sabato 4 maggio 2019

Riletture. 86 «Il salto con gli sci, Kant per sonnifero e la zuppa in scatola».


Tratto da «Giovanni Sartori: il salto con gli sci, Kant per sonnifero e la zuppa in scatola», colloquio di Silvia Truzzi con Giovanni Sartori pubblicato su "il Fatto Quotidiano" del 4 di maggio dell’anno 2014:
(…). Lei è rientrato in Italia nel '94, un periodo di grandi cambiamenti politici. - Compivo settant'anni e il mio mandato di insegnamento terminava. Ma ho continuato a lungo a fare la spola con New York. Tornato qui, per un certo periodo ho avuto rapporti stretti con D'Alema. Un uomo intelligentissimo, anche se politicamente non ne ha vinta una: è un dato di fatto. Ha il difetto di essere un complottista. Ero riuscito a convincerlo che il sistema migliore era quello francese. Lui mi disse: "Va bene professore, la autorizzo a sondare i partiti a mio nome". E io lo feci: erano tutti d'accordo -.
Andò anche da Berlusconi? È riuscito a dare del comunista perfino a lei. - Sì andai, obtorto collo, anche da lui. M'invitò a cena, con una ventina di persone, incluso il mio allievo Giuliano Urbani, e mi regalò anche una bottiglia di liquore. Berlusconi è come un incantatore di serpenti: e se il serpente obbedisce, bene. Altrimenti lui lo cancella. Comunque alla fine mi disse: "Può riferire a D'Alema che sono d'accordo". Il giorno dopo mi precipitai da D'Alema e gli consigliai di cogliere al volo l'occasione, perché Berlusconi poteva cambiare idea da un momento all'altro. Però era successo qualcosa: D'Alema era stato poco prima in Israele e gli piaceva il modello di premierato forte di quel Paese. Mi disse : "Si occupi dei suoi studi, alla politica ci penso io". Per parecchi anni non ci siamo rivisti. Poi ho ricevuto la laurea ad honorem a Urbino. Lui era tra i relatori e fu molto bravo e simpatico. Sulla Bicamerale voglio dire una cosa, perché ora se ne danno versioni sbagliate. Non la fece saltare D'Alema, ma Berlusconi al quale premeva soltanto una garanzia di immunità giudiziaria -.
Parlando con Gad Lerner, di Renzi lei ha detto: "È un peso piuma malato di velocismo. Vende velocità che non può rispettare. Sono cose che incantano il pubblico: un mese faccio questo, un mese faccio quello. Fa ridere, io ho molti dubbi. L'uomo è molto contento di se stesso e questo gli dà forza, ma temo che si sgonfierà rapidamente nel fare". - Guardi, il giovanilismo nella Storia non ha mai pagato. È sempre servita una giusta di miscela di esperienza e innovazione, di vecchi e giovani. Renzi ha messo su un governo con gente assolutamente incompetente. Lo dico perché di certe materie me ne intendo -.
Siete entrambi fiorentini: lo conosce? - Un giorno andai a ritirare un premio a Firenze, in una trattoria storica che ogni anno regala un prosciutto. Appena entrato mi si fece incontro un signore che non conoscevo, insieme a un sacco di fotografi: mi baciò per le telecamere e senza presentarsi se ne andò. Era il candidato sindaco Matteo Renzi: non l'ho mai più rivisto -.
Invece conosce bene il presidente Napolitano. - È stato il più riformista del Pci, il loro capo migliorista. L'ho conosciuto quando venne in America; allora fu bravissimo. Sono stato al Quirinale a pranzo da lui poco tempo fa. Il punto è che fa una vita faticosissima ed è molto invecchiato. Ormai ha la rigidità delle persone anziane e lo dico da coetaneo. Sono dispiaciuto perché lui ha bocciato il sistema francese: è un vecchio parlamentarista -. (…).

Nessun commento:

Posta un commento