giovedì 5 maggio 2016

Scriptamanent. 5 “Nostra Signora Televisione”



Da “Nostra Signora Televisione” di Ilvo Diamanti, sul quotidiano la Repubblica del 5 di maggio dell’anno 2014: (…). …la televisione, nonostante tutto. Impossibile farne a meno, se si ha l’ambizione di “vincere”, o almeno di “esistere”, alle elezioni. Perché le scelte degli elettori si definiscono proprio lì. E perché, soprattutto lì, si risolve l’incertezza. (…). Per questo la televisione resta il vero “campo” della campagna elettorale. Il più conteso e il più combattuto. Perché il più influente. D’altronde, secondo l’Osservatorio di Demos-Coop del dicembre 2013, l’80% degli italiani si informa ogni giorno attraverso la tivù. Circa il 47% su internet. Il “mezzo” di informazione che ha registrato il maggior grado di crescita, negli ultimi anni. Dal 2007, infatti, è quasi raddoppiato. Tuttavia, resta ancora un medium molto delimitato, dal punto di vista degli utenti. Ne restano, infatti, largamente escluse le persone più anziane e meno istruite. Cioè, le più incerte. Le più difficili da contattare e, quindi da convincere. Anche perché, nel corso degli anni, hanno perduto fiducia nella politica, nei politici e nelle istituzioni. (…). Ebbene, per raggiungere e spingere gli elettori indecisi a votare — magari contro, per rabbia e delusione — ci vorrebbero contatti diretti. Personali. Con amici, conoscenti, familiari. Per sfidare la sfiducia ci vorrebbero persone di cui ci si fida. Ci vorrebbe la politica sul territorio. Come un tempo. Quando i partiti erano dentro la società, confusi nella vita quotidiana. Quando la campagna elettorale veniva condotta porta a porta . Mentre ora, per parlare con gli indecisi e gli incazzati, non resta che andare in tivù. A “Porta a porta”. 

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