"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

domenica 26 maggio 2019

Terzapagina. 84 «Il meccanismo del comfort food, del cibo che conforta, consola, seduce, accarezza, soddisfa».


L’ultima Sua corrispondenza dagli Stati Uniti d’America è stata l’11 di maggio. Il 18 di maggio ho cercato inutilmente la Sua rubrica sul settimanale “D”. Oggi Vittorio Zucconi ci ha lasciati. Per un Suo ricordo, tratto da “Un amore di sandwich” pubblicato sul settimanale “D” del 21 di gennaio dell’anno 2012: Calda e insinuante come una brezza notturna su una spiaggia estiva, la voce maschile dagli speakers dell'autoradio ci ricorda quanto sia emozionante innamorarsi. Soprattutto innamorarsi di nuovo, quando sembra che ormai non possa più accadere. L'avvertimento sembra ovvio, addirittura banale, fino a quando si scopre di cosa dovremmo, uomini ma soprattutto donne, vista la scelta di quella voce così virilmente sexy, innamorarci. Non di un nuovo deodorante capace di scatenare tempeste ormonali o di un capo di biancheria concepito per essere esibito e poi tolto. Si tratta di un panino. Dell'ultimo pagnottone turgido di roastbeef, fetta di pomodoro, foglia di lattuga e maionese, creato e messo in vendita dall'impero mondiale dell'hamburger e dintorni, inutile nominarlo. Il nuovo amore arriva, per tutte le età, le tasche (appena un euro e mezzo) e l'aspetto fisico sotto forma di un sandwich. "Che bello - carezza la voce - innamorarsi ancora". Non è una novità che l'industria dell'alimentazione e soprattutto quella del "fast food" associ un prodotto al sesso (eufemisticamente chiamato "amore") e insinui nel consumatore di porcheriole commestibili l'idea che mangiare sia un surrogato di altri piaceri, ma senza i rischi e le complicazioni. È il meccanismo del comfort food, del cibo che conforta, consola, seduce, accarezza, soddisfa, un classico della psicologia, anche in tempi lontani dall'industrializzazione alimentare di oggi. Negli Stati Uniti la torta di mele, proprio la specialità di Nonna Papera, è la regina incontrastata, seguita dal "brodo di pollo", raccomandato da mamme e nonne da quando esistono l'acqua, il fuoco e i polli, per affrontare ogni malanno o inquietudine. Invece il cioccolato, specialmente se confezionato in forma di gelato, è l'amante prediletto per le femmine. Ogni nazione, e ogni cultura, ha il proprio cibo di sicurezza, da allacciarsi allo stomaco in caso di turbolenza. Indicano le analisi, comprese le psicoanalisi, che i giapponesi sorseggiano la zuppa di miso, meglio se vi navigano dentro le tagliatelle, la soba. I tedeschi si aggrappano al bratwurst, il salsiccione, e per gli inglesi il numero uno sono i fagioli, ennesima testimonianza del perché nel mondo non esistano "ristoranti inglesi" (i pub, oggi tanto popolari, sono luoghi nei quali il cibo è soltanto un pretesto per bere). Tanto i maschi quanto le femmine si fiondano sul cibo quando la vita propone stress e ansie forti, ma con una differenza fondamentale, dicono le ricerche. Gli uomini si strafogano di mangiare quando sono contenti, e cercano nella gratificazione alimentare il coronamento positivo del proprio successo, di un buon momento, sia la vittoria della propria squadra preferita, una promozione, o anche un nuovo amore. Le donne tendono invece a ridurre il consumo di comfort food e controllarsi quando sono più serene, ma eccedono nel mangiare in negativo per consolarsi di delusioni, ansie, amarezze. In quei momenti diete, buon propositi, regimi salutisti vengono soffocati nelle scatole di cioccolatini o nel secchiello del gelato, e il 33% delle donne patologicamente sovrappeso confessa di esserci cadute dopo un amore finito male. Così rendendo ancora più difficile il "rimbalzo" dalla delusione o dal tradimento con un nuovo amore. è a questo umanissimo meccanismo, essendo il cibo una delle due o tre cose più importanti nella vita umana, che la voce del panino amoroso fa malignamente appello, esondando dagli altoparlanti in automobile, con uno spot che non posso tradurre per iscritto non perché sia osceno, ma perché la descrizione accaldata e sensuale di ogni singolo ingrediente è fatta con toni da audioporno. Se mancano le grida dell'orgasmo da sandwich è soltanto perché l'agenzia pubblicitaria non voleva evidentemente rendere troppo esplicito il messaggio, e quindi privarlo del richiamo subliminale. Ma il riferimento all'amor perduto e ritrovato è forte, e la tentazione mi raggiunge ogni volta che guido passando accanto alle due simboliche mammelle dorate della grande "M", che furono disegnate così proprio per evocare la rassicurante immagine del seno materno. Ma resisto. Se proprio dovessi distruggere decenni di matrimonio con un nuovo amore, preferirei farlo con qualcosa di meglio di un panino.

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