Sopra. Poster del Partito Comunista Francese dell'anno 1950.«Uh,
come il lavoro va?»
«Ih,
a casa un chicco d'uva portato ho. Una lavorata fatto ho! - Uh, brava, brava.
L'importante, che del lavoro siaci, è.»
«Ih,
sì, ragione haici. Quest'inverno, ricordami, che poco lavoro eraci, sempre di
cattivo umore, trovavomi.»
«Uh,
non a me dirlo. Io, senza far niente stare, a una larva, riducomi.»
«Ih,
be', finché la bella stagione assistevi, del lavoro sempre avremone.»
«Uh,
sì, l'importante, che del lavoro siaci, è.»
«Ih,
già.»
«Uh,
lunedì, sotto la pianta dei cachi andare voglio, magari qualcosa rimedio.»
«Ih,
che brava, proprio bene, fai. Prima che il tempo guastisi.»
«Uh,
be': sempre dei lavoretti da fare trovansi, anche se rannuvolasi.»
«Ih,
sì, l'importante, che del lavoro siacì, è.»
«Uh,
già.»
«Ih,
una mano di bianco alle pareti del formicaio, questo weekend di dare pensavo.»
«Uh,
che bella idea. Aiutare possoti? Io, senza far niente stare, sai...»
«Ih,
figurati; se il lavoro fra noi non dividesi...»
«Uh,
sì, l'importante, che del lavoro siaci, è.»
«Ih,
già.»
(“Due formiche tedesche” di Paolo Nori, racconto
tratto dal volume “Le cose non sono le
cose” – 1999 –).
“Ommini&Bestie”. “Il polpo ha sempre
fame. Una metafora tentacolare”, testo di Carlo Antonelli pubblicato sul
settimanale “d” del quotidiano “la Repubblica” del 19 di luglio 2025: Ritrovare
tutte quelle piovre, polpi (c'è una differenza? lo capiremo), cefalopodi, giganti
dai tentacoli infiniti e simili mostri marini dentro le mappe geopolitiche dei tempi
che furono? E che a noi, parecchio stupidi, ci fanno pure tanto tovaglietta così
leziosa, da barca? Sono metafore facili, fin qui ci arriviamo tutti: la
minaccia strisciante, la potenza capace di allungare le sue braccia armate e/o
diplomatiche fino all'impensabile. L'astuzia prepotente. Eppure non si sapeva
allora nulla dell'intelligenza suprema di quest'animale di per sé meraviglioso,
(…). Proviamo ad andare per strati e per progressione stagionale. Partiamo
proprio dall'animale rappresentato (…) Se c'è qualcuno di cui mi fido in modo
assoluto è Roberto Danovaro, biologo marino superstar, cinquantenne, dal ciuffo
stupendo, direttore della stazione zoologica marina Anton Dorhn di Napoli. «Chiariamo
subito una cosa: polpo e piovra sono la stessa cosa, ovvero sono la stessa
specie, Octopus vulgaris. Il termine "piovra" è semplicemente il nome
comune usato per indicare il polpo soprattutto quando di grandi dimensioni.
Oggi si è quasi estinta per una caccia intensiva operata con migliaia di bottiglie
di plastica nera, ma il polpo più comune nel Mediterraneo raggiungeva
dimensioni massime di 3 metri (incluse le braccia) e un peso di 15 chili. Era
così grande quando veniva catturato e portato sulla barca da far paura: oltre a
spruzzare il nero poteva ergersi sulle braccia e diventare alto come un
ragazzo. Ma il polpo del Pacifico gigante (Enteroctopus dofleini) può
raggiungere, secondo alcune testimonianze, anche 9 metri di lunghezza con le
braccia e oltre 200 chili di peso. Questo essere gigante potrebbe essere più
chiaramente identificabile come piovra nell'accezione popolare del termine.
Tuttavia, nel nostro immaginario, il cefalopode più terribile e pauroso è forse
calamaro gigante detto Architeuthis che con le sue braccia può raggiungere anche
18 metri di lunghezza e 300 chili di peso. Non è un polpo anche se ne è un
parente stretto, poiché ha 10 braccia anziché 8 e una "testa" a forma
di cuore rovesciato con enormi occhi che raggiungono 30 centimetri di diametro.
