"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 21 dicembre 2014

Oltrelenews. 15 “Malapolitica”.



Da “Un Parlamento di scambisti del voto” di Bruno Tinti, su “il Fatto Quotidiano” del 4 di aprile 2014: (…). …“Che dei delinquenti potessero emanare leggi che avrebbero avuto l’effetto di portarli in prigione era cosa che nemmeno un’ingenua come me poteva credere. Così ho abbandonato i miei sogni e me ne sono andata: l’Italia non è un Paese in cui una persona onesta può vivere”. Credo che Paola (si chiama così) oggi sarà di nuovo tristissima (e contenta): ha avuto ragione quando ha deciso di fare la “fuoriuscita”. La Camera (…) ha fatto proprie le richieste di B&C in materia di voto di scambio. Il politico che promette di mettersi a disposizione di un’associazione mafiosa in cambio di voti non è punibile se poi i voti non gli vengono dati. Questi protettori di scambisti dunque hanno stabilito che: 1) Se uno scambista promette ai mafiosi di darsi da fare nel loro interesse è una persona indegna se i mafiosi lo remunerano con il voto; mentre, se gli preferiscono qualcun altro, allora è una brava persona. (…). 2) Lo scambista mancato che arriva comunque in Parlamento ha una moralità garantita dal fatto di essere stato schifato dai mafiosi: mai più proporrà scambi di sorta poiché il rifiuto lo ha certamente vaccinato. (…). …secondo quanto prevede il testo elaborato dalla commissione Giustizia della Camera, lo scambista non deve ravvedersi per essere non punibile; è sufficiente che la sua offerta non sia accettata. (…). …la nuova legge prevede che il voto di scambio sia reato anche se lo scambista lo ripaga non con denaro (caso ovviamente inesistente) ma con qualsiasi tipo di prestazione (la norma parla di “utilità”). Il che rende effettivo il pericolo di essere acchiappati e condannati. La pena prevista va da 7 a 12 anni, tale da assicurare in concreto la prigione. Ma i protettori degli scambisti hanno proposto di modificarla: da 4 a 10. Ragioni di equità? Macché: come tutti sanno, con pene fino a 4 anni non si va in prigione: affidamento in prova al servizio sociale. E siccome le attenuanti generiche non si negano a uno scambista incensurato (sono sempre incensurati, li salva la prescrizione), questo vuol dire che gli si possono ficcare anche 6 anni; meno un terzo per via delle attenuanti, uguale 4: nix galera. Paoletta mia, quanto avevi ragione!

sabato 20 dicembre 2014

Oltrelenews. 14 “Populismo”.



Da “Populismo e privatismo” di Giorgio Ruffolo, sul quotidiano la Repubblica del 4 di marzo dell’anno 2011: (…). Per privatismo intendo la forma più rozza del liberalismo. Quello pone al centro dell´azione politica la libertà dell´individuo: quindi, certamente, i suoi interessi personali; ma anche le sue responsabilità sociali. L´individuo è anche un cittadino. Nel privatismo è esaltata la sua separatezza ed esaltata la sua compiacenza. La società è sostanzialmente negata (vedi la famosa sentenza della signora Thatcher: la società non esiste) o piuttosto, è intesa come un pulviscolo di granelli privati. I quali sono facilmente coinvolti da emozioni collettive (il gioco, il calcio, lo spettacolo) e attratti da personalità autoritarie. E qui il privatismo si rovescia in populismo fanatico. Questo collettivismo ludico si sposa perfettamente con la diseguaglianza: che anzi, lo sprona. Grande parte della fortuna del berlusconismo sta nell´ammirazione del successo e nella forza dell´invidia sociale. Di qui i suoi riferimenti politici: non le aristocrazie o i poteri forti delle borghesie, considerati con antipatia plebea: ma i nuovi poteri della finanza, dell´industria mediatica, dell´industria edonistica (moda e viaggi, feste e festini): non i valori storici dell´unità nazionale, ma quelli localistici del campanilismo. Inoltre: queste passioni mondane si combinano perfettamente anche con la reverenza verso le istituzioni religiose. Prova ne sia la benevolente indulgenza di queste alle scappatelle di massa. Naturalmente, il berlusconismo si combina perfettamente con i "liberali" benpensanti, che in Italia hanno sempre svolto un ruolo di copertura moderata della destra violenta. Infine. Il berlusconismo si combina anche con i residui del vecchio marxismo stalinista. Suoi eredi più o meno illustri, orfani di quelle obbedienze, trovano nella nuova devozione gioia e conforto al loro disperato bisogno di papi.

venerdì 19 dicembre 2014

Sfogliature. 34 “L’otto per mille andrebbe abrogato”.



C’è stato un tempo nel quale ad una rubrichetta di questo blog avevo dato per titolo “Cattivipensieri”. Cattivi, non sempre però, ma fissi lì come quei pensieri che affollano la mente e che non ti lasciano in pace come quel tarlo del legno della aggressiva attività del quale il segnale più evidente risulta essere, ad un cento punto, quella impalpabile polverina che si deposita sul pavimento sovrastato dal legno aggredito e finemente sminuzzato. Trascrivo quel post di quella rubrichetta di “cattivipensieri” che risale all’8 di giugno dell’anno 2010 - “L’otto per mille andrebbe abrogato” – :

giovedì 18 dicembre 2014

Oltrelenews. 13 “Petrolio”.



Da “Sta cambiando il mercato troppo greggio nel mondo i prezzi resteranno bassi” di Eugenio Occorsio, sul settimanale “Affari&Finanza” del 20 di ottobre 2014: (…). …la Cina e la Russia rallentano, la Germania è sull’orlo della crisi per non parlare del resto d’Europa: i valori così bassi del greggio non sono semplicemente funzione del passo lento dell’economia e della domanda mondiale? «Non è questo l’elemento prevalente. Per capire la situazione dobbiamo andare indietro di dieci anni. Nel 2003-2004 le quotazioni cominciarono a salire, tanto che più o meno tutte le compagnie, grandi o piccole, decisero di potenziare gli investimenti per aumentare la disponibilità e quindi cogliere le opportunità di prezzi così alti che allora sembravano dover durare per sempre (il picco fu a 150 dollari nel luglio 2008, ndr). Nei dieci anni fra il 2003 e il 2013 si sono spesi nel mondo oltre 4mila miliardi di dollari nell’esplorazione e nello sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio e gas. Bene, ora questi investimenti, che per natura richiedono in media 7-8 anni anni per dispiegare i loro effetti, stanno dando i loro frutti. Così aumenta a dismisura la capacità produttiva, più ancora che l’offerta: il problema, come notava già lo sceicco Yamani, è che quando la capacità aumenta ma la domanda è stabile o in declino, si crea quello che gli americani chiamano glut, insomma eccesso di petrolio potenzialmente in grado di arrivare sul mercato. È quello che sta succedendo.