“Questo cielo è senza angeli”: Cammino avanti e indietro e penso agli angeli, anche in questo momento sto camminando avanti e indietro, non fatevi ingannare dai vostri occhi: potrà sembrarvi che stia qui in piedi a parlare in un microfono, ma no, in realtà sto camminando incessantemente, da un angolo all'altro e poi indietro da dove ero partito, e avanti e avanti, in tondo e in tondo, e sì, sto pensando agli angeli; agli angeli, e posso subito svelarvi che questi sono angeli di un tipo nuovo, sono angeli che non hanno le ali, ragion per cui non c'è bisogno di stare a rimuginare, per esempio, se le due ali spuntano fuori dalla schiena di questi angeli, se queste due ali enormi si stendono in fuori così pesanti passando anche attraverso la veste di questi angeli, e che razza di lavoro fa il loro sarto celeste, che razza di conoscenze sconosciute ha accumulato lassù nel suo atelier quando li deve abbigliare; le due ali sono al di fuori, naturalmente, al di fuori del loro corpo incorporeo, ma allora come fanno a metterle fuori da quella veste fisica incorporea che si avvolge così dolcemente intorno a loro e copre anche le ali, o all'inverso, se le ali non spuntano fuori, allora come fa quel manto celeste a coprire i loro corpi insieme alle ali, oh povero Botticelli, povero Leonardo, povero Michelangelo, e poveri Giotto e Beato Angelico! Ma non ha importanza ormai, questa domanda è evaporata insieme agli angeli di una volta, gli angeli di cui sto parlando sono i nuovi angeli, questo è chiaro mentre comincio a girare forsennatamente per la stanza, anche se tutto quello che vedete voi è che sto qui in piedi di fronte a un microfono ad annunciare, da vincitore del premio Nobel per la letteratura di quest'anno, che volevo parlare della speranza, ma invece non ne parlerò e al suo posto parlerò di angeli, comincerò da lì, e già si formano nel mio cervello contorni confusi mentre mi accingo al compito, assumendo una postura meditativa nel mio spazio di lavoro che non è particolarmente grande, complessivamente quattro metri per quattro in una stanza-torre, a cui bisogna sottrarre l'area della scala che porta su e giù dal piano terra; naturalmente non dovete immaginarvi una romantica torre d'avorio, questa stanza-torre, costruita con tavole di abete rosso di quelle più economiche e collocata nell'angolo destro di una casa di legno a un piano, si eleva sopra a tutto il resto, perché il mio terreno sta sopra una pendenza, perché l'intera costruzione è in cima a una collina, tutto l'appezzamento è su un pendio ed è inclinato, anzi è fortemente inclinato, verso una valle, e il che significa che quando ho deciso, perché ne avevo grande necessità, di allargare le stanze del piano terra, e mi serviva perché i libri stavano cospirando per occupare tutto lo spazio disponibile e dopo un po' non mi è più stato possibile rimandare l'opera, per via di questa pendenza la stanza in più che ho costruito si innalzava già come una torre sopra il piano inferiore, pesando su di esso; in ogni caso, qui vorrei parlare semplicemente di angeli,
e non di speranza,
e non quelli vecchi, i vecchi angeli voglio dire, perché i vecchi angeli, quelli con le ali - pensate ai più famosi di loro nei dipinti dell'Annunciazione, prodotti in quantità innumerevole durante il Medioevo e il Rinascimento - portavano un messaggio, il messaggio che Colui che Nascerà sarebbe nato; questi erano gli angeli di una volta, messaggeri celesti che arrivavano di continuo con questo o qualche altro messaggio, e secondo le scoperte dell'angelogia il più delle volte trasmettevano il messaggio al destinatario verbalmente, o come si vede nelle raffigurazioni del IX e del X secolo leggevano direttamente da un rotolo di carta ondulato, una frase-nastro, in raffigurazioni che accordavano alla parola un'importanza fuori dal comune; eppure questi angeli, anche quando adempiono alla loro missione, trasmettono ancora (per essere esatti trasmettevano) il messaggio di Colui che È Superiore a Ogni Cosa al suo eletto, la parola velata da luce o sussurrata nell'orecchio, a significare che, a prescindere dalle raffigurazioni, questi angeli non sono realmente distinguibili dal messaggio che recano (più precisamente, non erano realmente distinguibili dal messaggio che recavano), tanto che dovremmo dire, in realtà, che questi vecchi angeli erano essi stessi dei messaggi, erano essi stessi il messaggio che arrivava sempre da Colui che Non Può Essere Supplicato, lui li mandava, lui mandava gli angeli a noi, a noi che ci dibattiamo nella polvere, noi che vaghiamo, condannati a Imprevedibili Conseguenze - oh, i bei tempi !- in una parola, ogni angelo di una volta era un messaggio da qualcun altro a qualcun altro, un messaggio di novella nella veste di un comando o di una comunicazione, ma non intendo affrontare questo argomento qui in piedi di fronte a voi, mentre cammino forsennatamente avanti e indietro nella mia stanza-torre, che come già sapete è costruita con le tavole di abete rosso più economiche ed è quasi impossibile da riscaldare, e che è una torre soltanto per via della forte pendenza del terreno, insomma non parlerò di quelli vecchi, anche se le immagini che vivono dentro di noi - grazie ai geni del Medioevo e dell'inizio dell'era moderna, da Giotto a Giotto - anche se questi vecchi angeli, con i loro calzanti epiteti di meraviglioso, sublime e recondito, anche se riescono ancora a toccare le nostre anime in qualsiasi momento, perfino ora, anche se riescono a toccare le nostre anime incapaci di fede, perché erano i soli che nei secoli, grazie alle loro infrequenti apparizioni, ci consentivano di dedurre l'esistenza del Cielo, e con essa potevamo dedurre anche la direzione che creava dentro di noi la struttura dell'universo come direzione, perché dove c'è direzione c'è distanza, e quindi c'è lo spazio, e dove c'è direzione esiste anche una distanza tra due punti, e quindi c'è il tempo, e c'è di conseguenza, da secoli ormai (oh, e da millenni!), il mondo che si crede essere stato creato, dove questi incontri con loro, con questi vecchi angeli, ci offrivano la possibilità di una salda percezione del sopra e del sotto come qualcosa di autentico e reale, e perciò se volessi parlarvi dei vecchi angeli camminerei in cerchio partendo da un angolo e tornando allo stesso angolo, ma no, i vecchi angeli non ci sono più, ci sono solo quelli nuovi, e quanto a me non cammino in cerchio partendo da un angolo e tornando allo stesso angolo pensando a loro mentre sto qui in piedi in presenza della vostra attenzione, perché, come forse ho già detto,


