Rimaniamo sull’indecente tema “la
politica vola basso”. Un tema che non ha mai attirato e trovato l’attenzione
dei più. Donde, nessuna presa di posizione tale da invertire l’invereconda
prassi. Decaduto, in apparenza, il tema della “decadenza” del signor B.
ne è subentrato prontamente un altro con protagonisti diversi ma con la stessa
spocchia di chi sa di detenere il potere. Il tema corrente di questi giorni è
legato all’ambascia “dimissioni sì”/“dimissioni no” di un molto caritatevole
ministro della giustizia. Nessuno che le possa rimproverare il suo vezzo
caritatevole. Le si rimprovera l’inopportunità di certe sue iniziative che
hanno travalicato e mortificato il ruolo pubblico ed istituzionale per
ricondurre il tutto ad una questione non umanitaria ma familistica. In questo
disarmante ed allarmante scenario ogni qualsivoglia atto della politica nel bel
paese diviene un “volare basso” che non arreca benessere e serenità alla
comunità tutta, bensì ad una parte ben individuata di essa. E questo “volare
basso” investe tutti gli aspetti della vita politica ed istituzionale.
Lo ha ben specificato Antonio Padellaro su “il Fatto Quotidiano” di oggi con un
editoriale che ha per titolo “Il paese
di chi la spara più grossa”: (…). …la politica italiana è ormai un
incessante atto di fede. Prendiamo il ministro Cancellieri che spiega le
continue telefonate ad Antonino Ligresti nei giorni in cui altri tre Ligresti
finivano in galera “per consigli su problemi di salute miei e dei miei
familiari”. Come dubitare, del resto, delle parole di un Guardasigilli? E che
dire dell’ultima strepitosa profezia di Enrico Letta-Palle d’acciaio: “La
ripresa dell’Italia è a portata di mano, anche se ancora i segnali non sono
visibili”. Più che un premier sembra uno studioso di scienze occulte. Gli
italiani, naturalmente, neanche più ascoltano questa fantasmagorica alluvione
di giuramenti ingannevoli, promesse immaginarie e previsioni avventate. E per i
superstiti spettatori dei talk show televisivi, spesso l’unico divertimento
consiste nel vedere chi la spara più grossa. Quando politici e politicanti
scopriranno che tutto questo parlarsi addosso tra le macerie non serve a niente
sarà sempre tardi. (…). Un dubbio persiste: che veramente gli italiani
non ascoltino più “questa fantasmagorica alluvione di giuramenti ingannevoli, promesse
immaginarie e previsioni avventate”? Veniamo da un ventennio di
proclami e di false promesse ed a leggere le vicende degli ultimi anni della
politica del bel paese non si può certo dire che i millantatori siano stati
puniti per aver venduto fumo. E del resto, anche chi avrebbe dovuto combattere
senza tregua illusionisti e millantatori di professione alla fine si è
accordato con essi per una conduzione condivisa della cosa pubblica. Giustificandosi
dietro lo schermo della necessità. Della eccezionalità. Per la qual cosa chi
avrebbe dovuto contrastare i venditori di fumo si sono invece impegnati ad acquisirne
le più segrete strategie. Ed è da dire – visti i risultati - che i discepoli
non fanno sfigurare i maestri. Un significativo ed esaustivo campionario nello
sport divenuto nazionale a “chi la spara più grossa” lo ha
proposto Marco Palombi, sempre su “il Fatto Quotidiano”, del giorno 16 di
novembre col titolo “Conti a posto”: le
balle d’acciaio”. Balle
raccontate ad ogni pie’ sospinto dal premier in carica. Di seguito si propone,
nella sua interezza, l’interessante campionario.
