sabato 20 agosto 2016

Scriptamanent. 34 “La settimana enigmistica”



Da “La settimana enigmistica” di Giacomo Papi, sul settimanale “D” del 20 di agosto dell’anno 2011: Quando sono stanco di macellai norvegesi e imbecilli padani, quando Scilopoti non mi fa più sorridere, quando non capisco come la mia vita possa dipendere dal default Usa o dai bund tedeschi, quando la cronaca mi appare dolorosamente ridicola e la storia un fiume insensato di tragedie e idiozie, vado a comprare La Settimana Enigmistica, me la rigiro tra le mani e mi tranquillizzo come se mi facessi di ansiolitici. E finalmente comprendo le ragioni politiche della maggioranza silenziosa. (…). Controllo il numero in alto a sinistra sul primo cruciverba. Indica l'esorbitante quantità totale di giochi pubblicati nei 4143 numeri usciti dal 1932 a oggi (circa 497.760, se i miei calcoli sono giusti). Alzo gli occhi e mi domando: chi avrà inventato i meravigliosi caratteri fasciosumerici della testata che dal 1995 si alterna senza sgarrare in blu, rosso e verde? Corro all'ultima pagina. In corpo 10, a metà della quarta colonna, è scritto in corsivo: Periodico fondato e diretto per 41 anni dal Cavaliere del Lavoro Gr. Uff. Dott. Ing. Giorgio Sisini Conte di Sant'Andrea. Era un sardo figlio del fondatore del Rotary Club dell'isola, che si trasferì a Milano, sposò un'austriaca ed ebbe l'idea di importare in Italia i giochi di enigmistica di derivazione Usa che a Vienna spopolavano. Il primo numero uscì il 23 gennaio 1932. Costava 50 centesimi. Da allora non si è mai fermata. Soltanto il n. 694 del 14 luglio '45 è uscito in ritardo a causa della guerra. Da allora quasi tutto è rimasto immutato. Perché questa è la regola segreta della La Settimana Enigmistica, il suo enigma nascosto: nulla deve mai cambiare. Quando morì Piero Bartezzaghi, il più grande inventore di parole crociate della storia italiana, non ho visto necrologi e non listarono a lutto il suo cruciverba. I suoi schemi continuarono a uscire per mesi e mesi, fino a quando furono sostituiti da quelli del figlio Alessandro. Una A. al posto della P. Nulla di più. Ma basta elencare i titoli delle rubriche per tornare respirare il secolo scorso e le sue polveri: L'edipéo enciclopedico, La pagina della Sfinge, Forse non tutti sanno che..., Strano, ma vero!, Il piacere di saperlo!, Spigolature, Risate a denti stretti (non le pagano più), l'Antologia del buon umore, Per rinfrancar lo spirito... tra un enigma e l'altro. Espressioni di un gusto che sopravvive solo in questo habitat. (…). La Settimana Enigmistica è un fossile che il tempo non può più cambiare e la sua impermeabilità alla storia è la ragione del suo successo. Per questo, agisce come ansiolitico. È un antidoto ai tempi che corrono, un rifugio dalle intemperie della cronaca, una sospensione della storia. Per questo è il vero giornale dei conservatori italiani. Esprime il cuore del conservatorismo: la storia umana è insensata e pericolosa, il progresso non esiste, è meglio trovare un nascondiglio per sé e per ciò che si possiede. Un'illusione che ha potenza, consola e ripara. La nostalgia mi assale alla gola. (…).

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