A lato. "Urban sketch" (2020), penna ed acquarello di Anna Fiore.
Tratto da “Il difetto della macchina è che vince sempre lei” di Umberto Galimberti, pubblicato sul settimanale “D” del quotidiano “la Repubblica” del 5 di marzo dell’anno 2016:
Come opporsi allo strapotere della tecnica, se ottiene il massimo con
il minimo sforzo? (…). (Sostiene) la (…) tesi (…), ossia che l'odierna
alienazione che il lavoratore subisce non è da imputare alla tecnica, ma
all'inerzia della politica che non governa né l'economia né la tecnica. Io, al
contrario, non penso che sia da imputare all'inerzia dei politici il fatto che
la politica non prende decisioni, ma che la politica non decide perché nell'età
della tecnica e dell'economia globalizzata non è più in grado di farlo. La
ragione appare molto semplice, se appena consideriamo che per decidere la
politica guarda all'economia, e a sua volta l'economia, per decidere i propri
investimenti, guarda alle disponibilità e alle risorse tecniche. Quando si
sente dire che per difenderci dai prodotti cinesi dobbiamo migliorare la nostra
tecnologia investendo nella ricerca, stiamo riconoscendo il primato della
tecnica sull'economia, a sua volta fondato sul primato dell'economia sulla
politica, dal momento che non c'è decisione che possa essere presa a
prescindere dalla sfera del denaro. La politica è stata inventata da Platone
che l'ha definita «tecnica regia» perché, mentre le tecniche sanno "come"
si devono fare le cose, alla politica spetta decidere "se" e
"quando" si devono fare. Oggi, come scrive il filosofo Giacomo
Marramao, «la politica appare come un sovrano spodestato che si aggira tra le
antiche mappe dello Stato e della società, rese inservibili perché più non
rimandano alla legittimazione della sovranità». La politica ha perso la sua
sovranità perché non è più il luogo della decisione. (…). …faccio un esempio:
se la tecnica inventa il modo di far nascere i bambini in modo artificiale, la politica,
quando non è d'accordo, può opporsi a questa pratica, ma fino a quando? E con
che strumenti può impedire alla tecnica che può di non far ciò che può? (Si) dice
poi che la tecnica, se usata bene, può alleggerire la fatica del lavoro. Non lo
credo, perché la tecnica ha come suoi valori l'efficienza e la produttività dai
livelli sempre più elevati, in base al principio della razionalità da essa
adottata che prevede di raggiungere il massimo degli scopi con l'impiego minimo
dei mezzi. Questa forma di razionalità propria della tecnica è ben
rappresentata dagli strumenti di produzione (le macchine) e di organizzazione
(i sistemi) che rispondono a una logica molto rigorosa materializzata nelle
macchine tra loro perfettamente sincronizzate. Al punto che, rispetto al
complesso macchinale, l'uomo è il congegno più a-sincronizzato, per cui, nel
sistema uomo-macchina, la guida passa alla macchina. La (…) ipotesi sui
benefici della tecnica era valida nel tempo in cui l'uomo della tecnica si
serviva, mentre oggi è il sistema delle macchine e delle
organizzazioni a servirsi dell'uomo ridotto a suo funzionario. Questa è
un'alienazione più spaventosa di quella denunciata da Marx, e per giunta non
prevede alcuna possibilità di rivoluzione. Perché come si fa a opporsi alla
razionalità della tecnica che, attraverso la sua organizzazione perfettamente
sincronizzata, consente di raggiungere il massimo degli scopi con l'impiego
minimo dei mezzi, ivi compreso quel mezzo che si chiama uomo?
"La velocità è la forma di estasi che la rivoluzione tecnologica ha regalato all'uomo".(Milan Kundera). "La civiltà sta producendo macchine che si comportano come uomini e uomini che si comportano come macchine".(Erich Fromm). "La differenza tra la tecnologia e la schiavitù è che gli schiavi sono pienamente consapevoli del fatto di non essere liberi".(Nassim Nicholas Taleb). "L'evoluzione della tecnica è arrivata al punto di renderci inermi di fronte alla tecnica".(Karl Kraus). "Gli uomini sono diventati gli strumenti dei loro stessi strumenti".(Henry David Thoreau). "È diventato terribilmente ovvio che la nostra tecnologia ha superato la nostra umanità".(Albert Einstein). "Ogni tecnologia ha il potere di ottundere la consapevolezza umana". (Marshall Mc Luhan). "Il problema fondamentale è che la nostra civiltà, che è una civiltà della macchina, può insegnare all'uomo tutto ad eccezione di come essere uomo".(André Malraux). Grazie, Aldo, è molto importante riflettere su questo grave problema che affligge la nostra società... E questo post eccezionale non sarebbe potuto essere più efficace! Buona continuazione.
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