Il debutto. “Dal tour europeo
sono tornato con qualche elemento fiducia in più: ho detto che l’Italia non
vuole sbracare, vuole mantenere gli impegni, ma non possiamo più accettare che
l’Europa sia solo tagli, tasse e austerità”. (5 maggio)
L’ottimismo. “Sono fiducioso che
l’Ue coglierà gli sforzi che l’Italia sta facendo per rimanere virtuosa”. (17
maggio)
Serietà. “L’Italia è un Paese
serio e un Paese serio prende degli impegni e li mantiene, a cominciare da
quelli sulle politiche per la crescita. Ma senza fare nuovi debiti e senza
scaricare sui nostri figli le scelte sbagliate”. (18 giugno)
Ciclismo. “Nei prossimi 18 mesi
avremo tre fasi: la prima, quella attuale, è la più difficile ed è il gran
premio della montagna. La seconda, a fine anno, sarà il falso piano e, infine,
nel 2014 avremo la discesa”. (25 giugno)
Pie illusioni/1. “Parte una nuova
fase: i sacrifici fatti al momento giusto, perché avevamo fatto troppi debiti
in passato, e le scelte dei governi precedenti confermate da noi hanno
consentito di uscire dalla procedura di deficit eccessivo e di avere un premio
importante: maggiore flessibilità sul bilancio 2014 che ci consentirà di fare
investimenti produttivi”. (3 luglio)
Pie illusioni/2. “L’Europa premia
chi si impegna: è un bel messaggio per i cittadini europei e per l’Italia che
si è impegnata e oggi ha il suo premio”. (3 luglio)
Visioni. “I sacrifici sono uno
strumento per ottenere un fine e oggi c’è la percezione che i primi segnali
positivi si vedono”. (2 agosto)
Futuro. “I sacrifici li abbiamo
fatti e li stiamo facendo non perché ci sia qualcuno a imporceli, ma perché
siamo un Paese adulto che vuole ricominciare a costruire il futuro dei propri
figli. Dobbiamo avere maggiore fiducia in noi stessi”. (17 agosto)
Ordine. “Siamo orgogliosi che
l’Italia sia un Paese con i conti in ordine”. (21 agosto)
Bacchettate.“Negli altri G20 ci
avevano dato i compiti a casa, perché eravamo stati malandrini: oggi invece
possiamo ragionare sulle cose positive da fare per il futuro e non ci prendiamo
le bacchettate sulle dita come in passato”. (6 settembre)
Autonomia. “La legge di Stabilità
la scriveremo noi, non Bruxelles, perché siamo usciti dalla procedura di
deficit eccessivo”. (14 settembre)
Previsioni. “Oggi il mondo e
l’Europa non ci trattano più da osservati speciali. Oggi è finita l’epoca del
rigore fine a se stesso e della sola austerità”. (14 settembre)
Premonizioni. “Se l’Europa è solo
tasse, austerità, recessione e nessuna luce in fondo al tunnel la legge di
Stabilità non servirà a nulla: quando si chiede di fare sacrifici, poi bisogna
anche indicare dov’è la terra promessa”. (24 settembre)
Trionfo/1. “Per la prima volta da
anni facciamo una legge di Stabilità in cui i conti quadrano senza aumentare
tasse e senza fare tagli al sociale e alla sanità”. (15 ottobre)
Trionfo/2. “Siamo fuori
dall’emergenza, ora vanno applicate le riforme: questo budget sarà il primo in
cui il debito scenderà, così come il deficit, la spesa pubblica, le tasse”. (17
ottobre)
Atto di fede. “La ripresa
dell’Italia è a portata di mano, anche se ancora i segnali non sono visibili”.
(13 novembre)
Commentava Antonio Padellaro su “il
Fatto Quotidiano” del 6 di novembre – “Sistema
Anna Maria” – sempre sul caso soltanto sopito del “ministro umanitario”: Che
spettacolo! (…). …l’unica verità politica di questa messinscena viene
attribuita al costernato premier nipote che, inorridito dalla prospettiva di un
rimpasto, avrebbe pigolato: “Se salta lei, salta tutto”. Proprio vero, poiché
la tanto umana Anna Maria nelle telefonate con casa Ligresti rappresenta in
realtà un solido e collaudato sistema di relazioni, al vertice del quale c’è il
Quirinale con sponde a destra e a sinistra, nell’alta burocrazia ministeriale e
nella finanza che conta. E un sistema non si dimette certo. (…). Così
vanno le cose. E non c’è da ben sperare.
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