"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

mercoledì 22 maggio 2019

Riletture. 93 «Il silenzio di Pannella» e la morte voluta di “Radio radicale”.


Tratto da “Gli ordini sono ordini: Pannella no” di Furio Colombo, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 22 di maggio dell’anno 2016: Cari concittadini, lo so che molti di voi si stanno domandando quando e dove questo Marco Pannella, adesso al colmo della celebrazione, abbia mai messo mano alle vicende, leggi o cambiamenti della vita italiana. Il suo caso è di estremo interesse non per ciò che di lui è stato detto con concitato fervore in questi giorni di celebrazione, ma per ciò che è avvenuto in vita. Pannella non doveva apparire nei mezzi di comunicazione di massa, e non è mai apparso. Pannella non doveva parlare, benché fosse il più prolifico e sorprendente oratore politico del Paese, e non ha mai parlato, salvo frammenti di frasi isolate dal contesto. Gli ascoltatori di Radio Radicale ricordano le meticolose ricerche nella mattutina rassegna della stampa di Bordin. Dopo un evento a cui Pannella aveva inteso dedicare una rivoluzione culturale (come “il diritto alla conoscenza” oppure “lo Stato di diritto” invece del “diritto di Stato”, oppure l’invocazione per la salvezza di un popolo) il giornalista accantonava una dopo l’altra le grandi testate, e doveva quasi sempre concludere che no, sui radicali oggi non c’è alcuna notizia. Impossibile non pensarci vedendo sfilare direttori e colleghi giornalisti di fronte alla salma dell’appena defunto leader radicale, dicendo al microfono, subito disponibile, almeno qualcuna delle cose che in 40 anni non sono mai state dette, e anzi fingendo che gli eventi a cui quelle parole si riferivano non fossero mai avvenuti. Gli ordini sono ordini, ora da destra e ora da sinistra. Ma Pannella deve stare fuori. E il vero successo che oggi stiamo celebrando e che merita attenzione, perché è un fenomeno ben radicato, non sono tutte le cose (diritti, difese, rivelazioni, affermazioni, impegni internazionali) che Pannella è riuscito a realizzare nonostante tutto. Ma il fatto che, nonostante tutto, un enorme richiamo politico, una straordinaria capacità di toccare il punto in anticipo, una vena profetica e una di naturale e fortissima empatia per il mondo estraneo al potere a cui si rivolgeva (ma anche una straordinaria inclinazione pedagogica per i capi partito che il leader radicale si ostinava a tentare di salvare), Pannella è stato lasciato fuori da ogni canale di comunicazione del Paese e privato di ogni contatto con la grandissima maggioranza degli italiani. Il vero capolavoro è che ci siano riusciti. Sempre. Per ogni decennio del lavoro instancabile di un grande politico ricco di intuizione istantanea, di abilità strategica, di anticipazione del dopo, di una straordinaria visione del contesto, Pannella ha avuto le sue rivincite, e in molti casi impossibili è riuscito a imporre quella che lui vedeva (e che era) la sola strada possibile. Un modo di vendicarsi di coloro che subivano la visione di Pannella, era di guardarsi dal parlarne, mai, facendo pensare a una trovata del caso. O appropriandosi senza imbarazzo dell’idea. Però il vero capolavoro non è il plagio. È la sistematica eliminazione di voce, presenza e azione nella vita di un grande Paese. Un espediente è stato l’uso della caricatura, profittando di digiuni, di marce, di altre eterodosse iniziative che potevano essere definite, fingendo benevolenza, come “stranezze”. Il fenomeno ha due aspetti che riguardano entrambi le condizioni della nostra democrazia: il silenzio di Pannella è stato ordinato (Chiesa, Stato, interessi organizzati, necessità di eliminare l’obiezione intelligente). Il silenzio di Pannella è stato eseguito, nel senso che praticamente tutti, nella vita pubblica italiana, hanno osservato quel silenzio come se si trattasse di un normale dovere civico. Non si ricordano importanti violazioni del comandamento. Ma si sono visti rendere omaggio, anche con dichiarazioni vibranti davanti alla salma, coloro (tutti) che hanno eseguito scrupolosamente la linea di partito del silenzio su ogni iniziativa radicale. Pannella è stato un grande e nuovo uomo politico italiano. Perciò conta molto l’operazione della perfetta esclusione della vita pubblica. È una operazione fondata sulla disciplina, senza se e senza ma, di direttori, commentatori, cronisti, che scrivono volentieri solo ciò che si può scrivere. (…).

Nessun commento:

Posta un commento