venerdì 14 febbraio 2014

Storiedallitalia. 40 Consultazioni carnascialesche.



Divertitevi un po’ anche Voi. In anticipo forse sugli schiribizzi carnascialeschi ma questo è un paese disastrato, che vive in un perenne clima carnascialesco. Per (de)merito di chi? Soprattutto, esclusivamente per responsabilità storiche della politica e dei suoi interpreti da avanspettacolo. La notizia del giorno è: dimissioni dell’ineffabile primo ministro. Con un altro personaggio che ne risulta al contempo vittorioso, ché al momento pare difficile assai stabilire vittorioso fino a quando. E nello spirito dell’imminente carnevale mi sono divertito a sezionare, come un esperto cerusico, l’articolo di Marco Travaglio pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 13 di febbraio. Titolo del “pezzo”: “Pacco di coalizione”. Mi ci sono divertito innanzitutto leggendolo; uno spasso. Ma poi, come quel benemerito cerusico di cui dicevo, mi sono impegnato a separare l’Enricoletta-pensiero dal Matteorenzi- pensiero. Lasciando però la cronologia dei profondissimi pensieri dei due prosatori d’avanspettacolo. Se vi soccorre la pazienza provate a rimettere in ordine cronologico le solenni dichiarazioni  dei due ricreando la “miscellanea” originale. Buon divertimento. Pensando sempre ed amaramente che “lor signori” sono i detentori del potere.

Quadro primo. L’Enricoletta-pensiero. “Io sono qui, stradeterminato, concentrato e straimpegnato a non farmi bloccare da veti e a non galleggiare, ma ad attuare il nostro programma per dare una svolta” (E. L., 8-9-2013). “Senza Berlusconi, governo più forte e più coeso” (E. L., 27-11). “Col nuovo segretario del Pd lavoreremo con un fruttuoso spirito di squadra” (E. L., 8-12). “Io e Matteo andremo d’accordo” (E. L., 13-12). “Renzi e il Pd possono diventare il motore del nuovo inizio del governo” (E. L., 15-12). “L’attesa di tensioni nei rapporti fra Renzi e il sottoscritto è fuori luogo” (E. L., 20-12). “La fase 2 del governo partirà entro il 20 gennaio” (E. L., 7-1-2013). “Io e Renzi abbiamo una gran voglia di applicarci. C’è il contratto di coalizione da costruire. Insieme aiuteremo il Paese. Con Matteo ce lo siamo ribadito, c’è moltissima sintonia” (E. L., 11-1). “Mi fido di Renzi, lavoreremo bene: sì alla svolta, il cambio di passo ci sarà” (E. L., 12-1). “Sono d’accordo con Renzi sulla necessità di un nuovo inizio, anche se dissento dal suo giudizio sul governo” (E. L., 16-1). “Sono pronto a un nuovo governo, un Letta-bis” (E. L., 18-1). “Mi pare che Renzi vada nella direzione giusta” (E. L., 3-2). “Dobbiamo aggredire i problemi con grande forza ed efficacia e anche rapidità. Non intendo certo galleggiare” (E. L., 6-2).
Quadro secondo. Il Matteorenzi-pensiero. “Noi vogliamo che il governo arrivi alla fine del proprio percorso con convinzione e saremo i più leali a dare una mano al tentativo di Enrico Letta” (M. R. 24-11). “Da mesi leggo sui giornali che Renzi vuole il posto di Letta: se avessi ambizioni personali, avrei giocato un’altra partita, non mi sarei messo a candidarmi alla segreteria del Pd” (M. R., 3-12). “Voglio cambiare l’Italia, non cambiare il governo” (M. R., 8-12). “Punto a far lavorare il governo, non a farlo cadere. Enrico ci ha chiesto un patto di coalizione e io sono d’accordo” (M. R. 10-12). “Tutto il Pd aiuterà Enrico nel semestre di presidenza europea” (M. R., 15-12). “Per il 2014 il premier è e sarà Enrico Letta” (M. R., 22-12). “Nessuna intesa fra Letta, Alfano e me. Non voglio assolutamente essere accomunato a loro, integrato come in uno schema: io sono totalmente diverso, per tanti motivi. Ma non ho alcun interesse a mettere pedine e scambiare caselle” (M. R., 29-12). “Enrico non si fida di me, ma sbaglia: io sono leale” (M. R., 12-1). “Mi ricandido a sindaco di Firenze, non voglio fare le scarpe a Letta. Il governo andrà avanti fino al 2015” (M. R., 7-1). “Il governo Letta deve lavorare per tutto il 2014” (M. R., 13-1). “Il governo ha fatto poco, e uso un eufemismo” (M. R., 14-1). “Creiamo un hashtag ‘enricostaisereno’, nessuno ti vuole prendere il posto, vai avanti, fai qual che devi fare, fallo” (M. R., 18-1). “Le riforme non devono essere a rischio, il governo è il governo Letta, io faccio un altro mestiere” (M. R., 23-1). “La staffetta Letta-Renzi non è assolutamente all’ordine del giorno. Se Enrico ha fretta di fare il rimpasto lo dirà e lo farà lui. Io, sia chiaro, sto fuori da tutto” (M. R., 5-2). “Se Letta ritiene che ci siano cambiamenti da apporre, affronti il problema nelle sedi politiche e istituzionali, indichi quali e giochiamo a carte scoperte” (M. R., 6-2). “Tanti dei nostri dicono: ma perché dobbiamo andare a Palazzo Chigi senza elezioni? Ma chi ce lo fa fare? E ci sono anch’io tra questi, nessuno di noi ha chiesto di andare al governo” (M. R., 10-2). (…).

È che sia l’Enricoletta-pensiero che il Matteorenzi- pensiero rappresentano il vuoto più assoluto della politica. Sembra che tutte le cose in natura abbiano paura del “vuoto”. Solamente nel più carnascialesco dei paesi dell’intero globo terracqueo il “vuoto” è strumento della politica. Anzi dell’”antipolitica” che è al potere. Ché solo in un paese carnascialesco potrà accadere che un condannato in via definitiva per frode fiscale si appresti a partecipare alle prossime consultazioni per la formazione del nuovo governo. Il “carnevale” non finisce mai!

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