In Ventimila leghe sotto i mari, Jules Verne racconta di questi calamari giganti
che attaccavano il sottomarino Nautilus. È noto che questi enormi cefalopodi
lottano anche con i grandi capodogli (Physeter macrocephalus), che li cacciano
in profondità e se ne nutrono. Si tratta di battaglie reali che lasciano delle
cicatrici circolari sulle teste e sui corpi di questi grandi mammiferi, causate
dalle ventose (con dentelli) dei tentacoli del calamaro gigante durante la
lotta. Inoltre, hanno un "gladio" quello che definiamo il becco del
polpo. Ora voi capite come già questa scoperta lessicale possa valere oro in
termini di immaginario italiano del Novecento dimostrando la superiorità (ma lo
sapevamo) dell'intelligenza umana dark rispetto a qualunque cefalopode. Ecco
quindi la chiave centrale per interpretare queste immagini. Non tanto ciò che
viene visto, ma ciò che sta sotto gli scogli, le pietre, gli abissi e trama per
indicare nuove prede, ingordo (sempre al maschile usiamo gli aggettivi
negativi, ovvio)», chiosa Danovaro. «Per gli Stati "predatori" questa
definizione di "piovra" appare più difficile, ma potremmo immaginare
i servizi segreti dei Paesi più forti come le braccia dello Stato tentacolare.
Sicuramente le dimensioni gigantesche del mare e dei suoi abissi che coprono
circa la metà del pianeta risvegliano in noi inquietudine e senso di impotenza
di fronte alle gigantesche dimensioni della natura. In futuro sarà sempre più
evidente il Risiko del mare, ma non sappiamo ancora chi sarà piovra, chi
calamaro gigante e chi capodoglio. In ogni caso è certo che mari e oceani
rappresentano la nuova frontiera geopolitica, poiché quello che adesso vediamo
nella contesa dei territori emersi, domani lo vedremo in mare e negli abissi in
particolare». Altra premonizione di questi oggetti cartacei, di queste mappe
stupefacenti. La cosa si fa intrigante. Tiro in mezzo una delle menti mondiali
più brillanti che ci siano, lo storico politico Sandro Mezzadra, da tempo
assunto a fama internazionale. Gli mando un WhatsApp mentre sono su uno scoglio.
In quello stesso istante (giuro) un signore tira fuori da una pozza marina una
seppiolina che tra l'altro gli spruzza del nero in faccia. «Beh, quest'Europa è
comunque rappresentata come il centro del mondo ed è evidente che qualsiasi
mappa si voglia costruire oggi - per rendere conto delle tensioni, delle
intelligenze, delle regioni in formazione - beh, non potrà che essere una mappa
mondiale in cui la "nostra area" occupi una posizione tendenzialmente
marginale. Questa mi sembra la prima cosa», precisa con la sua leggendaria
chiarezza Mezzadra. «Poi come dire, l'Europa, nella seconda metà
dell'Ottocento, dominava il mondo. Oggi a me sembra che il punto fondamentale
sia guardare al modo in cui si stanno ridisegnando gli spazi, tanto gli spazi
politici quanto quelli di espansione economica su scala mondiale. E allora qui
la questione delle intelligenze - la questione, diciamo, del polpo - si pone in
una duplice forma. Da una parte come possibilità di una più che augurabile cristallizzazione
di intelligenza collettiva che contrasti una congiuntura segnata da genocidio o
guerre. Ovvero la possibilità che, appunto, si strutturino delle grandi aree
regionali a livello mondiale capaci di cooperare con intelligenza, finalmente.
Dall'altra parte, la possibilità invece che questi processi di formazione di un
mondo multipolare siano sovradeterminati da una tendenza al militarismo, alla
formazione di blocchi - per riprendere il termine consueto, all'età della
Guerra fredda e quindi alla Guerra. Ecco, direi un po' questo. Sono le cose che
mi vengono in mente. Spero che tu stia bene sullo scoglio». Tutto molto
cristallino. Ma rimanevano altre mappe che mi ronzavano nella testa, il reticolo
dei piccoli e grandi gangli della conversazione digitale, che rappresentano una
modalità di ricerca completamente diversa da quelle precedenti. L'immagine
della "polpomappa" era in mezzo a quelle che conservavo tra le foto
del telefono. Ma da qualche parte doveva essere pur arrivata. E guardando le
newsletter del sabato (che da tempo stanno diventando per tutti la vera fonte
di conoscenza, sbocconcellata o meno) mi è venuto il dubbio che fosse dentro
una di queste, una raccolta squisita che fa il giornalista Pietro Minto,
dedicata alle rappresentazioni bizzarre che si chiama pertinentemente Link
Molto Belli (…). Ho chiamato a questo punto pure lui. Molto simpatico. Ha
parlato di ere geologiche delle newsletter che consigliavano link interessanti,
ben prima della monetizzazione di Substack. «A me le mappe son sempre piaciute
e poco prima di aprire la mia newsletter, mi sono appassionato a una sezione di
Reddit che si chiamava Map Porn, dove la gente postava di tutto». E così è
andata. «Link molto belli poteva durare due settimane e invece ha quasi dieci
anni. Ai vari canali Reddit si sono aggiunti account Instagram, Threads, di
tutto, gestiti da assatanati di cartografia bizzarra. (…). E quando tornano
mappe e polpi non è mai un buon segno, ecco».

N.d.r. Poster tedesco dell'anno 1944.
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