"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi

"Il bruco (2017)". Foto di Aldo Ettore Quagliozzi
"Il bruco" (2017). Nikon Coolpix P900. Foto macro. Stato larvale della falena diurna "Macroglossum stellatarum" volgarmente detta "sfinge colibrì".

venerdì 17 maggio 2019

Riletture. 91 «È chiaro che viviamo una perenne campagna elettorale».


Tratto da “La morte della decenza: Renzi e le magliette gialle sui luoghi del terremoto” di Alessandro Robecchi, pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 17 di maggio dell’anno 2017: Ora che Roma è linda, pulita e scintillante grazie alle montagne di rifiuti raccolte da Matteo Orfini e dai suoi boys in maglietta gialla, si può passare ad altro: le frontiere della propaganda sono mobili e veloci. Via, si passa al terremoto, inteso come opportunità di marketing.
La chiamata alle armi viene direttamente dal Capo Renzi, su Facebook, appello accorato e ordine di mobilitazione. L’adunata è per tutti i militanti, dai deputati in giù, che andranno (cito il sacro testo) “Ognuno in un Comune diverso di quelli colpiti dal sisma”. A fare che? “Ad ascoltare, a fare il punto, a portare la testimonianza di un impegno concreto”. Insomma, niente ramazze, stavolta dovrebbero bastare le orecchie. Il Pd vuole “ascoltare” i bisogni delle popolazioni terremotate del centro Italia. La stampa nazionale, almeno ieri, ha fatto finta di non sentire. Se si va a leggere la stampa locale, però, i commenti all’iniziativa “magliette gialle al terremoto” vanno dall’incredulità all’insulto fiero e contadino di quelle terre. Gente che si firma con nome e cognome, moltitudine di cittadini in forte disagio, non ascrivibili certo alla canea dei troll della rete. Ma riassumiamo: Il Pd siede al governo con preminentissima posizione di comando. Il commissario straordinario al terremoto, Vasco Errani, è stato nominato da Renzi. Le quattro regioni colpite dal terremoto sono governate dal Pd. Decine e decine di comuni colpiti hanno sindaci del Pd, spessissimo brave persone che dall’agosto scorso lavorano giorno e notte per i loro cittadini messi in ginocchio dal sisma. E con tutte quelle orecchie in loco, ora ecco che si indossa la maglietta gialla e si va “a ascoltare”. Strabiliante. Matteo Renzi ci sta dicendo che non basta governare un territorio (regioni, comuni, frazioni) per conoscere la situazione dei cittadini che ci vivono. Bisogna andare lì in divisa (gialla) a “fare il punto”. Propaganda offensiva, per chi sta lì, uno sberleffo, uno schiaffo. Per agevolare nella trasferta i deputati del Pd chiamati all’appello, possiamo consigliare qualche luogo d’interesse in zona. Vadano per esempio negli alberghi sulla costa, dove migliaia di persone sono state ospitate perché non gli si volevano dare container, ma le famose casette, che non arrivano, quando arrivano vengono sorteggiate. E ora che gli albergatori della costa rivogliono le stanze, che parte la stagione, i cittadini terremotati sono costretti a nuove diaspore tra campeggi e famiglie divise qua e là. Per il pranzo consiglio un ristorante di Pieve Torina, il Vecchio Mulino, che ha tenuto aperto tra mille eroici sforzi per sfamare soccorritori e operatori della protezione civile servendo migliaia e migliaia di pasti, indebitandosi perché lo Stato non paga la convenzione. Se piace la montagna, visitare Amandola, specie l’ospedale. Oppure Ussita, posto bellissimo, dove il sindaco si è dimesso perché dice che lì non si ricostruirà più. Oppure andare a comprare strepitosi formaggi da quegli allevatori che già a fine agosto di un anno fa dicevano: occhio che nevicherà, non abbiamo le stalle. Lo dissero per mesi, videro le bestie morire al gelo, gli appelli inascoltati. Ecco, chissà loro che faccia faranno vedendo delle “magliette gialle” che vanno “ad ascoltare”. Ora è chiaro che viviamo una perenne campagna elettorale fatta di colpi di sceneggiate, trovate propagandistiche, alzate d’ingegno, e va bene. Ma scherzare con gente che dorme a 50-80 chilometri da dove lavora, che non sa dove dormirà tra una settimana o tra un mese, che un lavoro magari non ce l’ha più, che si rimette in piedi la stalla con le sue mani, che aspetta la casetta promessa per Natale, poi per primavera, poi per mai, ecco forse è un po’ troppo. Meglio fermarsi, se non per opportunità politica, almeno in nome della decenza.

Nessun commento:

Posta un commento