solo perché annovera nel governo un mancato soldato dell'Idf come Salvini, sono emerse in tutto il loro clamore. Il maldestro ma rodato tentativo del mainstream governativo di coprire l'enorme e commovente partecipazione di popolo alle ultime manifestazioni con l'esaltazione del racconto degli scontri avvenuti alla stazione di Milano, può aver compiaciuto gli animi più pigri, ma la complessità di un'opinione pubblica stufa di sentirsi inerme di fronte agli orrori della storia, è cosa ben più complicata da rendere oltre il giusto biasimo di qualche tafferuglio.

“La Flotilla al tornasole” di Marco Travaglio pubblicato su “il Fatto Quotidiano” di venerdì 3 di ottobre 2025): (…). La Meloni ha detto che, se la Flotilla voleva portare aiuti, poteva “darli al governo italiano che avrebbe potuto consegnarli in poche ore”: quindi o ha mentito o ha confessato la correità in tutte le morti per fame. Ha aggiunto che non pagherà il volo ai 40 attivisti (che non l’hanno mai chiesto) quando Israele li rilascerà: quindi l’aereo di Stato è riservato agli assassini come Almasri e Chico Forti. E per gli arresti illegali non protesta con Israele: invece, quando due marò su una petroliera uccisero due pescatori indiani, intimò “siano giudicati in Italia” (…) perché “il fatto è avvenuto in acque internazionali su una nave battente bandiera tricolore: quindi territorio italiano”. Proprio come gli italiani della Flotilla, che però non sparano a nessuno. Crosetto, ribadendo che Israele è “un Paese amico”, ha dichiarato: “Firmerei se si limitasse ad arrestare gli attivisti”, confessando di temere che fosse così amico da ammazzarli (…). Tajani ha rivelato di aver “chiesto a Israele di non intercettare la Flotilla in acque internazionali”: infatti Israele l’ha subito fatto, mostrando quanto conti l’Italia, specie fra gli “amici”; ma non è il caso di sottilizzare, perché “quello che dice il diritto internazionale è importante, ma fino a un certo punto”. Parola di un ministro degli Esteri fino a un certo punto. (…).  La Picierno, “riformista moderata” del Pd, ha messo il like a un poveretto che sghignazza per la retata israeliana (“La regata è finita, i clown tornano a casa”). Anche Renzi, nota punta di lancia dell’opposizione, parla di “regata”, poi riprende a incensare il criminale di guerra Blair, della cui Fondazione è consulente: vedi mai che, nel protettorato di Gaza, ci scappi uno strapuntino da sottosegretario.

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